Advertisement

“Il supposto cranio di Plinio il Vecchio” in un libro curato da Gianni Iacovelli e Giuseppe Marceca

 

Advertisement

Quest’anno l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma celebra l’Anno Accademico 2023 anche con il volume curato da Gianni Iacovelli e Giuseppe Marceca “Il supposto cranio di Plinio il Vecchio”. “Supposto” cranio di Plinio il Vecchio che è un reperto del Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, allogato nell’antico Ospedale del Santo Spirito in Roma e gestito, appunto, dall’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di cui è presidente il dott. Gianni Iacovelli.

 

 

Il reperto osseo venne ritrovato nei primi del ‘900 e ha determinato al momento dello scavo, polemiche di ogni genere. L’attribuzione del reperto osseo a Plinio fu contestata dagli archeologi, ma ha suscitato sempre l’interesse mediatico. Ha anche acceso la curiosità degli scienziati che da tempo stanno studiando questa reliquia dell’antichità.

Già nella prefazione Iacovelli e Marceca fanno presente che questo libro ha lo scopo di illustrare proprio uno dei reperti del Museo Storico dell’Arte Sanitaria, appunto il famoso cranio di Plinio il Vecchio, indicato come “supposto” o “suddetto”.

Il singolare reperto osseo fu rinvenuto in scavi non professionali ma neppure clandestini, effettuati nell’agro do Castellammare, nel sito dell’antica Stabia devastata con Ercolano e Pompei dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C.

Le fasi del ritrovamento, descritte con puntuale vivezza da Pier Paolo Vosentin, suscitarono un grande scalpore giornalistico che vide la partecipazione dei più noti intellettuali del tempo; ma l’attribuzione a Plinio venne sempre avversata dal mondo accademico. Con le vivaci polemiche riportate con meticolosa magistrale perizia da Carmen Caccioppoli

Le ossa craniche furono oggetto di rimaneggiamento da parte di chi le aveva ritrovate, probabilmente per dare maggiore valore al reperto: la calotta era di un individuo anziano, di 56-57 anni (l’età dI Plinio), il signore ben vestito e coperto di gioielli, ritrovato in posizione elevata, appoggiato ad un pilastro; la mandibola apparteneva a un giovane di enorme statura, oltre due metri, che gli giaceva accanto.

 

 

La mistificazione, comunque, già notata in precedenza, venne accertata nel corso degli studi portati avanti dal 2017 in poi dal CNR e dalle Università di Camerino, Firenze e Roma La Sapienza, promossi e avviati per interessamento di Andrea Cionci, un giornalista colto e intelligente, che racconta nel libro questa fase degli studi. Questi durarono più di due anni: vengono richiamati nel suo articolo da Gasperi Baggieri, conservatore del Museo, storico della medicina e antropologo, che dà una propria interpretazione del reperto, tra fascinazione e rigore scientifico. Gli studi del cranio hanno avuto una continuazione recente con le ricerche condotte dal gruppo di lavoro del prof. Mattia Falconi, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata, riportate in sintesi in questo volume. Dalla calotta cranica è stato ricavato il “volto dell’Ammiraglio”, un ritratto di Plinio il Vecchio certamente più attendibile di quelli di fantasia documentati da Maurizio Vaglini.

 

 

Le risultanze di questi ultimi studi sono state divulgate di lo scorso 13 giugno nel corso della celebrazione dell’Anno Accademico 2023 (103° della Fondazione) che ha avuto luogo nella Sala Alessandrina, ricordando “Plinio il Vecchio a duemila anni dalla morte”, presente il Ministro della Cultura dott. Gennaro Sangiuliano. Per l’occasione anche il cranio è stato messo in mostra, suscitando il solito clamore mediatico. E, speriamo, dicono i due curatori Gianni Iacovelli e Giuseppe Marceca, altri studi e ricerche, per rendere più vicina e tangibile la verità storica, cui l’Accademia, come promotrice di cultura e di scienza, tiene innanzi tutto.

