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Julio Sergio Bertagnoli a Cusano Italia TV: “Tornassi indietro accetterei la proposta del Paris Saint-Germain. Mourinho? Fa quel che può: non ha una rosa così numerosa e importante come altre squadre”

L’ex portiere della Roma Julio Sergio Bertagnoli, protagonista della splendida cavalcata che ha portato la squadra di Claudio Ranieri a sfiorare lo scudetto nel 2010, è intervenuto ai microfoni di “Pomeriggio Con Noi” su Cusano Italia Tv, trasmissione condotta da Tommaso Franchi.

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Nel corso dell’intervista Bertagnoli ha condiviso preziosi dettagli sulla sua carriera e il suo legame con il calcio italiano, raccontando i suoi umili inizi nel mondo del calcio: “A scuola giocavo tutti gli sport come il volley, il basket… quando avevo 7 anni un amico mi ha invitato ad andare a una scuola a calcio e così ho iniziato la mia storia, ma non avevo mai pensato in quel momento di arrivare ad essere un calciatore professionista”.

L’ex portiere ha condiviso i momenti più significativi della sua carriera, evidenziando il periodo di successo al Santos in Brasile: “Al Santos è stato il periodo migliore, abbiamo vinto due scudetti, siamo arrivati secondi nella Coppa Libertadores. Poi ho avuto la possibilità di andare in Italia ed è stata veramente un’esperienza fantastica per me e per la mia famiglia, i miei figli sono nati a Roma, quindi tutto quello che ho potuto imparare, non solo della cultura italiana, ma anche del calcio che mi fa lavorare fino a oggi”.

Bertagnoli ha ricordato il suo arrivo a Roma, esperienza indimenticabile per lui che ha contribuito a plasmare la sua carriera nel calcio italiano: “Mi ricordo che quando sono entrato nello spogliatoio di Trigoria c’erano Panucci, Totti, Montella, tanti campioni che io avevo visto solo sulla playstation: quindi poter essere lì, dividere lo spogliatoio, poi, dopo tanti anni, imparare con loro, poter essere amico…  è stata un’esperienza indimenticabile per me”.

Il momento culminante dell’intervista è stato quando Bertagnoli ha parlato del suo debutto in una partita importante contro la Juventus il 30 agosto del 2009: “A Trigoria eravamo in ritiro per andare alla riunione tecnica. Io scendevo sempre prima per fare una doccia, prepararmi, per andare alla riunione. Praticamente trovo Spalletti nel corridoio, che si stava preparando per la partita, e lui mi dice “sei pronto?” e io ho risposto “sono sempre stato pronto”. In riunione tecnica ho visto la formazione della squadra e dovevo fare il mio esordio quel giorno dopo quasi più di 3 anni che stavo alla Roma. Avevo fatto solo una partita amichevole. Non era stato un buon risultato, però…”.

L’ex portiere ha anche condiviso l’importanza di una parata memorabile fatta a Stefano Mauri in un derby romano contro la Lazio: “Io sono 1,85, quindi non sono un portiere altissimo, ma ero molto reattivo… La gente aveva mancanza di fiducia nei miei confronti perché non mi avevano mai visto giocare una gara ufficiale e soprattutto un derby, quindi quella parata lì è stata fondamentale per me e anche per la squadra perché abbiamo vinto dopo 5 minuti, quando Marco Cassetti ha fatto un gol e abbiamo vinto. Quindi è stato più o meno quello che mi ha fatto veramente esordire nel calcio italiano. Poi quell’anno abbiamo giocato molto bene, ma anche io individualmente ho fatto un anno bellissimo”.

Indimenticabili anche le emozioni che ha provato quando il 18 aprile 2010 quando intercetta il calcio di rigore di Sergio Floccari sul punteggio di 1 a 0 per la Lazio che permette alla Roma di ribaltare il risultato (1-2): “Ero in camera con Luca Toni, una sera prima in ritiro a Trigoria, ho detto “dai domani paro il rigore e tu fai il goal della vittoria, così rimaniamo in testa la classifica” e più o meno è andata così: ho parato il rigore, è stato bellissimo, poi abbiamo vinto… siamo usciti 2-3 volte dallo spogliatoio per andare sotto la curva sud. Ho bellissimi ricordi con Perotta, con tanti altri che sono veramente indimenticabili”.

