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A 50 anni da Pablo Picasso Paolo Battaglia La Terra Borgese ci svela l’artista (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973) di Yves Saint Laurent, Moschino, Prada e Citroën

Una donna è sempre una donna, ma per Pablo Picasso – svela il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese -, il più famoso pittore del suo tempo, una donna è anche un’altra cosa: una combinazione di linee, di forme e di colori. Picasso cambia questa combinazione secondo l’estro, e il risultato di rado somiglia ad Eva. Può darsi che la donna abbia gli orecchi da elefante, gli occhi storti, due nasi, il seno al posto del collo oppure del ventre. In nome dell’arte, Picasso ha trasformato le apparenze naturali. Quelli a cui non piaceva l’arte ribelle alla convenzione dicevano che stesse turlupinando il pubblico, e il pubblico stesso molte volte rideva delle sue opere. Quando il suo capolavoro, Guernica, fu esposto per la prima volta, a molti parve un gioco di pazienza. Ma innumerevoli artisti che anche tutt’oggi seguono le sue orme sono convinti che Picasso operò emancipando l’arte dalla secolare tradizione accademica. Lo stesso Picasso crede di dimostrare – e dimostra, precisa Paolo Battaglia La Terra Borgese – che l’arte e la Natura sono due cose diverse.

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Picasso sa dipingere in modo convenzionale, sa ritrarre un’Eva di classica bellezza: se vuole. Ma prima ancora dei 20 anni, dopo aver dipinto molti quadri realistici, Picasso cominciò a sentire che a quel modo non faceva che imitare la Natura. Nello spazio di pochi anni riuscì ove pochi artisti riescono: a crearsi uno stile personalissimo. Le sue opere di quel tempo – rappresentazioni della miseria umana profondamente sentite – sono di uno stile semi-naturalistico. E questo doveva essere, nel corso della sua vita, soltanto il primo di una sequela di stili originali, tra i quali l’ormai famoso cubismo, che egli elaborò non ancora trentenne. Divenne anche ottimo scultore, incisore, ceramista e illustratore. La sua fama sembrava assicurata perché è uno degli artisti più versatili che siano mai vissuti.

Nato a Malaga, in Spagna, figlio di un maestro di pittura squattrinato, Picasso bambino non faceva che dipingere, dall’età di sette anni. Presto la sua tecnica stupefacente fu notata. A 16 anni il ragazzo ebbe una menzione d’onore all’Esposizione di Belle Arti di Madrid; a 17, la medaglia d’oro a una mostra a Malaga. Il padre aveva tanta fiducia nel suo genio che sacrificò i suoi risparmi per permettere al figlio diciannovenne di studiare nel centro artistico del mondo, a Parigi. Per dieci anni Picasso visse in miseria. Per un certo tempo divise un lettino con uno scrittore, lavorando di notte mentre lo scrittore dormiva, e dormendo tutto il giorno mentre quello lavorava. Una notte, per non morire assiderato, fu costretto a bruciare tutti i disegni eseguiti in un anno, disegni che oggi si venderebbero per somme favolose.

Di media statura, tarchiato, con lucidi capelli corvini e occhi nerissimi

– “l’occhio fiero di un toro” – il giovane Picasso somigliava più ad un manovale che ad un artista. Il maglione e la tuta turchina completavano quest’impressione. Durante i primi cinque anni a Parigi sfornò 200 quadri ad olio, quanto altri artisti producono in un’intera vita. Sebbene alcuni fossero esposti, si vendevano di rado, anche a prezzi da 2000 a 4000 franchi.

Molti anni prima Picasso dichiarò che gli sarebbe piaciuto essere ricco e vivere da povero. Il desiderio fu esaudito. Picasso – storicizza Paolo Battaglia La Terra Borgese -, poi milionario, si nutre di cibi semplici, e vive in “fastosa povertà”. La sua casa a Parigi e la sua dimora nella Francia meridionale sono una confusione di tele accatastate, di ceramiche, di libri, di vecchie cornici, di ritagli di giornale, di pietre interessanti che ha raccolto, di conchiglie e di nodose radici. Quando cambia casa, tutto quel ciarpame è imballato con cura e trasportato nel nuovo alloggio, dove le casse restano chiuse, mentre nuova roba si ammucchia intorno.

La sua pittura non convenzionale di un mondo trasfigurato ha influenzato migliaia di altri pittori e perfino i progettisti, e incontrerà il favore delle nuove generazioni come dice oggi quel grande critico d‘arte che è il tempo – afferma graffiante Paolo Battaglia La Terra Borgese. Intanto, Picasso domina e dominerà l’arte moderna (concezione dell’arte propria del periodo tra la metà del XIX secolo e il XX secolo -ndr) per sempre, e in altre province! dell’arte, persino nella moda (Yves Saint Laurent, Moschino, Prada e altri), perfino nell’industria automobilistica con la Citroen Picasso, e in altre centinaia di contrade decorative – conclude il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese.

 

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