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Incidente idroelettrico di Suviana, riflessioni di un Coordinatore della Sicurezza

Oltre l’incidente, la sicurezza come responsabilità quotidiana e collettiva nei cantieri

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Sei morti, cinque feriti e un disperso è il bilancio del tragico incidente nella centrale idroelettrica di Suviana del 9 aprile 2024, il più grave nel settore energetico accaduto in Italia.

Non voglio entrare nel merito di analizzare un incidente di cui nessuno al momento sa nulla e tutte le ipotesi che stanno circolando sono solo benzina sul fuoco di una tragedia. Il settore energetico è il settore in cui la Sicurezza sul lavoro si fa ogni giorno e il livello delle maestranze impiegate è altissimo rispetto a quanto accade in altri settori come ad esempio l’edilizia.

Sappiamo solo che è stata un’esplosione, ma la ricerca del colpevole in questo momento non cambia la tragedia che stanno vivendo le famiglie delle vittime, le loro aziende e la committenza. L’idroelettrico, tra l’altro, è la fonte rinnovabile per eccellenza e le centrali sparse per l’Italia sono dei gioielli di ingegneria e di sicurezza.

Nel contesto della sicurezza nei cantieri, come illustro nel libro “Sicurezza Operativa, come avere un cantiere sicuro e sempre produttivo”, la ricerca del colpevole spesso trascura le cause sistemica degli incidenti, focalizzandosi piuttosto sul trovare un responsabile. Questo approccio rischia di oscurare l’importanza di analizzare i processi e le procedure che potrebbero essere stati insufficienti o errati. La priorità dovrebbe essere quella di capire come migliorare continuamente le pratiche di sicurezza e imparare dall’incidente per prevenire futuri rischi.

Questo incidente mi ha portato a farmi delle domande personali, sono un ingegnere della sicurezza e lavoro nel settore della produzione e distribuzione dell’energia elettrica.

Quali sono i momenti in cui nei cantieri innalziamo i livelli di sicurezza?

Perché ci sono dei momenti in cui tutti siamo più rilassati?

In “Sicurezza Operativa”, parlo degli attivatori dei comportamenti essenziali per comprendere come l’ambiente lavorativo, le procedure di sicurezza, e la cultura aziendale influenzano le azioni dei lavoratori. La consapevolezza di questi fattori può aiutare a creare un ambiente più sicuro, riducendo il rischio di incidenti grazie a una maggiore attenzione e adattamento del comportamento dei lavoratori.

Aver completato un’opera non deve farci sentire più rilassati, ma dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione sulla sicurezza. Non ci sono momenti in cui siamo più protetti in base all’avanzamento delle opere, ma dobbiamo essere sempre attenti perché la distrazione può causare un incidente. La sicurezza deve essere una costante priorità, indipendentemente dallo stadio di avanzamento del progetto.

Ogni incidente sul lavoro non è soltanto una tragedia da cui distogliere lo sguardo una volta spenti i riflettori, ma è un chiaro monito per tutti noi: la sicurezza non è un compito da completare, ma un impegno continuo che richiede vigilanza costante, formazione incessante e una cultura di prevenzione radicata in ogni lavoratore.

Come ingegnere della sicurezza, invito colleghi, dirigenti e operai a riflettere su come possiamo rafforzare le nostre pratiche, non solo in risposta a un incidente, ma come parte integrante di ogni giornata lavorativa. Dobbiamo aspirare a un ambiente in cui la sicurezza sia tanto intrinseca quanto lo è l’ingegneria che sta dietro alle magnifiche opere che costruiamo. È il momento di agire, di prendere le lezioni apprese anche dai momenti più bui e trasformarle in strategie proattive che salvaguardino ogni vita nei nostri cantieri. La sicurezza non è solo responsabilità di chi indossa il casco sul campo, ma di tutti, in ogni momento e a tutti i livelli dell’organizzazione.

Mario Stigliano <mariostigliano1981@gmail.com>

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