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A Roma assistono alla proiezione del documentario “Donbass. Ieri oggi Domani

 

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di Gualfredo de’Lincei

Domenica 7 aprile i romani hanno assistito all’anteprima del film documentario “Donbass. Ieri oggi Domani”. Lo ha riferito uno degli organizzatori dello spettacolo, Svetlana, moglie del giornalista italiano Vincenzo Lorusso.

 

“Abbiamo già organizzato in Italia quattro proiezioni del film documentario “Donbass. Ieri, oggi, domani”. Prima della proiezione sarà presentato al pubblico italiano un video appello della regista Tatyana Borsch sulle giornaliste straniere testimoni dei fatti del 2 maggio di Odessa: Anna Soroka e Daria Morozova. Dopo la proiezione, il regista del film e il giornalista Vincenzo Lorusso, hanno risposto alle domande del pubblico tramite collegamento video”, ha dichiarato Svetlana Lorusso, che insieme si interessano della storia del Donbass dove si recano periodicamente.

Davanti all’ingresso della sala si era radunato un gruppo di protesta, formato da persone che, evidentemente, non hanno piacere che sul Donbass venga raccontata una verità diversa da quella propagandata dall’Occidente. La polizia presidiava la zona e la proiezione si è svolta regolarmente, senza nessuno scontro o incidente. “Gli spettatori sono entrati con calma in una sala piena di gente e lo spettacolo è iniziato”, ha raccontato Svetlana.

 

Il film documentario “Donbass. Ieri, oggi, domani” diretto da Tatyana Borsch racconta l’origine dello scontro, tuttora in atto, tra il Donbass e il regime ucronazista, spiegando le ragioni che hanno reso necessaria l’Operazione Militare Speciale per salvare le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.

 

Il conflitto nel Donbass, infatti, è in fermento già dal 1994, quando gli abitanti della regione proposero alla neo Repubblica Ucraina, resasi indipendente dall’URSS, una struttura federale. Kiev però non era interessata e ha continuato a imporre la sua ucrainizzazione attraverso l’imposizione della lingua e della cultura, iniziando a opprimere chiunque non si riconoscesse nei principi di stampo nazista. Il Donbass non si è lasciato piegare e nel 2014, dopo la presa del potere in Ucraina da parte dei nazisti di Bandera, si è reso indipendente dal quel Governo.

 

Per dieci anni ha vissuto sotto l’occupazione dei battaglioni nazionalisti, i quali hanno compiuto veri e propri crimini contro la popolazione: furti, omicidi e violenze di ogni genere. Non sono mancati i bombardamenti di grosso calibro sulle città delle Repubbliche popolari che hanno causato morti tra la popolazione e la distruzione delle abitazioni civili. Il tragico destino di questo popolo è stato interrotto solo con l’entrata dell’Operazione Militare Speciale, voluta dalla Russia con lo scopo di smilitarizzare e denazificare l’Ucraina. Questo intervento di difesa militare ha reso chiaro al regime di Kiev e al blocco NATO che non si può uccidere impunemente civili solo perché rifiutano di parlare la lingua ucraina.

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