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La premier Giorgia Meloni ha sentito il primo ministro ungherese Victor Orban a proposito del caso dell’italiana Ilaria Salis, la maestra italiana di 39 anni detenuta perché accusata di aver partecipato ad un’aggressione a colpi di manganello ai danni di due cittadini ungheresi durante una manifestazione a Budapest nel febbraio dello scorso anno. Secondo la testata tedesca Bild, in Ungheria, l’italiana è accusata di far parte della Hammerbande, un’organizzazione terroristica di estrema sinistra con sede in Germania che organizza agguati con martelli e manganelli in tutta Europa contro militanti di destra. Il giornale ha spiegato che l’obiettivo della Hammerbande «è quello di attaccare l’avversario politico, ferirlo e costringerlo a rinunciare alla sua militanza politica» e che, durante gli agguati del febbraio 2023 a Budapest, «nove persone sono rimaste ferite, 6 delle quali gravemente». Per documentare l’accusa di «tentato omicidio colposo in concorso», la polizia ungherese ha consegnato all’autorità giudiziaria delle riprese video che mostrano due persone accerchiate e aggredite da un gruppo di persone che brandiscono delle spranghe. Al momento dell’arresto, la Salis era stata trovata in possesso di un manganello retrattile. Il padre di Ilaria ha spiegato: «Lo aveva portato con sé per un’eventuale difesa personale». Come riportato da un quotidiano italiano, non è la prima volta che la Salis finisce nei guai. Nel 2022, si era beccata una condanna di otto mesi per resistenza aggravata contro le forze dell’ordine. Ma non solo, è saltato fuori che la maestrina dalla penna rossa era stata intercettata mentre conversava di manifestazioni e siti web dell’area antagonista con Roberto Cropo, l’anarchico estradato dalla Francia nel 2020 e finito nell’operazione Bialystok». Questa operazione, condotta dalle autorità italiane, aveva smantellato una cellula eversiva anarco-insurrezionalista a Roma che aveva la base nel centro sociale Bencivenga occupato. Secondo la procura, i sette anarchici arrestati erano responsabili di «associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e porto di materiale esplosivo, istigazione a commettere delitti contro la personalità dello Stato, oltre che incendio e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico». Nelle ultime ore, è saltato fuori un altro episodio di violenza in cui sarebbe stata coinvolta Ilaria Salis. In una nota del partito di Matteo Salvini, si legge: «Il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi. Per quei fatti, la Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega». A prescindere dalla conclusione del processo, l’Italia deve comunque ringraziare l’italica eroina Ilaria! Il pestaggio dei due maschi ha demolito le leggende metropolitane del femminicidio e della violenza di genere e ridato fiato ai maschi italiani allergici alla narrativa del pensiero unico. Lo spirito da donna virago incarnato nelle tumefazioni dei malcapitati, ha dimostrato che una donna sola è sempre in cattiva compagnia, ma quando “raddoppia”, l’installazione di panchine nere contro la piaga dall’ominicidio, diventa un imperativo categorico.

Gianni Toffali

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