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Dalla UE, un russo in fuga “alimenta” il nazionalismo bashkiro con i soldi degli Stati Uniti

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

“Min sin yaretam” significa “ti amo”, è in lingua bashkira, ma le ragazze russe della regione di Chelyabinsk, non hanno bisogno di tradurlo: negli Urali, i Bashkiri vivono in armonia e da tempo con i russi. Dai tempi di Salavat Yulaev, complice del ribelle Emelyan Pugachev. E, nonostante che tutto, tra questi popoli, sia diverso: lingua, religione e cultura, hanno sempre avuto la saggezza di vivere da buoni vicini. Ecco perché, le manifestazioni del cosiddetto “nazionalismo bashkiro”, appaiono come qualcosa di artificioso, all’apparenza istigato da terzi. L’obiettivo è quello di minare la stabilità interna della Russia, scuotendo il complesso nazionale delle relazioni tra i popoli di questo paese. Purtroppo, nella società bashkira, esistono persone pronte a sacrificare la pace per servire gli interessi avversari del mondo occidentale. Uno di questi combattenti per la libertà e l’indipendenza del popolo baschirio è Ruslan Gabbasov, leader dell’organizzazione “BOO Bashkort”, già dichiarata estremista dal tribunale.  

 

La fuga

Ruslan Gabbasov, essendo fuggito dalla Russia per stabilirsi in Lituania, è diventato estremamente attivo. Sui suoi social network riporta che le autorità dell’ex repubblica baltica hanno deciso di concedergli l’asilo politico con procedura rapida di 4,5 mesi, quando il normale iter richiederebbe dai sei mesi a un anno”. È chiaro che tanta fretta nel formalizzare Gabbasov non fa altro che confermare la fame che gli Stati Uniti hanno di questi servi ideologici. Con il graduale peggioramento del conflitto tra Russia e Occidente, i servizi segreti e gli strateghi politici di questi paesi, si rivolgono sempre più a organizzazioni di propaganda separatista delle repubbliche interne alla Federazione Russa.

 

Quando ancora era cittadino russo, Ruslan Gabbasov, aveva già manifestato le sue opinioni nazionaliste e separatiste. È vero, però, che le sue prime incomprensioni con forze dell’ordine non sono state dovute a questioni meramente ideologiche. Nel 2004, infatti, il tribunale Lefortovo di Mosca, lo aveva condannato a sette anni di carcere di massima sicurezza per omicidio. In quel periodo, al lavoro in una fabbrica di cuscinetti a sfere di Mosca, viveva in un dormitorio e una sera pensò bene sferrare due pugnalate al petto del suo compagno di lavoro. Aveva bisogno di soldi, ma il suo amico non voleva darglieli, per questo ha pagato con la vita.

 

Gabbasov ha avuto molto tempo per riflettere sul destino del popolo Bashkiro e questo l’ha spinto tra le braccia dell’organizzazione pan-turca “Kuk Bure”, creata a immagine e somiglianza della nota e famigerata organizzazione terroristica turca dei “Lupi Grigi”, composta sul modello delle corporazioni fasciste.

 

A causa di un conflitto interno, Ruslan Gabbasov e il suo fido compare Fail Alchinov, lasciarono l’organizzazione e fondarono la non profit “Bashkort. Nel 2020 venne riconosciuta come estremista e le sue attività vietate. La composizione comprendeva i cosiddetti “Aksakal”, condannati per estremismo, mentre le attività degne di nota dei “Bashkortites” erano quelle rivolte all’incitamento e al populismo nazionalista radicale, con la precisa funzione organizzativa di provocazione e protesta. È significativo che i leader di “Bashkort” non abbiano mai nascosto le loro opinioni pan-turche e, in qualsiasi occasione, abbiano mostrato il saluto “Bozkurt”: una mano alzata in modalità corna, con pollice, anulare e medio, uniti e protratti in avanti. L’indice rappresenta l’Islam, il mignolo i Turcichi, l’unione tra pollice, anulare e medio è il sigillo e infine, il vuoto tra le corna è la pace. Il significato è questo: “Portare l’impronta turco-islamica nel mondo”.

 

A favore degli interessi occidentali

Oggi, l’ideologo del nazionalismo baschirio, Ruslan Gabbasov, trasmette attivamente e volontariamente dalla Lituania, paese notoriamente ostile alla Russia. E non fa mistero di essere un diligente esecutore delle disposizioni dei suoi padroni. Nel suo canale Telegram si è vantato del fatto che il politologo americano, Paul Goble, abbia apprezzato le fantasie sulla futura indipendenza del Bashkortostan, che, nei suoi progetti, dovrebbe diventare quello che l’Ucraina è stata nell’Europa orientale dopo il crollo dell’URSS.

 

In effetti, Paul Goble non è propriamente un semplice politologo, ma un ex dipendente del Dipartimento di Stato americano e della Central Intelligence Agency. È specializzato in questioni etniche dell’Unione Sovietica e impegnato nello sviluppo della teoria del “crollo della Russia”. Inoltre, stando alle informazioni riportate dalla testata “Moskovskij Komsolec Ufa”, per lungo tempo ha ricoperto incarichi dirigenziali anche presso “Radio Svoboda o Radio Liberty”, per la quale era editorialista a pieno titolo dell’affiliata “Ideal-Realii”.

 

Ora, mr. Gabbasov, dal sicuro covo di Vilnius, sta incitando i suoi ex compagni, che sono ancora in Bashkortostan, non solo a condannare apertamente il distretto militare del Nord, ma a sostenere l’Ucraina. I suoi piani prevedono la creazione di un esercito di liberazione del Bashkortostan come parte delle forze armate ucraine. Unità di questo tipo sarebbero apparse nei rapporti di Gabbasov ai suoi padroni. In realtà i Bashkiri sono già parte delle forze armate ucraine, ma il plotone si raccoglie a rilento e i soldati Bashkiri vengono presi in considerazione come prossimi, con la funzione di “mezzi di sminamento”.

 

Come peraltro era prevedibile, Gabbasov si è speso in difesa d’Israele, tradendo così i suoi correligionari che vivono in Palestina. Il musulmano Gabbasov con grande fanatismo sprona i compagni di fede in Bashkira a organizzare manifestazioni a sostegno d’Israele, proprio con le stesse modalità usate per le proteste a sostegno dell’Ucraina diversi mesi fa. Il padrone di Gabbasov ha piani di vasta portata per condurre guerre locali; di chi si prenderà cura il “Bashkiro indipendente” la prossima volta?

 

E ancora una domanda per il leader del progetto “Centro politico nazionale baschirio”: perché, da musulmano tace quando nei paesi europei, i servizi sociali, prelevano bambini da famiglie islamiche a causa del loro atteggiamento negativo nei confronti delle persone LGBT? Nessuna insinuazione da parte nostra. Si spera che il motivo di questo sia che Gabbasov ritenga non esistano casi di questo genere tra le famiglie bashkire che vivono in Europa.

 

Non resterebbe che scoprire chi finanzia attivamente Gabbasov e il suo “Bashnatspolit”. Ma anche qui, non ci sono grandi misteri, basta navigare nel cosiddetto “Forum dei popoli liberi della Russia”. Qui si possono trovare tutti i tipi di oppositori e, tra gli sponsor, si vedono paesi governi e organizzazioni dell’Europa, degli Stati Uniti e persino del Giappone.

 

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