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ORDINANZA DI ABBATTIMENTO DEI LUPI IN TRENTINO, ON. BRAMBILLA: “SCELTA ASSURDA E INGIUSTA, FAREMO RICORSO AL TAR”

“Quella del presidente della provincia Maurizio Fugatti per la fauna selvatica è un’ossessione: dopo gli orsi Jj4 e Mj5, il cui abbattimento è stato fermato prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato, ha messo nel mirino due lupi. Tutto ciò è inaccettabile: con la nostra Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente ci opporremo, in tutte le sedi giudiziarie, a questa ingiusta decisione, cominciando con un ricorso al Tar. Ricordo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la Direttiva Habitat dell’Ue (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali”.

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A dirlo l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, commentando l’ordinanza che prevede la “rimozione” tramite abbattimento di due esemplari di lupo nella zona di Malga Boldera, nel Comune di Ala. Anche se il decreto ha ricevuto il parere favorevole dell’Ispra, si tratta del primo caso in Italia di prelievo tramite abbattimento di due esemplari di lupo.

“L’abbattimento è del tutto ingiustificato per varie ragioni – commenta l’on. Brambilla. Anzitutto sono quasi inesistenti casi di attacchi di lupi all’uomo: al contrario si stima che il 15-20% dei lupi ogni anno rimanga vittima proprio degli esseri umani, tra incidenti stradali (53%) e bracconaggio (32%). Dati, curiosamente, riportati dallo stesso sito istituzionale della provincia di Trento. È ovviamente nella natura di questi predatori attaccare altri animali: i danni recati agli allevatori, vengono prontamente e lautamente indennizzati. Nel 2022 gli indennizzi liquidati dalla provincia di Trento per danni da grandi carnivori sono stati pari a 145.679,52 euro, di cui 76.786,51 per danni da orso e 68.893,01 per danni da lupo: cifre davvero esigue che dimostrano come il problema venga ingigantito. Nel caso specifico della malga vi era, tra l’altro, un recinto elettrificato a protezione. Infine, mi chiedo come sia possibile identificare con certezza gli esemplari ‘responsabili’ della predazione: è perfino difficile distinguerli dai cani inselvatichiti protetti dalla legge 281/91. Vogliamo forse sparare poco più che a caso, per coprire gli errori grossolani di una politica che non riesce – e probabilmente non vuole – gestire i grandi predatori?”

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