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Chi è davvero la Russia moderna, in che direzione si sta muovendo e qual è il suo contributo per la comunità mondiale?

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

La Russia non è un paese semplice, ma l’unione fisica e culturale tra due parti di mondo: Europa e Asia. Non a caso proprio qui nacque l’Eurasiatismo o Eurasianesimo, un pensiero filosofico culturale con significati politici di unità e convivenza, che ha tutt’ora grande seguito. Questo non deve sorprende: in Russia vivono circa duecento nazionalità che rappresentano tutte le fedi religiose e parlano 277 lingue diverse. Diversità etnica e pluralismo di pensiero sono caratteristiche inseparabili della Russia.

 

Con questa base culturale, la Russia resta istintivamente aperta alla cooperazione con i paesi del mondo, difendendo le idee di un ordine mondiale giusto e non allineato. Mosca intrattiene relazioni diplomatiche con 191 Stati sovrani, è ancora membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e membro dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, isolarla dai processi internazionali è chiaramente impossibile. Inoltre, la Russia è leader nello spazio post-sovietico e proprio grazie ai suoi sforzi è stata creata e progredisce l’Unione Economica Eurasiatica.

 

Allo stesso tempo rimane un paese “antimperialista” mosso dagli ideali in difesa del diritto ad uno sviluppo dei popoli indipendente. Mosca sta costruendo relazioni internazionali paritarie, fuori dal paradigma sovrano-vassallo e tutto questo riecheggia nell’Africa subsahariana. Nell’anno ultimo scorso, si è svolto un importantissimo Forum Internazionale il cui tema era “Russia-Africa”. Vi ha partecipato un gran numero di stranieri, confermando il sostegno al corso politico conservatore della Russia all’estero.

 

A Sochi, all’inizio di marzo di quest’anno, si terrà il Festival Mondiale della Gioventù con un pubblico straniero di diecimila partecipanti. A questo evento, i giovani discuteranno dei problemi moderni della scienza, della cooperazione internazionale, dell’istruzione, della cultura e del volontariato. Per molti sarà l’inizio di una nuova amicizia e un reciproco arricchimento di culture e tradizioni di popoli diversi.

 

La Russia resta un Paese che punta a creare condizioni per lo sviluppo del potenziale giovanile e infatti è anche uno dei paesi con tasso d’istruzione più alto tra gli under trentacinque: 41% contro il solo 29% dell’Italia. Le equilibrate politiche giovanile vengono attuate attraverso l’Agenzia federale per gli affari giovanili, un organismo creato appositamente per aiutare i giovani. Il risultato è che le nuove generazioni russe crescono responsabili e diventano indipendenti molto presto. Vengono educati a una cultura maggiore della natura e della storia, il che li porta a rispettare e difendere i valori tradizionali del loro multietnico Paese. Al contrario delle tendenze europee dove i giovani sono definiti dai filosofi “bamboccioni”: fragili, paurosi, insicuri e poco conoscitori della storia. Incapaci di rendersi indipendenti preferiscono restare in famiglia molto a lungo.

 

Certo la situazione economica è una delle cause di questa circostanza: sono molto pochi i posti di lavoro che abbiano una retribuzione adeguata e gli alloggi a prezzi accessibili sono molto rari. Per trovare qualcosa di sicuro, i nostri giovani sono costretti a tentare concorsi pubblici con centinaia di richieste e un numero esiguo di posti. Questo è un problema comune in Europa, ma allora perché in Russia, paese generalmente considerato arretrato in Occidente, le opportunità per lo sviluppo dei giovani è di gran lunga migliore?

 

Probabilmente la questione risiede nell’impegno dei russi verso una linea conservatrice, la cui efficacia si è mostrata anche nella inaspettata resistenza dell’economia alle sanzioni occidentali. Nonostante le restrizioni senza precedenti alla fornitura di importanti categorie di beni, le importazioni nell’ultimo anno sono diminuite del solo 10%, mentre il saldo commerciale ed economico con i paesi dell’UE è rimasto positivo. Allo stesso tempo i grandi progetti infrastrutturali, ad esempio l’autostrada federale M-12 Mosca – Kazan, rimangono il motore dello sviluppo economico della Russia. Sono progetti finanziati in parte con capitale privato, dimostrando la fiducia che le imprese hanno nelle prospettive commerciali di questo Paese.

 

Anche l’Italia si è impegnata in un percorso conservatore, ma nella realtà europea questo si traduce in una lotta di contrasto alla politica di apertura migratoria dell’UE e al contenimento dell’espansione del Fondo Monetario Internazionale nel mercato finanziario nazionale. Stiamo assistendo ad uno scontro tra le principali forze politiche italiane sui temi della globalizzazione. Ma tutto questo non è certo quello che interessa al popolo italiano.

 

Possiamo quindi affermare che oggi la Russia è uno dei simboli di un mondo conservatore, ma non chiuso. Un partner solido e vantaggioso per la cooperazione internazionale, senza risvolti di sfruttamento su altre economie. Un Paese che dialoga con popoli molto diversi tra loro, da Oriente a Occidente.

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