Ricordiamo che l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria è stata fondata nel 1920, eretta in Ente Morale nel 1922, costituita ufficialmente nel 1933 con Regio Decreto peer gestire l’importante Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, uno dei musei tematici più importanti del mondo. Svolge una intensa attività culturale e scientifica nel campo della storia della medicina e delle scienze affini. Collabora con Istituti e Società scientifiche, Università pubbliche e private, Enti culturali italiani e stranieri per lo sviluppo delle scienze biomediche.

Il dott. prof. Gianni Iacovelli, medico e cultore di storia della medicina, ha insegnato come professore a contratto nelle Università di Messina e di Bari. Ed attualmente, come si è detto, è presidente dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria. Inoltre per circa vent’anni, dal 1982 al 2001, è stato direttore del Centro Pugliese dell’Accademia ed ha realizzato molte attività nel campo della formazione del personale sanitario attraverso corsi, congressi, seminari di studio, in collaborazione con le Università e con gli Ordini dei Medici.

Fra queste attività, anche la stampa di numerose pubblicazioni. Tra le opere citiamo alcuni titoli: Manduria nel ’500 (Congedo 1974), Poesie d’amore della Basilicata (1979), I giorni dell’ira. Risorgimento e poesia in un paese del Sud (Lacaita 1980), Gli acquedotti di Cotugno. Medici pugliesi a Napoli tra Illuminismo e Restaurazione (Congedo 1988), Medici pugliesi nel Risorgimento (Università di Bari 1989), Medicina barocca in Sicilia (Gerni 1990), Terra di Lucania (Schena 1995). Ha pubblicato anche un Manuale di storia della medicina (Gerni 1990) ed ha scritto una storia del vino nel vol. miscellaneo Dal «merum» al Primitivo di Manduria (Filo 1997). Inoltre ha collaborato con un gruppo di specialisti di livello internazionale al volume miscellaneo Cristina di Svezia. Scienza e alchimia nella Roma barocca (Dedalo 1990). E tanti altri. Da ricordare anche che ha curato vari volumi di Atti di congressi, oltre a quelli compresi nella collana del Centro. Inoltre ha coordinato un gruppo di studio che ha partecipato alle pubblicazioni del CNR sulla storia del colera e del vaiolo in Italia.

 

 

 

Ci piace anche ricordare che nel giugno 2018, presso la sala convegni del Castello Aragonese di Taranto, è stata presentata con successo la sua opera in tre volumi “La Storia della Medicina nel Mezzogiorno d’Italia”,edita dal Centro Pugliese dell’Accademia e (distribuita dalla Casa Editrice Dellisanti) con la relazione

di Mons. Prof. Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei e con interventi dell’ordinario di Storia Contemporanea dell’Università del Salento Prof. Vittorio De Marco e della Senatrice Prof.ssa MariapiaGaravaglia, già Ministro della Salute e vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica, oltre agli interventi dei curatori dei tre volumi, dott. Martino De Cesare, dott.ssa Ileana Iacovelli e dott. Antonio Tramonte. A trarre le conclusioni è stato lo stesso prof. Gianni Iacovelli, mentre a moderare l’incontro è stato il giornalista dott. Giuseppe Mazzarino.

 

Gianni Iacovelli è medico chirurgo e cultore di storia della medicina ancora in attività. Specialista in ortopedia, perfezionato in igiene, iscritto all’Albo dei Consulenti Medici Legali del Tribunale di Taranto, già docente di storia della medicina nelle Università di Messina e di Bari ed anche già docente di clinica delle minorazioni S.S.I.S. – Università di Bari.

Recapito in Puglia: Via Dalmazia, 20 – 74016 Massafra – Tel. 099/8801690 – Cell. 3388530139.

Nelle foto: 1) Cranio di Plinio il Vecchio. 2) Prof. Gianni Iacovelli. 3) 3) Copertina del libro. 4) Sala Alessandrina -Museo storico nazionale dell’Arte Sanitaria di Roma. 5) Mons. Prof. Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei. 5) Gianni Iacovelli, Presidente Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.

Nino Bellinvia

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteNo Master Territories: Feminist Worldmaking and the Moving Image
Articolo successivoMassafra. Abbonamenti gratuiti servizio di Trasporto Pubblico Urbano

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui