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Due Stati per due Popoli
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La guerra tra Israele e Hamas, come e più di ogni altra fase del conflitto tra Israele e i palestinesi senza Stato infiamma gli animi, esaspera le passioni, blinda le appartenenze.
Le parole non bastano. Ma noi solo quelle abbiamo oggi. e affermiamo senza dubbio alcuno che quanto è accaduto lo scorso 7 ottobre è feroce e disumano. Pertanto, inaccettabile.
Del pari, feroce e disumana è la reazione che quell’attacco ha scatenato.

Anche l’uccisione indiscriminata di civili è assolutamente inaccettabile. La brutalità, quando colpisce donne e bambini, diventa barbarie, in nessun modo e per nessuna ragione, neppure storica, giustificabile.
Dopo il 7 ottobre Israele ha il diritto e il dovere di difendersi e di sradicare Hamas, in quanto minaccia all’esistenza se non dello Stato ebraico, certamente dei suoi cittadini.
Come molti ora anche noi ci chiediamo: dopo quanti morti la risposta di Israele al terrorismo di Hamas comincerà a perdere legittimità politica e morale agli occhi delle opinioni pubbliche e delle classi dirigenti occidentali?

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Non possiamo non fare i conti con la chiara consapevolezza che questo diritto confligge con quelli di oltre due milioni di abitanti di Gaza, che stanno pagando collettivamente i crimini di Hamas e sono stati uccisi a migliaia, espulsi dalle loro case, costretti a vivere in condizioni umanamente insopportabili e con prospettive che giorno dopo giorno sono sempre più tragiche.

Siamo fra coloro che, nel mondo, si sentono partecipi delle sorti di un popolo spodestato di terre, case, speranze, infine rinchiuso in recinti che niente hanno a che vedere con una patria libera e autodeterminata. Ma siamo anche fra coloro che in nessun caso possono sentirsi partecipi di un progetto politico e militare che si fonda su una lettura etnico-religiosa di quel conflitto: puri contro impuri, “vero Dio” contro infedeli.
Ci dissociamo con convinzione da chi uccide nel nome di Dio: sia quello del Corano sia quello della Bibbia.
Allo stesso modo rifiutiamo e combattiamo ogni forma di antisemitismo, mantenendo salda la distinzione fra Hamas e popolo palestinese.

Formule come «pace in cambio dei territori» e «due Stati per due popoli» devono tornare ad essere parte integrante del lessico politico.
Una formula vecchia, la seconda, colpevolmente abbandonata da chi propugnava quella che oggi si chiama “annessione strisciante”. Confidando, per quanto ingenuamente, che chi detiene la responsabilità del massacro che si sta consumando, ne paghi davvero le conseguenze, il nostro auspicio è che si giunga presto alla nascita di uno Stato palestinese democratico, con tutte le garanzie per la sicurezza di Israele.
Riconoscendo finalmente che ci sono due popoli, e indipendentemente da come ci sono arrivati, il conflitto tra di loro non può essere risolto finché l’esistenza in quanto nazione di ciascuno sia negata dall’altro. La loro accettazione reciproca può fondarsi solo sulla completa uguaglianza di diritti, compresi i diritti nazionali, nonostante le cruciali differenze storiche tra loro. Non c’è altra soluzione sostenibile, escludendo l’improponibile ed impensabile vocazione allo sterminio o all’espulsione di un popolo da parte dell’altro.

41° Congresso della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera
Lucerna, 2 dicembre 2023
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