Ucraina: Save the Children chiede di estendere la protezione europea dei minori provenienti dall’Ucraina.
Quasi 600 hanno perso la vita in 2 anni
Quasi 600 bambine e bambini sono morti nella guerra in Ucraina, mentre a quelli che cercano sicurezza nei Paesi dell’Unione Europea rimane solo un anno di protezione temporanea. Questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Con una decisione senza precedenti, infatti, il 4 marzo 2022 il Consiglio europeo ha attivato la direttiva sulla protezione temporanea (Temporary Protection Directive – TPD), che garantisce alle persone provenienti dall’Ucraina l’accesso al territorio dell’UE, ai diritti e ai servizi essenziali, ma solo fino al 5 marzo 2025. Non potendo prevedere la fine della guerra in Ucraina e non essendo possibile per molti un ritorno sicuro e sostenibile, Save the Children chiede una protezione a lungo termine per i bambini e le loro famiglie oltre il 2025.
“La protezione temporanea dell’UE è stata un’ancora di salvezza per i minori e gli adulti di riferimento che cercano protezione dalla guerra in Ucraina. Negli ultimi due anni, 592 bambini e bambine sono stati uccisi e altre migliaia sono stati feriti e sfollati”, ha dichiarato Willy Bergogné, Direttore di Save the Children Europa e rappresentante dell’Organizzazione presso l’UE. “Con il conflitto che non accenna a terminare, è fondamentale che l’UE e i governi europei garantiscano una protezione a lungo termine ai minori e alle loro famiglie. È impensabile rimandare in Ucraina i minori scampati agli orrori della guerra, esponendoli nuovamente ai rischi e alle avversità inimmaginabili da cui hanno cercato rifugio. I governi e l’UE devono quindi pensare a lungo termine, perché questo permetterà anche alle famiglie di farlo e darà loro un senso di certezza. Ciò salvaguarderebbe il benessere delle bambine e dei bambini vulnerabili e fornirebbe la stabilità necessaria alle famiglie per ricostruire le loro vite di fronte a un futuro incerto per il loro Paese”.