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L’antropologia come orizzonte di senso in Leonardo Alario

 

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Pierfranco Bruni

 

 

Per cercare di dare senso alla tradizione non abbiamo bisogno soltanto di un sistema valoriale che ha i suoi radicamenti nella memoria, ma di una visione complessiva del fenomeno culturale attraverso parametri che abbiano speculazioni antropologiche. Ovvero una antropologia della memoria in un processo che pone al centro forti elementi identitari. L’antropologia come lettura di quell’antropos che si esprime nei riti, nel mito o nel sacro, negli archetipi che durano oltre la stessa visione della memoria.

Su queste direttrice si muove l’importante saggio di Leonardo R. Alario dal titolo emblematicamente suggestivo, soprattutto per un credente come me, che recita: “Giunto è il tempo della Luce” con un sottotitolo molto esplicativo: “Una ricerca interdisciplinare sul ciclo natalizio”. Edito da Rubbettino, pagine 728, con CD allegato.

Si tratta di un vero e proprio lavoro consistente non solo sul piano della mole di lavoro sviluppato nelle pagine, ma soprattutto per la tipologia dello spessore e dell’indagine che Alario ha costruito tassello dopo tassello. D’altronde l’autore non è nuovo a queste forme di proposte demologiche e antropologiche. È uno studioso che ha fatto della scientificità il nodo forte del suo impegno e della sua caratura di ricercatore.

 

Numerosi sono i suoi libri e il suo contributo in questo campo è notevole e parte da molto lontano. In questo ultimo lavoro insiste una finitezza di esperienza che lo annovera tra gli antropologi di spicco del Novecento perché, oltre tutto, il concetto di tradizione si sottolinea come una umanità comunitaria da non perdere e da utilizzare quando noi popoli e civiltà abbiamo bisogno di capire e anche di ritrovarci.

 

I riti della festa e del Natale ci riportano all’incipit della cristianità attraverso i luoghi mistici e le definizioni teologiche. Una antropologia nella religiosità popolare significa ritornare al centro recuperando il viaggio salvifico. Tutte le feste cattolico-cristiane sono un percorso ben definito tra le pagine. Dalla Immacolata alla Epifania.

Il racconto si snocciola prima con la tradizione e la trasmissione dei simboli rituali: che belle pagine si ritrovano proprio nel narrato sacrale come in quelle de “La trasmissione dei poteri magici”. Ma tutte le pagine hanno una suggestionalità toccante e misurata tra cultura e fede.

 

Significanti sono i Proverbi e le letture. Commoventi le tavole, i santini e le cartoline. È un testo da leggere completamente anche perché scava in quel tempo della sacralità la cui espressione più vera resta appunto lo scavo antropologico. Leonardo Alario è un punto di sicuro riferimento in questo nostro spazio smarrante e sradicato. Una antropologia come senso di orizzonti o co.e orizz8di senso.

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