Alla domanda di Tommaso Franchi, se rigiocherebbe la partita con la Sampdoria che, si dice, costò alla Roma lo scudetto del 2010, Bertagnoli ha risposto: “Sono due le cose che nella mia carriera volevo fare diversamente: una quella partita che poteva cambiare molte cose per tanta gente, per la storia della Roma, per la città, per la mia storia con la Roma… se l’avessimo rigiocata 10 volte sicuramente avremmo vinto 9. Poteva essere un punto diverso nella mia carriera sicuramente. La seconda cosa che cambierei quando la Roma è diventata proprietà americana, con Sabatini. Loro mi hanno detto che dovevo andare via perché non mi volevano più e ho avuto una proposta per andare a Parigi, al Paris Saint Germain con Leonardo, ma mia figlia era appena nata. Io ero già conosciuto nel calcio italiano e alla fine abbiamo fatto una scommessa di andare al Lecce con una promessa di un’altra squadra: se io giocavo tutto quell’anno con il Lecce potevo firmare un contratto di quattro anni con un’altra squadra importante in Italia e ho rifiutato il Parigi. Non è mai stato detto quale squadra fosse… perché sono cose che succedono, accordi che tante volte succedono nel calcio… la Roma non mi voleva più, questa squadra tramite il mio procuratore ha accennato che potevamo fare un contratto, addirittura dovevo guadagnare pure di meno, ma erano altri quattro anni in Italia in un campionato dove io ero già conosciuto e ho fatto una scelta. Oggi ripensandoci dovevo andare a Parigi”.

Il 23 settembre 2010 Bertagnoli si infortuna alla caviglia al 90′ della partita Brescia-Roma 2-1. La squadra però, avendo finito i cambi, non può cambiare il portiere, che decide di restare in campo nei 6 minuti finali nonostante la lesione accusata e i forti dolori. “Io venivo da un anno spettacolare e volevo giocare a tutti i costi. Ho fatto un’uscita sbagliata, mi sono fatto male, ho avuto una micro frattura del piede e poi tutti i legamenti della mia caviglia sono stati infortunati, però non lo sapevo in quel momento. Ho parlato con Silvano, il terapista dell’Italia, e mi disse “se vuoi rimanere ti faccio una cosa sulla caviglia con il nastro” e così è andata. Ho giocato 5 minuti col piede rotto, con tutti i legamenti che erano andati, faceva molto male. Ranieri se c’avevo la febbre, se c’avevo il mal di pancia, se c’avevo qualsiasi cosa, lui mi faceva giocare e questo mi faceva molto piacere. Quindi non era giusto uscire in quel momento se potevo essere lì, anche se faceva molto male”.

L’ex portiere ha elogiato l’allenatore attuale della Roma, Jose Mourinho, e ha discusso delle critiche sullo stile di gioco della Roma sotto la sua guida, sottolineando la necessità di valutare la squadra e le risorse a disposizione: “È il numero uno come persona, ho giocato contro di lui e lui è sempre carico, vuole vincere. Poteva andare da qualsiasi parte e ha scelto di venire alla Roma, fare parte di un progetto che secondo me ogni anno diventa più importante. Oggi vedo la Roma con attaccanti importanti e una difesa che secondo me sta facendo bene. Poi il campionato è più difficile, anche con le squadre più piccole deve soffrire, non ha una rosa così numerosa e importante come forse altre squadre, è sempre una sfida ogni partita per un allenatore come lui mettere in campo la migliore formazione. Io penso che lui abbia le sue caratteristiche, dobbiamo sempre vedere quello che lui ha a disposizione come rosa e quello che si può fare con le caratteristiche dei giocatori che ci sono. Secondo me la rosa della Roma è una rosa importante, può sempre migliorare, come qualsiasi squadra al mondo, quindi per me lui sta facendo quello che può. Poi ci sono sempre gli errori individuali, ci sono tante variabili nel calcio… non è normale quello che facciamo noi giocatori, tra virgolette, di scaricare tutta la colpa all’allenatore”.

Infine, Bertagnoli ha affrontato il tema delle scommesse nel calcio, evidenziando le sfide legate alle influenze esterne sul gioco e l’importanza di mantenere la professionalità tra i giocatori: “Ci sono tante persone con brutte intenzioni, con soldi che girano e alla fine se non si prende un professionista giusto, con la testa giusta, queste distrazioni possono intervenire e fare il male del calcio. Speriamo che tutto questo possa passare velocemente, che i giocatori possano avere la testa giusta per pensare a giocare a calcio ed essere professionisti all’estremo”.

Per vedere l’intervista: https://youtu.be/tyobExeBpnw?si=sse-756ycJC31qxc

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