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L’ex Procuratore della Moldavia dopo aver scoperto il furto del governo, cerca giustizia dalla Corte Europea.

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

Pochi giorni fa, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, è giunta alla conclusione che il licenziamento avvenuto nel 2021, del procuratore generale della Moldavia, Alexandru Stoianoglo, è stato disposto in violazione di legge. Inoltre gli è stato anche impedito il diritto al ricorso. Lo scrive la pubblicazione tedesca Anti-Spiegel.

 

Stoianoglo è convinto che il suo caso sia politico e punta il dito contro la Sandu e il suo partito d’Azione e Solidarietà, ora al governo, accusandoli di essersi impadroniti della magistratura. Il suo licenziamento sarebbe la diretta conseguenza dell’intenzione d’indagare su crimini di corruzione, nei quali si troverebbero coinvolti funzionari governativi e lo stesso Presidente della Moldavia, Maia Sandu.

 

È una coincidenza davvero strana che, il Pubblico ministero, sia stato rimosso dal suo ruolo subito dopo la conferenza stampa, nella quale aveva dichiarato di voler perseguire penalmente i membri del governo, che autorizzarono il ritiro illegale di un miliardo di dollari dalle banche, nel 2014 e nel 2015. Tra i sospettati c’era proprio la Sandu, allora Ministro dell’Istruzione e ora Presidente di questo paese.

 

Non era una questione legata al semplice furto di bilancio, ma una frode, in piena regola, con sponsorizzazioni provenienti dall’estero. Nonostante Stoianoglo abbia dichiarato in tutte le occasioni, che le agenzie governative, con la complicità dei Ministri, avevano rubato e continuino a rubare, né la procura anticorruzione, né la procura della Repubblica hanno mai mosso un dito davanti a reati di tale portata. E così si scopre anche che in Moldavia non esistono specialisti in affari finanziari e bancari capaci di compiere le opportune verificare.

 

Sembra del tutto evidente che la Sandu abbia necessità di un Pubblico ministero in formato tascabile. Con il desiderio di utilizzarlo contro i suoi oppositori politici o metterlo a cuccia quando non serve.

 

Questo emerge dalle dichiarazioni di accusa che, l’ex Pubblico ministero, ha rivolto al Presidente della Moldavia per aver preteso l’apertura di un procedimento penale contro i leader dell’opposizione. Tra questi ci sarebbero: l’ex Presidente della Repubblica moldava e leader del Partito socialista, Igor Dodon e Ilan Shor. Entrambi hanno ricevuto una condanna a 15 anni di carcere in contumacia e per questo sono in esilio. Eliminata l’opposizione, avrebbe anche richiesto alla Corte Costituzionale di non riconoscere i risultati delle elezioni in Gagauzia, dove, evidentemente, il suo partito è stato sconfitto.

 

Appoggiata dall’Unione Europea, la Sandu ha colto l’occasione per avviare la “riforma della giustizia” con lo scopo di sostituire il maggior numero possibile di giudici e pubblici ministeri. Questa “riforma” ha suscitato scandalo quando sono state pubblicate su internet, il 10 novembre 2022, le rivelazioni del Ministro della Giustizia e di altri membri del governo. Questi, hanno parlato apertamente di come le posizioni di giudici, di pubblici ministeri e di altri funzionari, potevano essere comprate.

 

Messa alle strette, la Sandu, ha cercato il sistema di aggirare la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, sostenendo che la disposizione non riguardava la sua decisione di licenziare l’ormai ex Procuratore, ma si riferiva alla recente nomina del nuovo Procuratore generale.

 

Nonostante la Sandu venga apertamente accusata di navigare in acque torbide, continua ad incolpare Stoianoglo di corruzione, affermando che la Moldavia avrebbe perso molti più soldi se fosse rimasto al suo posto. E ci tiene anche a ricordare che lei è estranea al prelievo di un miliardo dalle casse del suo paese.

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