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Carne coltivata: Essere Animali esprime grande preoccupazione per il voto al Senato, negativo per sostenibilità ambientale, consumatori e produttori

 

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Con 93 voti a favore, 28 contrari e 33 astenuti, il Senato ha approvato il disegno di legge contro la carne coltivata, danneggiando così un settore – quello delle proteine alternative – che punta a una maggiore sostenibilità del sistema alimentare. Il DDL approvato va inoltre contro la libertà di scelta dei consumatori e il libero mercato.

 

Milano, 19 luglio 2023. Il Senato ha approvato oggi il ddl che vieta la produzione e la vendita di carne coltivata presentato dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. I voti favorevoli sono stati 93 (tutta la maggioranza e Italia Viva), i contrari 28 (Verdi e Sinistra Italia, Movimento 5 Stelle e alcuni membri del Gruppo Misto) e gli astenuti 33 (Partito Democratico e Azione).

 

Essere Animali esprime profonda preoccupazione per una decisione che rappresenta un freno alla possibilità di sviluppare e commercializzare un prodotto che non proviene dagli allevamenti intensivi, non richiede l’uso di antibiotici e altri farmaci, né produce tonnellate di deiezioni estremamente inquinanti. Tutte problematiche che invece sono legate al settore zootecnico, che con questo ddl viene apertamente favorito a scapito di altre produzioni come quello delle proteine a base vegetale (con l’introduzione del divieto per l’uso di termini come “burger” e similari) e a base di carne coltivata.

 

L’art. 2 dello schema di disegno di legge fa riferimento al principio di precauzione previsto dal Reg. 178/2002, che al fine di garantire la salute umana consente di adottare “misure provvisorie di gestione del rischio” – quali lo stop alla commercializzazione – in caso di effettiva incertezza sul piano scientifico circa la possibilità di effetti dannosi derivanti dall’utilizzo di alcuni prodotti. Tuttavia, la letteratura scientifica attuale, il recente report di FAO e OMS e i processi di validazione avvenuti già in altri Paesi non lasciano dubbi sul fatto che la carne coltivata sia sicura per i consumatori, essendo basata sul meccanismo della replicazione cellulare, ben noto e applicato da tempo. Oltretutto, l’immissione sul mercato europeo potrà avvenire solamente in seguito all’autorizzazione delle autorità, in primis l’EFSA, che richiede una attenta valutazione di ogni potenziale rischio.

 

Questa decisione è l’ennesima dimostrazione del rapporto privilegiato tra la maggioranza al governo e il comparto zootecnico, che per favorire i grandi allevatori ignora l’impatto della zootecnia sul territorio italiano e va a danneggiare i comparti economici che potrebbero fare concorrenza all’allevamento intensivo. L’iter passerà ora alla Camera e il nostro appello è che i partiti prendano una posizione più netta contro questa proposta antiscientifica e ingiusta.

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