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IL PUNTO   n. 933 dell’ 8 DICEMBRE 2023

di MARCO ZACCHERA 

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Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it

 

Sommario: Le scarpe rosse dell’ipocrisia – Il fisco iniquo che grazia i “grandi” – Gente di Lago

 

GENTE DI LAGO 3

E’ uscito il volume GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata raccolta di personaggi, racconti, storie del Lago Maggiore arricchito da molte foto d’epoca ed al quale ho direttamente collaborato. I lettori de IL PUNTO possono richiedermelo direttamente via mail al prezzo speciale di 20 euro spese di spedizione comprese. Il ricavato verrà devoluto al “Verbania Center”. Ricordo di indicare nella richiesta anche il proprio indirizzo postale. 

 

LE SCARPE ROSSE DELL’IPOCRISIA

Ieri sera, alla “prima” della Scala, le signore milanesi ingioiellate e radical-chic vestivano di rosso contro i femminicidi.

Sublime ed ennesimo esempio di ipocrisia dopo che per 3 settimane il caso di Giulia Cecchettin ha occupato tutte le cronache. Chissà se qualcuno avrà notato come questa tragedia sottolinei come il controllo dell’opinione pubblica avvenga ormai sulla base di scelte mediatiche per “fare audience”, così come avviene per vendere un leader politico o un dentifricio?

Per montare un caso c’è spesso bisogno di elementi morbosi, eccitanti. Serve una donna giovane e bella, la “suspence” di una scomparsa, un famigliare che la butta in politica (il caso Cucchi ha fatto scuola), una caccia all’uomo e un arresto più o meno sensazionale e allora qualsiasi banalità sarà poi buona per fare titoli in prima pagina (tipo “Il killer incontrerà o meno oggi i suoi genitori?”).

Una vita umana ha nel mondo delle news ben diversi valori: quanto spazio è stato dedicato a Giulia rispetto a quel povero turista tedesco – pur della sua stessa età – sgozzato a Parigi mentre fotografava la Tour Eiffel? Un esempio per far capire che tutto è solo scelta mediatica e così se gli assassini sono musulmani si tende spesso a sopire le notizie ad evitare potenziali “odi o ritorsioni” (e all’opposto c’è invece chi vorrebbe far passare tutti i musulmani come killer il che è assurdo), così come le migliaia di morti innocenti a Gaza, in Ucraina, oppure bruciati vivi per un attacco di fanatici islamici a una chiesa cattolica filippina (settimana scorsa a Mindanao) o per la siccità in Etiopia “pesano” infinitamente meno di una povera ragazza.

Pensateci: migliaia di manifestazioni per Giulia con tutti che hanno detto la loro, dai vicini di casa ad una turba di politici, sociologhi, commentatori, avvocati, giuristi: tutti a pontificare sui femminicidi con nessuno che spiegasse almeno come – statisticamente – i casi siano molto meno in Italia che nel resto d’Europa.

Così come nascono le mode: nessuno usava il termine “patriarcato” salvo qualche commentatore biblico, ora è sulla bocca di tutti.

La cosa più importante – e speriamo questo sia stato recepito soprattutto dalle donne – non sono però tanto le manifestazioni, i cartelli o le scarpe rosse, ma piuttosto capire che ciascuna di loro deve avere il coraggio di denunciare il fidanzato violento o il marito tiranno, le discriminazioni o la violenza domestica con il diritto di essere aiutate ed ascoltate. Devono imparare a farlo senza nascondersi e senza paura semplicemente perché l’assoluta totalità dell’altro sesso è solidare con loro, non accetta metodi violenti ma quindi neppure di essere catalogato come tale.

La stragrande maggioranza degli uomini non è composto né da satiri né da “cattivi” ma – anzi – da milioni di persone che si sacrificano ogni giorno per la “loro” donna, esattamente come fa l’altro sesso nei loro confronti. Non è la differenza tra i sessi che genera violenza, ma singoli violenti che vanni fermati e condannati.

Soprattutto le statistiche europee sottolineano che non è più o meno violento un mondo “transgender” rispetto alla famiglia naturale, eppure questo è l’implicito messaggio che si vuol trasmettere.

Non credo che a scuola possano o riescano a spiegarti bene lo schianto che avviene in un giovane cuore abbandonato, soprattutto se è la prima volta, ma visto che in Italia ci sono circa 4.000 suicidi l’anno (ovvero circa 30 VOLTE i femminicidi, tra cui moltissimi ragazzi, ragazze e giovanissimi) forse – oltre che andare in piazza – servirebbe dedicare più tempo, risorse, psicologici e affetto per aiutare chi sta male e si sente abbandonato, chi non accetta di essere lasciato.

Parlare, discutere, capire: servirebbe più dialogo tra le persone (e le generazioni) che invece non c’è più perché questa società l’ha abolito per renderlo “virtuale” e anche i raptus di violenza sono spesso collegati a troppe relazioni assurde, più o meno condivise sui “social” o inseguendo i “testimonial” che affrontano queste tematiche soprattutto peri loro personali interessi.

D’altronde si cresce così: avete presente i fanta-film che girano sugli schermi e sui telefonini tra mostri alati, draghi, eroi vendicatori tutto con una violenza inaudita, addirittura sublimata, che è diventato il menu quotidiano di una intera generazione?

