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IL GLOBO INFELICE

Russia nuovamente in primo piano per la scomparsa di Navalny, oppositore di Putin (scompare anche la sua salma), con quanto continua ad accadere nelle fiamme russo-ucraine ancora accese. Da tempo immemorabile il nostro globo è diviso in due, Occidente e Oriente (basti ricordare soltanto la guerra tra Greci e Troiani), e pure all’interno dei due blocchi sono tante le divisioni. Dopo gli eventi drammatici del 7 ottobre 2023 ancor più preoccupante appare quel che continua ad accadere in Medio Oriente, dove incerta, pur se da entrambi i popoli agognata, è la tregua fra israeliani e palestinesi. Una tregua sull’altalena, e all’altalena sono ovviamente tutti interessati, di essa si parla e vari Stati, tra cui gli Usa, cercano di esortare le parti a pervenire alla soluzione di due Stati. Netanyahu rifiuta.                                                                                                                              Le parole hanno grande forza, vanno ponderate, pensiamo che nel presente tempo per qualsiasi situazione fuoriescano perlopiù senza riflessione. Olocausto nella Striscia di Gaza da parte di coloro che l’hanno nel secondo conflitto mondiale anche subito? Certo, nulla è da escludere, ma le situazioni sono diverse, l’olocausto stesso, se si vuole usare questo termine, è diverso da quello della programmazione hitleriana. Quanto Netanyahu ordina di porre in atto non è certamente umano, suscita condanna. Per Lula, presidente del Brasile ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza ad opera di Israele può essere paragonato all’olocausto nazista. Non è il solo ad essere indignato della terribile risposta del presidente israeliano agli orribili fatti dello scorso 7 ottobre accaduti nei kibbutz. Anche il principe William, “profondamente preoccupato per il terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente”, andando al di là del protocollo inglese, dichiara la necessità di “un cessate il fuoco al più presto possibile nella Striscia di Gaza”. Prosegue, invece, orribilmente quel che i Palestinesi definiscono Nakba, ovvero la catastrofe con i 75 anni di conflitti arabo-israeliani, sino ai terribili fatti nella Striscia di Gaza, risposta alla brutale uccisione di civili del 7 ottobre 2023 da parte del commando di Hamas. Un commando che, secondo i media israeliani, era anche sotto l’effetto del Captagon, la cosiddetta “cocaina dei poveri” (si parte con soli 3 dollari a compressa), un mix di anfetamine prodotto in Siria (viene infatti detta la droga di Assad) ma realizzato anche in Libano, che annulla ogni forma di umanità accrescendo combattività e aggressività.

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Gaza Strip map .Source: “World reference atlas”
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                                                                                                          E’ ad oggi ancora difficilissima la sopravvivenza nella Striscia di Gaza, ed è fondamentale per i residenti il valico di Rafah da cui continuano a passare gli aiuti umanitari ma dal quale non possono passare i profughi palestinesi perché l’Egitto non ha un piano di accoglienza e teme inoltre che attraverso esso passino pure i terroristi di Hamas. L’Harak al-Muqawamat  al-Islamiyya, ovvero Hamas, il Movimento di Resistenza Islamica fondato il 1987 come derivazione dai Fratelli Musulmani, è considerato gruppo terroristico da Israele Usa Ue Canada Giappone Australia e Regno Unito, vale a dire dall’Occidente. Viene sostenuto da Hezbollah, una organizzazione libanese antisionista, e si appoggia a Egitto Siria e Iran, ma guarda anche al Qatar moderato. Può pertanto mostrare due anime, un fatto positivo, pertanto si dovrebbe nella meno dura fare breccia per il cessate il fuoco. Ma c’è da considerare che va ugualmente portato Netanyahu ad abbandonare ogni azione di crudeltà nella Striscia di Gaza, a guardare oltre il suo attaccamento al seggio presidenziale, seggio che prevede di dover mollare a guerra chiusa. Gli animi sono, dall’una parte e dall’altra, molto esacerbati, e la sicurezza del possesso delle armi non gioca a favore della pace. La guerra si è anzi allargata al Mar Rosso dove continui sono gli assalti alle navi dell’Occidente da parte degli Houthi, l’organizzazione armata autodefinitasi Partigiani di Dio. Si sono, gli Houthi, creati uno Stato tutto loro controllando lo Yemen e quindi quasi tutta la costa del Mar Rosso.                                                        Hamas viene rifornito, oltre che da Teheran, da Russia Cina e Corea del Nord, vale a dire da uno dei due blocchi in cui il mondo è diviso. Ben rifornito è anche Israele, di per sé e pure dal blocco occidentale, soprattutto dagli Usa ossessionati dalla perdita del primato. Israele si tutela: basti pensare solo all’ Iron Dome, il cosiddetto “scudo” terrestre o Cupola di Ferro, sistema di difesa che, calcolando velocità e traiettoria, ferma i missili previsti di probabile caduta su aree popolate Uno strumento di tecnologia avanzata che potrebbe, però, anche incepparsi. Si può sempre riparare, anche ciò fa parte del business creato dall’industria bellica: industria per fabbricare strumenti di distruzione sempre più sofisticati e industria per riparare o per alleviare le cause distruttive in precedenza procurate. Che dire? E’ la genialità del sapiens. Comunque talora ci si rimette ad aver troppa fiducia nella tecnologia. L’ultimo disastro per gli israeliani, diciamo anche per i palestinesi, è molto probabilmente avvenuto per eccesso di fiducia ipertecnologica. Il Mossad, fondato nel 1949 come coordinamento con lo Shin Bet sorto precedentemente, è tra le agenzie di spionaggio più celebrate al mondo, e ad esso lo Stato israeliano presta da sempre molta attenzione supervisionando puntualmente. Eppure non ha funzionato per prevenire l’orrore del 7 ottobre 2023, che è stato origine di altri orrori. Il che porta a considerare che le fonti umane attraverso infiltrazioni possono offrire quelle informazioni che per cause accidentali gli strumenti tecnologici talora non danno. A parte questo “la tecnologia – come rifletteva lo scrittore e drammaturgo Stefan Zweig in un tempo lontano dal nostro ma già sulla strada che sarebbe stata con maggiore incisività nostra – ci ha scagliato addosso la più tremenda delle maledizioni, impedendoci anche solo per un istante di sfuggire al presente. In epoche di catastrofi le generazioni passate potevano rifugiarsi nella solitudine, staccarsi dal mondo; a noi invece è toccato conoscere e condividere ogni cosa che accade sul nostro pianeta, e nell’ora e nel minuto preciso in cui avviene”. A meno di non essere sensibili è addolorarsi sempre, da quando al mattino ci si leva al porsi la sera sotto le coltri con in testa quel tumulto delle tragedie singole e collettive qua e là nel mondo accadute.

 

Antonietta Benagiano

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