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Confindustria – Cerved: Rapporto Pmi Mezzogiorno 2023

 

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Il Commento del Presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana

 

Bari, 28 giugno 2023 – Il Rapporto PMI Mezzogiorno 2023, a cura di Confindustria e Cerved, con la collaborazione di Unicredit, presentato oggi, fotografa uno scenario in chiaroscuro anche per le PMI della Puglia.

I dati mettono in evidenza i diversi impatti sui sistemi di Pmi territoriali degli shock sequenziali che negli ultimi anni hanno colpito il nostro sistema economico: la pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina e il ritorno dell’inflazione.

Dopo la contrazione pandemica del 2020, nel 2021 si osserva un ritorno alla crescita del numero di PMI in Puglia. In base agli ultimi dati demografici e di bilancio, nel 2021 il numero stimato di PMI che operano nel sistema produttivo pugliese si attesta a quota 7.056 nel 2021, il 7,6% in più rispetto al 2020 e il 7,8% in più rispetto al 2019.

Questi indicatori sono accompagnati da evidenze meno incoraggianti, che suggeriscono una possibile inversione di tendenza nel prossimo biennio. I segnali di rallentamento sono più significativi nelle zone del Centro-Sud e lasciano ipotizzare un incremento del divario strutturale tra sistema produttivo settentrionale e meridionale.

 

“Dal Rapporto sulle PMI presentato da Confindustria e Cerved – dichiara Sergio Fontana, Presidente di Confindustria Puglia – emerge un trend negativo destinato purtroppo a permanere anche nei prossimi mesi.

Le nostre imprese hanno saputo mantenere un loro dinamismo in uno dei periodi più complessi degli ultimi anni e mai come in questo momento storico disponiamo delle risorse necessarie per superare le criticità che frenano la crescita competitiva delle imprese.

Sono sicuro – continua il Presidente Fontana – che la Puglia saprà mantenere il suo dinamismo agganciandosi ad una ripresa che potrà consolidarsi grazie all’impatto che verrà dagli investimenti finanziati dai fondi strutturali e dal Piano europeo che rappresenta un’opportunità unica, la cui attuazione deve essere mirata a costruire un Paese moderno, efficiente, inclusivo e sostenibile. In particolare, sul fronte degli investimenti, oltre ai ritardi strutturali, si registra una situazione di incertezza, legata soprattutto al tema delle “rimodulazioni”. Alcune misure potrebbero essere spostate dal PNRR su altre programmazioni, come quella dei Fondi Strutturali o del Fondo Sviluppo e Coesione, che hanno tempi di rendicontazione più lunghi rispetto al 30 giugno 2026.

Per raggiungere questi obiettivi, la prima azione che il PNRR deve sostenere è l’implementazione delle riforme: del lavoro, che includa le politiche attive; del sistema scolastico, del sistema giudiziario e del fisco”. 

 

Dopo l’aumento delle nascite registrato nel 2021, il 2022 segna per le imprese italiane la ripresa della tendenza discendente iniziata nel 2019. In Puglia nel 2022 sono nate 6.585 società di capitali: circa il 10% in meno rispetto al 2021.

I primi effetti dell’inflazione e dell’aumento del costo del debito fanno contrarre la redditività netta e gli utili delle PMI. La Puglia è tra le regioni che vanno peggio: nel 2022 si stima infatti un calo del ROE del 3,9% (dal 15,8% del 2021 all’11,9% del 2022).

Nel 2022 è stimato il primo rialzo del costo del debito delle PMI dal 2013, anche se ancora lontano dai livelli raggiunti nel 2008 (7,28%) e nello stesso 2013 (5,2%). In particolare, il rapporto tra oneri e debiti finanziari in Puglia passa dal 3,2% del 2021 al 3,9% del 2022. La variabile risente fortemente del costante incremento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE) nell’ultimo anno, tutt’ora in corso, che si ripercuote sul costo dei finanziamenti alle imprese e, indirettamente, sul credito richiesto e su quello concesso, così come sugli investimenti.

A fronte di queste difficoltà, aumentano anche le sfide per il futuro. La duplice transizione, ormai ineludibile, richiede ingenti investimenti a tutti i livelli della filiera, così come competenze adeguate agli obiettivi.

 

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