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“Ex Ilva, la soluzione sta dietro l’angolo con i finanziamenti al seguito, ma gli addetti ai lavori percorrono l’autostrada del nulla”, a pensarla così è l’avvocato Nicola Russo, presidente del Comitato Cittadino Taranto Futura.

 

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Secondo l’avvocato, in questi giorni stiamo assistendo alla effettuazione di convegni a destra ed a manca sul destino dell’ex Ilva di Taranto. Di seguito riportiamo il suo pensiero.

 

Di fronte alla totale e acefala incapacità politica del Comune e della Regione di voler trovare una soluzione plausibile, e di fronte alle associazioni ambientaliste che vanno dietro ad un obiettivo difficile e irraggiungibile sulla chiusura (dato che l’ex Ilva costituisce una parte dell’asse portante dell’economia italiana e motivo di sostentamento delle famiglie dei lavoratori), bisogna cercare di essere realisti e vedere dove è possibile un orizzonte risolutivo.

 

“Ebbene, ci stiamo sforzando – riferisce Nicola Russo – di fare capire a chi vuole anche strumentalizzare le questione ex Ilva, assumendo anche la parte della scimmietta che non vuole sentire e non vuole vedere, che la soluzione benefica per risolvere il caso è quella di riconvertirla in una industria che, pur continuando a svolgere la sua attività, può diventare veramente ‘green’, creando riscaldamento gratuito per le famiglie tarantine e per le imprese ricorrendo al cosiddetto ‘teleriscaldamento’ (come suggerito dai progetti del Politecnico di Torino e di Milano).

 

In questo modo, la soluzione definitiva è proprio dietro l’angolo, con conseguente rimedio al grave problema dell’inquinamento, della salute dei cittadini e dei lavoratori, della conservazione dell’economia statale e dell’occupazione dei lavoratori.

 

“Ognuno dei suindicati interlocutori va dietro a delle chimere, perché vogliono avere egoisticamente le prerogative e primazie (anche politiche) di verità irraggiungibili, ma che, nel contempo, costituiscono motivo di perdita di tempo e perseguimento di inutile orgoglio personale alla manifestazione delle idee perdute” sottolinea l’avvocato.

 

“C’è il Progetto del Politecnico di Milano e Torino per convogliare il calore prodotto dall’ex Ilva verso le case e le imprese di Taranto, anche se non c’è tra le proposte pervenute al Ministero competente – ci dice Nicola Russo – Vogliamo approfittare ed eliminare l’inquinamento dell’80% e sopperire alla carenza di gas, anche perché per l’idrogeno ci sono tempi lunghissimi?”.

 

Ricorda che era arrivato il via libera della Commissione Europea al programma per una transizione giusta JTF (Just Transition Fund) per l’Italia per il periodo 2021-2027.

 

La dotazione finanziaria complessiva del programma è di 1.211.280.657 euro di cui 1.029.588.558 euro di contributo UE e 181.692.099 euro di contributo nazionale.

 

Il JTF contribuisce al singolo obiettivo specifico di consentire alle regioni e alle persone di affrontare gli effetti sociali, occupazionali, economici e ambientali della transizione verso gli obiettivi 2030 dell’Unione per l’energia e il clima e un’economia climaticamente neutra entro il 2050, sulla base dell’accordo di Parigi (come previsto conformità con l’articolo 5, paragrafo 1, secondo comma del regolamento UE 2021/1060).

 

Il MiTE, Ministero della Transizione Ecologica, aveva avviato la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Programma Nazionale Just Transition Fund.

 

La Commissione VIA VAS del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha concluso l’esame dei procedimenti di valutazione ambientale.

 

Per quanto riguarda la provincia di Taranto, è prevista la costruzione di turbine eoliche e di impianti geotermici per gli edifici pubblici e l’attuazione di progetti di ricerca sull’idrogeno verde.

 

Tra gli obiettivi nella provincia pugliese c’è anche la creazione di una cintura verde, intorno alla città di Taranto, per ripristinare terreni dismessi e degradati e contribuire alla riduzione di Co2.

 

In conclusione con il Progetto del Politecnico di Milano e Torino di Teleriscaldamento, ci sarebbe per Taranto una soluzione per la crisi energetica e ambientale: le fonti di inquinamento, invece di disperdersi in aria, si disperderebbero in giù, venendo catturate internamente, con tutte le cautele del caso.

 

Ci sarebbe l’abbattimento dell’80% dell’inquinamento e un risparmio notevole di gas, luce, e così via, oltre alla tutela del lavoro, che di contro verrebbe incrementato.

 

Inoltre intorno all’ex Ilva, ci sono grandi terreni, dove verrebbe collocato il fotovoltaico, con ulteriore energia per lo stabilimento e per la città, con finaziamenti europei a go-go.

 

“Avevamo chiesto, in merito un’audizione alla Regione – ha concluso l’avvocato Nicola Russo – ma non abbiamo saputo più nulla!”

Vito Piepoli

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