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TESSITORI

Da sempre in mutamento il mondo, mutamento sorprendente, e sarebbe la presenza umana particolare meraviglia di bellezze se non tessesse instancabilmente inganni alla sua stessa specie. Mutamento sì, ma immobilità su ciò che non dovrebbe essere l’ ubi consistam.                                                                                                                                    Otto zampe i ragni, ricoperte di oleosi peli minuscoli con cui scivolano lungo i raggi della ragnatela senza restare intrappolati: son fatte le tele per intrappolare gli altri. Non così gli umani, tele anch’essi tessono per altri, ma possono rimanere impigliati. A cominciare dal singolo individuo che si impiglia nella ragnatela delle abitudini storpie, difficili da lacerare per porre in atto la libertà, a finire alla grande tessitura ordita dagli Stati, soprattutto dai Potenti, da cui è difficile svincolarsi da parte degli Stati assoggettati perché possano attuare una conduzione di governo in piena autonomia. Si verifica in tante parti del globo dalla libertà apparente, e ciò vale anche per le varie unioni di Stati, se passati in secondo ordine rispetto alla Potenza leader di cui seguono la politica. Nella ragnatela finiscono, però, poi gli stessi Potenti procurandosi danno. Differenza solo apparente fra governi autoritari e cosiddette democrazie, ovvero democrature, termine coniato dallo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, crasi di democrazia e dittatura, di cui parlava anche il saggista jugoslavo naturalizzato italiano Predrag Matvejevic, ponendo in rilievo come le regole della democrazia possano essere anch’esse solo formali tradendo la sostanza. In effetti, l’incompiutezza della democrazia non è solo degli Stati che a quel tipo di governo sono passati dopo il periodo di dittatura, anche in quelli che da lunga data vengono qualificati democratici. Chi è al Potere fa valere il suo credo, o tenta di farlo valere mentre attorno gli oppositori tessono accuse finalizzate a destabilizzarlo. Sta accadendo non solo in Italia, in molti altri Stati, qualsivoglia sia l’ideologia dominante, dato che res publica, cives non si sa quanto possano in effetti essere considerati, anche se vengono sbandierati pro re propria. Da sempre i problemi della società in crisi non vengono risolti neppure da chi sembra rendersi conto della necessità di provvedere all’impoverimento di certe classi sociali. Come avvenne, a esempio, nella Roma del II sec. a. C. con le riforme agrarie dei fratelli Tiberio e Gaio Gracco nelle quali entrava pure il fattore politico, ovvero il voler dare forza al tribunato attraverso il consenso elettorale. Lo scontro fra optimates e populares fu per i Gracchi un fallimento, ci rimisero anche la vita, ma quel fallimento avrebbe portato al lunghissimo periodo di guerre civili, alla stessa fine della repubblica, del ruolo degli optimates.                                                                                                                                Oggi è l’intero globo in crisi, non solo i Paesi dove più forte è la povertà e minori sono le  possibilità di sopravvivenza con conseguenti ondate migratorie ritenute destabilizzanti non solo dall’Italia (la Gran Bretagna, a esempio, ha preso la decisione di portare tutti i migranti in un’isola disabitata) anche dagli stessi Stati leader con problematiche di varia natura, implicanti relativamente pure l’uomo, come le catastrofi  che in ogni dove piombano deleterie.                                                                                                                 Gli Usa, ma anche l’Italia e tanti altri Stati pure dell’Ue, sono preoccupati del debito pubblico che, oltre a creare malessere nella società, qua e là in ebollizione, non li farebbe più leader mondiali a livello economico, e sul debito è scontro tra democratici e repubblicani, ovviamente ciascuna parte a suo pro.                                                                                                       In Cina il miliardo e 400 milioni è, almeno quella parte in età di lavoro, soggetta ancora, in massima parte, alla economia competitiva, con merci da export a basso costo per cui la manodopera deve quel basso costo favorire. Ma si sta andando avanti nella scala sociale e anche le donne assumono ruoli importanti, sono diventate nu hanzi, ossia riconosciute indipendenti, dotate di grandi capacità e competenze. Quel che non si può fare è protestare, pronto sarebbe l’esercito ad aprire il fuoco contro i dimostranti, come accadde il 1989 in piazza Tienanmen contro le manifestazioni popolari di massa finite nel sangue, nel ricordo dello studente che, solo e disarmato, si parò dinanzi a una colonna di carri armati. E i punti deboli danno adito a trame degli Stati che mal sopportano l’ascesa della Cina, a diffondere una opinione pessima, nel mentre sono dagli Usa messe in discussione le pretese di Taiwan come facente parte della Cina e vengono da entrambe le parti qua e là inviate armi che si spera restino a riposo in un globo già pronto in tante altre zone ad esplodere.                                                                                                             La Russia, dopo l’aggressione all’Ucraina, è ancor più pesantemente soggetta a condanna. Oltre che demograficamente ridotta, appare un Paese più povero, dove la speranza di vita si è ridimensionata e dal quale i cittadini, impossibilitati a protestare, cercano di fuggire. Dalla fine dello scorso secolo hanno gli altri Stati tessuto la rete nella quale la Russia si è intrappolata con la invasione in Ucraina. Evento anche questo colto dagli Usa per una geopolitica che stabilizzi il suo ruolo di premierato, ormai oscillante per la presenza della Cina dal gioco enigmatico, degli altri Stati emergenti anche per ricchezza di materie prime, indispensabili alla tecnologia di ultima generazione. Intanto Putin, mentre continuano da parte ucraina e russa gli attacchi anche con armi nucleari tattiche,  ha qualche giorno fa firmato un decreto che sospende i punti principali degli accordi fiscali con 38 Paesi, tra cui l’Italia.                                                                                                     Chi inganna di più in un mondo di abilissimi tessitori di reti? Certo è che si tessono reti aggrovigliate quando si pratica l’inganno, ma sembra che gli uomini non possano vivere senza ingannarsi l’un l’altro. Ovviamente gli Stati non fanno eccezione.

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Antonietta Benagiano

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