Advertisement

AZIONE CONTRO LA FAME OPERA IN MAURITANIA DAL 2007 SOSTENENDO LA POPOLAZIONE RIFUGIATA E LOCALE CON PROGRAMMI NUTRIZIONALI E SANITARI

Alla vigilia della visita della presidente von der Leyen in Mauritania, Azione contro la Fame lancia l’allarme:

Advertisement

un mauritano su 10 soffre di insicurezza alimentare, mentre si intensifica l’ondata di rifugiati dal Mali

 

Vista del campo di Mbera, Mauritania, nel 2022. © Carmen Abdali per Azione contro la Fame.

  • La capacità del campo profughi di Mbera, in Mauritania, sta per essere ampiamente superata dall’afflusso di maliani in fuga dalla violenza e dall’insicurezza nel loro Paese.
  • Sono oltre 90.000 le persone registrate – più dell’intera popolazione del più grande campo profughi siriano del mondo – e presto il campo non sarà più in grado di accogliere altre persone.
  • Questo afflusso avviene in un contesto mauritano in cui quasi il 10% della popolazione soffre di insicurezza alimentare. Diverse regioni del Paese stanno affrontando situazioni nutrizionali che vanno dalla crisi all’emergenza (secondo la scala IPC).
  • Azione contro la Fame opera in Mauritania dal 2007, fornendo una risposta umanitaria che si concentra sia sugli sfollati, sia sulle popolazioni ospitanti.

7 febbraio 2024. Domani il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen visiterà la Mauritania, uno dei Paesi più poveri al mondo secondo l’Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. La visita arriva in un momento in cui il Paese sta affrontando una situazione critica: la Mauritania, infatti, ospita il più grande campo per rifugiati maliani, Mbera, la cui capacità sta per essere ampiamente superata.

Per oltre un decennio, decine di migliaia di maliani sono fuggiti in Mauritania in cerca di sicurezza a causa della persistente instabilità e violenza nel loro Paese, con prospettive di ritorno molto limitate. Dall’aprile 2023, in seguito al deterioramento della situazione della sicurezza in Mali, la Mauritania sta affrontando un nuovo massiccio afflusso di rifugiati, che si è intensificato nella regione di Hodh El Chargui. Sono state registrate più di 90.000 persone – più dell’intera popolazione del più grande campo profughi siriano del mondo – e presto il campo non sarà in grado di accogliere altre persone.

L’afflusso di sfollati sta mettendo sotto pressione le limitate risorse e la coesione sociale delle comunità locali. Shanti Moratti, direttore di Azione contro la Fame in Mauritania, osserva: “Nella regione di Hodh El Chargui c’è un sistema sanitario vulnerabile, con lacune nelle infrastrutture e nei servizi di base che interessano l’intera popolazione, compresi i residenti, i rifugiati e i rimpatriati. La mancanza di accesso all’acqua sicura aumenta il rischio di malattie trasmesse dall’acqua e di malnutrizione. Inoltre, la mancanza di pratiche igieniche e sanitarie adeguate contribuisce alla diffusione di malattie diarroiche e aumenta la vulnerabilità della popolazione. È importante notare che queste difficoltà hanno un impatto uguale su tutte le comunità, siano esse ospiti, rifugiati o rimpatriati, il che aggrava le sfide che la regione deve affrontare”.

In questo la risposta umanitaria è fondamentale. Questa si concentra su attività sia all’interno che all’esterno del campo ed è essenziale per fornire assistenza in modo rapido; pone le basi per lo sviluppo a medio e lungo termine e contribuisce alla coesione sociale. “Per promuovere lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali e dei rifugiati, nonché per garantire una risposta globale e sostenibile che favorisca la coesistenza pacifica e dia potere alle comunità, proponiamo un intervento che affronti i bisogni legati alla pressione sulle risorse e sui servizi di base, alla protezione della popolazione, al miglioramento delle condizioni di vita e alle tensioni tra le comunità”, conclude Moratti.

Vista generale del campo di Mbera, Mauritania. © Carmen Abdali per Azione contro la Fame

LA RISPOSTA DI AZIONE CONTRO LA FAME IN MAURITANIA

Azione contro la Fame, grazie ai finanziamenti europei (ECHO), ha sostenuto 12.000 persone (nuovi arrivati e rimpatriati dalla Mauritania) in modo multisettoriale. Di fronte alle sfide attuali, intendiamo mantenere e rafforzare la nostra risposta alla situazione di sfollamento.

Questa emergenza avviene in un contesto mauritano caratterizzato da alti livelli di insicurezza alimentare e malnutrizione. Secondo i dati del Cadre Harmonisé, nell’ultimo trimestre del 2023, la popolazione in condizioni di insicurezza alimentare è stata stimata in 232.688 persone, pari al 5% della popolazione totale. Nella stagione giugno-luglio-agosto 2024, la popolazione in condizioni di insicurezza alimentare è stimata in 360.000 persone, pari all’8% della popolazione mauritana.

La situazione nutrizionale rimane preoccupante, con dati sulla malnutrizione acuta che indicano un tasso di prevalenza nazionale dell’11,6%. Diverse regioni stanno affrontando situazioni nutrizionali che vanno dalla crisi all’emergenza. Si stima che nel 2023 la malnutrizione acuta grave avrà colpito 44.384 bambini sotto i cinque anni.

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteAutonomia differenziata, Rosaria Succurro (Anci Calabria) annuncia “No alla divisione dell’Italia”, la manifestazione dei sindaci calabresi contro il ddl Calderoli
Articolo successivoparkle espande la sua rete internazionale in Iraq

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui