Ardea e Pomezia: terra dei reati ambientali
Tavolo tecnico per gestione emergenza discariche abusive
Partito Politico Rivoluzione Ecologista Animalista-Rea
Alla luce del vasto incendio verificatosi ad Ardea nei giorni scorsi in una discarica abusiva di pneumatici per cui il Comune ha invitato i cittadini a restare a casa, occorre una riflessione urgente sulla gestione rifiuti e discariche del territorio. Commenta Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale Rea.
Nell’area tra Pomezia e Ardea, si registra un’alta densità demografica con una media di ca 700 abitanti al kmq. E’ evidente una congestione dei servizi. Inoltre, la prossimità con l’area di Pratica di Mare, tutta l’area industriale con una concentrazione di aziende pericolose altamente inquinanti come produzione di vernici, serbatoi di stoccaggio di benzina, o aziende farmaceutiche alle quali si aggiunge la futura creazione dell’inceneritore significa sacrificare un intero territorio, in prossimità del mare, arteria strategica tra la Capitale e il litorale laziale dove hanno investito decine di migliaia di cittadini. Inquinamento atmosferico, del suolo e della falde acquifere mettono a repentaglio ogni giorno i cittadini. Già in passato si sono registrati casi ad alto rischio come incendi che si sono verificati ad esempio nella discarica di amianto abusiva e non bonificata.
Essendo tra l’altro un’area dove convergono grossi interessi economici, non possiamo far finta di nulla sui rischi di convivenza di stampo mafioso e di concussione- prosegue il Segretario Nazionale- Si tratta di una situazione di degrado in emergenza continua. Pertanto le istituzioni comunali e regionali sono chiamate ad intervenire..
Considerando tutta la situazione, chiediamo che sia indetto un tavolo di confronto tecnico per gestire questa emergenza che coinvolga enti e istituzioni, tecnici, il nostro partito Rivoluzione Ecologista Animalista, comitati di cittadini in modo da avviare una mappatura delle discariche abusive e delle aree non bonificate per delineare un piano d’interventi.
La Regione deve intervenire prima che si verifichi un ennesimo disastro. La salute dei cittadini, la tutela dell’ambiente, della fauna e della biodiversità è un obbligo. In caso contrario si delineano reati ambientali dei quali saranno responsabili le istituzioni locali. Conclude Caramanica.