Dietro gli omicidi c’è spesso la morbosità, l’ignoranza, l’impreparazione psicologica a vivere relazioni stabili, anche perché pochi giovani hanno avuto il privilegio di avere dei genitori attenti, disponibili, aperti al confronto.

Ma si ammetta senza ipocrisie che questi sono anche i frutti dell’aver volutamente distrutto il modello di famiglia che era a base della nostra società per spingere verso altri modelli costruiti a tavolino, magari per creare tanti “buoni” cittadini progressisti.

Sono aperto al dibattito, ma non ho forse qualche ragione?

 

Approfondimento: FISCO, SOLO GRANDI E’ BELLO ?

Su “IL PUNTO” avevo condiviso e sottolineato con piacere la scelta della premier Meloni di tassare gli estraprofitti bancari non dovuti a speciali “meriti” imprenditoriali dei banchieri ma automatici per l’esponenziale crescita dei tassi BCE senza però poi riconoscerli alla clientela: facile far soldi così.

Con rammarico prendo atto che la proposta è andata man mano evaporando e alla fine lo Stato di soldi freschi dalle banche ne incasserà pochini nonostante i maxi-profitti.

C’è da dire che tutti hanno giocato “pro banche”: Banca d’Italia, BCE, media, giornali, opinionisti. Tutti (disinteressati?!) a difendere il grande capitale (sinistra compresa) ed attaccando “l’imprudenza” della Meloni che – in fondo – per una volta aveva avuto il coraggio di affrontare il torbido e opaco mondo della speculazione e della finanza.

Ancora una volta i “grandi” riescono sempre a farla franca, i “piccoli” vengono bistrattati, a parte l’ampia ed eccessiva platea degli evasori per i quali credo si stia esagerando con “sconti & stralci” e sui quali credo sia ora di stringere.

Una buona notizia (se si concretizzerà e la storia non finirà come con le banche) è che sarebbero stati sequestrati 779 milioni di euro a Airbnb, colosso della prenotazione alberghiera on-line per presunta evasione fiscale. Un primo passo per mettere un po’ d’ordine nella speculazione – sconosciuta ai più – nel campo delle prenotazioni turistiche.

“Prenotate con il nostro sito, nessuna spesa per voi” Quante volte, prenotando un hotel o un B&B alla ricerca dell’offerta migliore, siamo stati indotti all’acquisto dalle tariffe concorrenziali di un sistema on-line che ha rivoluzionato le prenotazioni per i viaggi a livello mondiale?

In realtà a pagare – e profumatamente – per quelle prenotazioni sono gli stessi albergatori (ma spesso i turisti questo non lo sanno) che sono obbligati a versare poi alle varie catene on line  – come Booking.com, Venere, Trivago, Expedia e Airbnb – percentuali intorno al 18% dell’incasso.

Una percentuale molto alta e che diventa ancora più ingiusta perché queste catene di prenotazione, non avendo sede in Italia ma in paradisi fiscali,  a loro volta non pagano le imposte sui loro profitti con un danno di miliardi di euro per l’erario italiano e di tutti i paesi dove si trascorrono le vacanze.

La sentenza su Airbnb è un precedente importante perché un concetto fondamentale dei principi fiscali europei è che le imposte andrebbero pagate là dove vengono prodotti i redditi che le generano e quindi le percentuali incassate dai vari siti per soggiorni italiani dovrebbero essere tutti sottoposti alle nostre normative fiscali e non dove c’è la sola sede legale.

Più in generale il problema di Airbnb (che ha evaso la cedolare sugli affitti) introduce anche quello della “sparizione” degli appartamenti che prima venivano dati in affitto e i cui proprietari preferiscono rivolgersi appunto ai motori di ricerca sottraendoli al libero mercato. Ciò porta a enormi disastri dal punto di vista sociale, come ben sanno tutte le persone, gli universitari o le giovani coppie che (invano) cercano casa, soprattutto nelle città e nei centri turistici.

Questo fenomeno speculativo ha assunto proporzioni gigantesche: sono diventati “turistici” almeno 32.000 appartamenti a Roma, 25.000 a Milano, 12.000 a Firenze per un totale di oltre mezzo milione di appartamenti a livello nazionale. Questi redditi spesso sfuggono al fisco sia per i proprietari che per le società di gestione di cui Airbnb è la massima espressione, così come si sfugge dai controlli di polizia in un sistema di locazione “in nero” che non solo fa concorrenza sleale agli albergatori “ufficiali” ma crea anche una grande sacca di evasione fiscale.

Il duplice aspetto della tassazione dei redditi dei siti web da una parte e l’emersione dell’evasione dei redditi dei fabbricati “turistici” dall’altra potrebbe portare all’introito per il fisco di molti miliardi di euro che si spera vengano poi investiti nella sistemazione proprio di quei monumenti, strutture e servizi che possano sviluppare e rilanciare il turismo italiano che è in caduta libera nel mondo rispetto alle scelte turistiche mondiali di qualche decennio fa.

Il “Bel Paese” ha bisogno di una bella rinfrescata in tutti i sensi, ecco come trovare i mezzi per finanziarla.

Un ultimo consiglio: prima di prenotare le vacanze, contattate anche direttamente – se possibile – la struttura dove volete recarvi: spesso scoprirete che vi faranno uno sconto maggiore di quello di Booking perchè quel 18% di provvigione “pesa” parecchio sulla tariffa finale!

 

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