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150 attacchi operativi da parte di Unità della Resistenza e giovani ribelli in tutto l’Iran nell’anniversario della rivolta di novembre 2019

 

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Prese di mira le basi e le fondazioni dell’IRGC e dei Basij, strumenti di saccheggi e corruzione legati ai mullah

 

Cerimonia in onore di 1500 martiri, proiezione di immagini e installazione di striscioni e manifesti della leadership della Resistenza

 

In commemorazione del quarto anniversario della rivolta del novembre 2019, durante la quale 1500 manifestanti persero la vita per mano delle forze oppressive, Unità di Resistenza (https://english.mojahedin.org/iranian-resistance-units/) e giovani ribelli a Teheran e in varie città dell’Iran hanno condotto operazioni dal 14 al 16 novembre. In 150 operazioni anti-repressione, hanno colpito centri di repressione affiliati alla Guardia Rivoluzionaria, Basij, istituzioni giudiziarie del regime e organizzazioni coinvolte in saccheggi e corruzione, legati ai mullah e ai simboli del regime.

Numerose centri di repressione, spionaggio e saccheggio del regime sono stati presi di mira con materiali incendiari, provocando l’incendio di edifici, insegne e ingressi di queste strutture. Inoltre, decine di cartelloni pubblicitari, striscioni e manifesti raffiguranti Khomeini, Khamenei, Raisi e Qasem Soleimani sono stati dati alle fiamme in varie città.

Le Unità della Resistenza hanno proiettato immagini dei leader della Resistenza Masoud Rajavi e https://www.ncr-iran.org/en/maryam-rajavi/ su alti edifici. Hanno inoltre esposto dichiarazioni a favore del rovesciamento del regime dei mullah e dell’instaurazione di un sistema democratico in Iran in diverse località di Teheran e in altre città, tra le quali Shiraz, Mashhad, Rasht, Isfahan, Karaj, Gorgan, Tabriz, Zanjan, Urmia, Qazvin, Kermanshah, Semnan, Khalkhal, Miandoab, Shahr-e Kord, Takestan, Jonaqan, Manjil, Kish, Shahriar, Dehdasht, Langroud, Pakdasht, Shahr-e Rey, Robat Karim, Babol, Shahroud, Kamyaran, Marivan e Iranshahr.

Martedì 14 novembre, una delle 150 operazioni si è concentrata sul quartier generale operativo Quds della Guardia Rivoluzionaria a Teheran. Questa base, uno dei quattro bracci dell’apparato repressivo della Guardia rivoluzionaria a Teheran, è stata responsabile della repressione, dell’arresto e della tortura dei manifestanti durante le rivolte del 2017, del 2019 e del 2022 nel nord-ovest della città. Le guardie di questa base avevano inizialmente detenuto i manifestanti nella prigione interna della base e successivamente li avevano inviati in altre prigioni della Guardia Rivoluzionaria, dopo interrogatori e torture.

Durante la rivolta del 2022, questa base ha attaccato soprattutto le università e, in particolare, gli studenti dell’Università Sharif.

Un altro obiettivo delle Unità di Resistenza è stato il quartier generale Quds dei Basij, responsabile della sorveglianza di luoghi pubblici, parchi, piazze, strade e vicoli e della persecuzione di donne e ragazze accusate di non indossare propriamente il velo.

Le operazioni sono state condotte anche contro la base navale della Guardia rivoluzionaria a Bushehr, la base Basij della Guardia rivoluzionaria a Bushehr, il centro di preparazione Basij nella provincia di Bushehr, la forza di repressione SSF (Forza di Sicurezza Statale) presso la stazione scientifica e industriale di Teheran e i centri Basij Shahid Ahmadi, Tharallah e Ma’edeh a Teheran. Gli obiettivi comprendevano anche le basi Basij denominate Imam Hassan, Shahid-e Velayat e Shohadaye Kargar a Mashhad, così come la base femminile Basij a Isfahan, le basi Basij di Javad Kazaei e Alavi a Zahedan, la base Basij intitolata a Musa ibn Ja’ a Karaj e la base Basij denominata Al Qa’im a Malekan. Inoltre,  sono stati tra gli obiettivi della gioventù ribelle i seminari affiliati all’IRGC denominati Javad al-A’emmeh e Rah-e Zaynab a Teheran, così come la fondazione per il saccheggio e la corruzione nota come Fondazione dei Martiri e per gli Affari dei Veterani nella regione 8 di Teheran.

Altre attività nell’anniversario della rivolta di novembre 2019 hanno incluso l’incendio di cartelloni pubblicitari e manifesti con immagini di Khomeini, Khamenei, Raisi e Qasem Soleimani a Teheran e in decine di altre città, tra cui Shahr-e Rey, Pakdasht, Arak, Zanjan, Shahrekord, Kerman, Azad Shahr Golestan, Dezful, Minoodasht, Najaf Abad, Isfahan, Robat Karim, Mashhad, Sabzevar, Gorgan, Qom, Tabriz, Iranshahr, Izeh, Andimshek, Gorgan, Fardis Karaj, Shahroud, Zahedan, Dezful, Zanjan, Dorud , Yazd e Izeh.

Segretariato del National Council of Resistance of Iran (NCRI)

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