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Nell’incontro tra il capo della diplomazia del Marocco e le autorità italiane , svoltosi a Roma il 5 Luglio  sono stati affrontati  importanti dossier che sono contenuti nel “Piano di attuazione Piano d’azione per l’attuazione del partenariato strategico multidimensionale tra Marocco e Italia” Infatti, il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero, Nasser Bourita, e il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, Antonio Tajani, hanno firmato, mercoledì a Roma, il Piano d’azione per l’attuazione del partenariato che segna la concreta attuazione dello strumento bilaterale strutturante che è la Dichiarazione congiunta sul partenariato strategico multidimensionale tra i due Paesi, firmata il 1° novembre 2019 a Rabat.
Italia e Marocco, che nel 2025, festeggereranno due secoli di relazioni diplomatiche, continuano a nel percorso comune di dialogo non solo politico ma anche culturale e, mi permetto di aggiungere anche religioso. Su questo punto il piano firmato, pone l’accento sull’importanza del dialogo interculturale e inter religioso. Due ambiti nel quale il Marocco, rappresenterebbe per l’Italia, alla prese con la questione della comunità islamica un modello serio ed affidabile a cui guardare con attenzione. Trovo importante che , accanto alla riconferma della posizione italiana sul Sahara, si parli anche di dialogo inter religioso.

La presenza della comunità musulmana in Italia, è un fatto che non può esere ignorato. Rappresenta, dopo i cristiani nel loro complesso, la seconda confessione religiosa e che, in un accordo bilaterale si parli anche di religione pone per l’Italia la possibilità di dare piena cittadinanza all’Islam in Italia.

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L’islam in Italia è attuabile solo con in coinvolgimento di uno Stato mussulmano, non ci si può affidare ad associazioni o enti che a vario titolo rappresentano se stesse o peggio ancora ideologie spesso legate in modo diretto od indiretto a strutture che possono essere pericolose per l’ordine repubblicano. Per questo l’ìapporto del Marocco potrebbe essere utile e prezioso. Sotto diversi aspetti. Quello della lotta al radicalismo , attuando , anche in Italia l’approccio dualistico al problema, ovvero una soluzione che comprenda sia la repressione sul piano criminale sia l’accopagnamento alla de-radicalizzazione dei soggetti coinvolti, un percorso che permetta loro di re inserirsi nella società . Sarebbe un approccio anche in linea con la Costituzione italiana che da alla pena una funzione non solo “risarcitoria” del fatto compiuto ma anche di reinserimento sociale.

Come dicevo, l’Islam in Italia , deve essere attuato secondo modelli che già sono presenti in Marocco, attraverso un centro di formazione degli Imam . Puntare ad aggregare comunità islamiche differenti ma , ad incentivare quell’espressioni dell’Islam (come quello sunnita malikita marocchino) che più di tutti si inseriscono nel solco della tradizione e cultura italiana.

Passando ad un’altra questione, molto sentita dalla politica estera italiana, riguarda la situazione del Medio Oriente, infatti nell’incontro di Roma la Dichiarazione congiunta ha anche fatto riferimento alla questione della pace in Medio Oriente, affermando che le due parti hanno chiesto l’instaurazione di una pace giusta e globale in questa regione e hanno ritenuto, per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, che la soluzione statale, con Gerusalemme come capitale per entrambi, contribuirà indubbiamente a questo obiettivo e consentirà ai popoli della regione di vivere in pace e sicurezza secondo le loro legittime aspirazioni. L’Italia in questa vicenda può giocare un’ruolo importante. Infatti, non è tra le Nazioni che portarono alla creazione dell’attuale situazione sui luoghi santi e pertanto assieme al Marocco, il cui sovrano, presiede Comitato Al-Quds, potrebbero, assieme alla Santa Sede portare una soluzione alla drammatica vicenda frutto del colonialismo europeo.

Marco Baratto

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