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Pregare per Giorgio Napolitano che senso aveva e che senso ha?
Non si comprende perché molte persone, compreso papa Francesco, abbiano pregato per Giorgio Napolitano quando stava morendo. Aveva 98 anni.  Si pregava affinché continuasse a vivere e a soffrire, oppure affinché morisse e finisse di soffrire? Magari il Papa se legge mi risponderà. Ma non si comprende neppure perché molti, papa Francesco compreso, preghino per la sua anima. Poniamo il caso, magari assurdo, che Giorgio Napolitano durante la lunga vita si sia macchiato di colpe gravissime e che non se ne sia pentito neppure in punto di morte. E’ evidente, stando al Vangelo ( Matteo 25, 31-46), che il “Figlio dell’uomo” gli dirà: “Via, lontano da me, maledetto, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”. In tal caso che senso ha pregare per l’anima di Giorgio Napolitano? Arriva in cielo la preghiera del Papa e di tanti fedeli, e il Signore cambia idea? Ma vi pare? E se muore un assassino mai pentito, va all’inferno giacché in cielo non arrivano le preghiere del Papa e d’altri fedeli? Ma vi pare? Lo stesso ragionamento si può fare se l’anima di Giorgio Napolitano è destinata a passare un po’ di tempo in purgatorio. Ammesso, ovviamente, che esistano paradiso, inferno e purgatorio. Nonché l’anima, dimenticavo!
Renato Pierri

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