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La rock band vincitrice di 2 GRAMMY AWARD

WILCO

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DA OGGI DISPONIBILE IN FORMATO CD, VINILE E DIGITALE IL NUOVO ALBUM

COUSIN

 

https://smi.lnk.to/WilcoCousin

 

 

CONTIENE IL SINGOLO

EVICTED

 

 

Da oggi, venerdì 29 settembre, è disponibile in formato vinile, CD e digitale “COUSIN(dBpm Records / Sony Music) il nuovo album della rock band vincitrice di 2 GRAMMY Award WILCO: https://smi.lnk.to/WilcoCousin. L’album contiene il singolo disponibile in digitale Evicted“, il cui lyric video è visibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=WhmMb5jKItY.

 

Prodotto dall’artista gallese Cate Le Bon, “COUSIN” è il primo album dei Wilco realizzato da un produttore esterno dopo il coinvolgimento di Jim O’Rourke in “Yankee Hotel Foxtrot” e “Sky Blue Sky”.

 

L’utilizzo di un sassofono, delle chitarre giapponesi e di una drum machine in stile New Wave, sono state le influeze che hanno permesso a Le Bon di proiettare l’album verso il futuro. Il risultato è stato l’album più incisivo ed evocativo dei Wilco, correlato ma non legato al momento attuale, un terreno totalmente nuovo per una band che ha testato i confini musicali nel corso della sua lunga carriera.

 

Ammiratori di lunga data del lavoro l’un dell’altro, i Wilco e Le Bon si sono incontrati per la prima volta al Solid Sound Festival della band nel 2019, dove hanno stretto un legame immediato, che ha ispirato il frontman Jeff Tweedy a invitare Le Bon nel famoso studio di Chicago della band, The Loft, nel 2022 per lavorare a “Cousin”.

 

Le Bon ha spinto il gruppo a correre dei rischi, riproponendo i loro punti di forza ormai consolidati ma sfidando la band a contrastare le abitudini – il tutto mantenendo ciò che negli ultimi trent’anni ha definito i Wilco: la loro impavidità, resa possibile dal virtuosismo musicale e da quel linguaggio segreto che solo una famiglia riesce a condividere.

 

«La cosa incredibile dei Wilco è che possono essere qualsiasi cosa – afferma Le Bon –  Sono così mutevoli, ma c’è questo filo di autenticità che scorre attraverso tutto ciò che fanno, qualunque sia il genere, qualunque sia l’atmosfera del disco. A questo punto di una carriera di successo, non sono molte le band che sono in grado di cambiare effettivamente le cose».

 

Le Bon è arrivata a Chicago per mettere insieme tutti i diversi pezzi: creare una struttura musicale con la batteria di Glenn Kotche e le linee di basso di John Stirratt; un’atmosfera con i sintetizzatori freddi e solitari di Mikael Jorgensen, il piano struggente di Pat Sansone e i sassofoni dello strumentista ospite dell’album Euan Hinshelwood; e un filo conduttore che si basa sulla chitarra elettrica di Tweedy e sulle esplosioni musicali di Nels Cline, che Le Bon descrive come “l’atmosfera”, per tracciare un percorso per i testi struggenti di Tweedy.

 

«Cate è molto diffidente nei confronti dei sentimenti – dice Tweedy- ma non nei rapporti umani».

Con la direzione di Le Bon, “Cousin” si è evoluto in qualcosa di più gelido e notturno di tutto ciò che i Wilco hanno creato in precedenza, pur mantenendo la qualità sincera dei testi e della voce di Tweedy.

 

«È la sensazione di essere allo stesso tempo dentro e fuori», dice Tweedy in merito a Cousin”. Sperare, aspettarsi e poi disperarsi. Sorridere attraverso gli antidepressivi, sentirsi male nella stagione calda anche quando gli altri ti dicono che dovresti essere felice. Cousin” è l’espressione più emotiva e degna di nota dei Wilco, sul dolore di cercare di entrare in contatto con gli altri quando spesso non ci riusciamo; sulla gioia di comprendere qualcun altro guardandolo negli occhi e sull’immutabile verità che tutti noi siamo legati, che piaccia o meno.

 

Evicted“, il primo singolo dell’album, vede un narratore che prende consapevolezza di aver perso l’amore, accompagnato dalle chitarre ispirate a Marc Bolan. «Credo di aver cercato di scrivere dal punto di vista di qualcuno in difficoltà di far valere le proprie ragioni, posto di fronte all’evidenza di meritare di essere messo da parte dalla vita di qualcuno – racconta Tweedy – Le ferite autoinflitte fanno male e, secondo la mia esperienza, è quasi impossibile riprendersi completamente».

 

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