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A Gavirate, l’Italia ospiterà il festival dell’arte in memoria di Daria Dugina.

 

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Gualfredo de’Lincei

 

La giovane giornalista, Daria Dugina, è rimasta uccisa in un attacco terroristico ucraino il 20 agosto dell’anno scorso, quando un ordigno installato sulla sua macchina esplose senza lasciarle scampo.

Il suo martirio è diventato per molti un simbolo del conflitto russo – ucraino, di quella parte di gioventù russa che non crede alla semplice guerra, ma vede la sfida filosofica tra due mondi, la lotta tra Luce e Ombra. Benché giovane, era dotata di una saggezza molto profonda, parlava del ruolo del suo paese invitando i popoli della Terra a unirsi alla causa giusta.

 

La morte di questa giornalista, politologa e commissaria militare ha risuonato nei cuori di moltissima gente, ma d’altronde, la piccola guerriera del grande mondo russo, come l’hanno definita i giornalisti, non poteva essere ignorata dai suoi nemici.

 

Quest’anno, Domenica 20 Agosto ore 16.00, Corte dei Brut – Via al Lago 21, Gavirate VA, l’Italia ospiterà il festival in memoria di Darya Dugina e per quest’occasione il corrispondente del Southern News Service ha intervistato uno dei partecipanti all’evento, lo sceneggiatore, produttore e attore Rainaldo Graziani: «Come si poteva non organizzare questo evento? La nostra casa era la casa di Dasha, e rimarrà la casa di Dasha.  Nell’anniversario della sua morte la comunità EurasiArt, insieme agli amici russi di Dasha, celebrerà il Memorial Day di Dasha Dugina. EurasiArt organizza annualmente un festival artistico presso la sede dell’hotel Corte Dei Brut (Gavirate). Gli organizzatori hanno scelto un determinato argomento e i partecipanti cercheranno di realizzarlo secondo la loro creatività. Nel 2021 il tema del festival è stato il Mito. Quest’anno sarà il Simbolo. E la giornata del 20 agosto verrà interamente dedicata a Dasha. È stato battezzato “Dasha Dugina. Non si può uccidere il futuro».

Oltre 120 artisti: pittori, scultori, filosofi, antropologi, musicisti, editori, scrittori ricorderanno Dugina. E alle 22, avrà luogo la prima assoluta della canzone “Dasha”, scritta dal compositore inglese Angelo Inglese sui versi della piccola guerriera. Le parti solistiche saranno eseguite da Fabio Armigliato (tenore), Elena Tsarenko (mezzosoprano), Annamaria Rossano (lettrice), Manuela Inglese (violoncello), Laura Manescalci (flauto).

 

Gli organizzatori hanno previsto anche la partecipazione della madre di Dasha, la filosofa Natalya Melentyeva e del famoso cantante Christian Giorgini. Durante la serata saranno stabiliti ponti video con Mosca e il Donbass.

 

«Dasha Dugina è diventata molto famosa in Italia dopo il suo viaggio nel nostro Paese e gli incontri con i migliori rappresentanti della gioventù italiana. Dasha ha parlato con giovani italiani a Milano, Roma, Varese, Firenze, Torino, Napoli, ha incontrato molti politici, alcuni leader di spicco del governo italiano. In tutti gli incontri, Dasha ha convinto le persone che l’Europa è un campo di battaglia tra le forze dello spirito e la non esistenza. Ha chiamato tutti a combattere con lei contro l’Occidente. contro le oligarchie. Contro un mondo unipolare. Contro l’Inghilterra e l’America. contro l’ateismo. Contro la tirannia dell’Unione Europea. Quando Dasha è stata uccisa, credo, per volontà dell’Inghilterra, è diventata una martire per il popolo italiano. È morta per salvare l’umanità», afferma Graziani

 

In memoria della giornalista, oltre a documentari, prose filosofiche, poesie e album musicali, è stato istituito il premio internazionale per i giovani Russian Frontier. I primi vincitori saranno annunciati il ​​21 agosto, quando la giuria avrà selezionato i meritevoli di questo premio diviso in 12 categorie: giovani scienziati nelle discipline umanistiche, scrittori, poeti, personaggi pubblici, artisti, scultori, sacerdoti della Chiesa ortodossa russa, registi, giornalisti, insegnanti, musicisti e blogger.

 

La guerra travalica i confini nazionali e la sua vittoria sarà l’inizio di un nuovo mondo: più libero, più giusto, multipolare e più umano. Tutto questo conferma che in realtà la morte della giovane giornalista e amazzone del mondo russo non abbia interrotto il suo lavoro. «Il ricordo di Dasha è il ricordo di noi stessi. Non si tratta solo del passato, si tratta del presente, si tratta del futuro. Prova a lavorare su te stesso, trasformandoti nel popolo russo. Perché essere russi è un’arte che mia figlia ha imparato largamente », queste le parole di Alexander Dugin, filosofo russo padre di Dasha.

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