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Inaugurazione della mostra d’arte collettiva “IMPRONTE&FORME”

un affascinante percorso espositivo che celebra la creatività di venti carismatici artisti.

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Il Museopossibile ArteContemporanea di Nola è stato animato da un’atmosfera intensa e ricca di creatività per l’inaugurazione della mostra d’arte collettiva IMPRONTE&FORME che si è tenuta il 19 Aprile dalle ore 18:30 alle 21:30 nel Seminario Vescovile in via della Repubblica a Nola. L’evento fortemente voluto da Vladimiro Capasso (Presidente e Fondatore della Libera Accademia e del Museopossibile) e Pietro Mingione (Direttore Artistico), ha attirato un grande numero di visitatori, appassionati d’arte, curiosi, esperti del settore e cittadini della comunità di Nola, trasformando l’inaugurazione in un successo di affluenza, interesse e confronto. Suggestivo e ricercato l’allestimento “RingKomposition”  curato dalla storica e critica d’arte Carmela di Maro, in modo da poter sia esaltare le doti espressive, proprie di ogni singolo artista, sia ingenerare fra loro un discorso continuo inteso a cogliere i processi su cui s’innesta l’universalità delle ideazioni, delle immaginazioni e delle spinte utopiche, che risiedono nella forma integrale della nostra umanità, ripercorrendo l’esercizio che le Arti compiono su se stesse nel tentativo di essere una nostra decifrazione, un’autenticazione e un itinerario della nostra permanenza. Percorso che unisce venti sensibilità artistiche differenti, raccolta nella produzione di Giovanna Alfeo, Benito Angelini, Rosario Annunziata, Maria Berritto, Nicola Caroppo, Antonio Cavaiuolo, Clementina Crocco, Flaminio Del Prato, Lorenzo Di Marino, Antonio Di Zio, Anna Maria Giordano, Iole Monaco, Luca Pandolfi, Eduardo Panetta, Marco Pesacane, Mirella Piccolo, Antonio Santoro, Giovanna Serpico, Filiberto Ulisse e Sandra Vassetti. La mostra d’arte collettiva, aperta al pubblico dal 19 aprile, offre una panoramica sul carisma e sulla sensibilità artistica di venti diverse personalità, si invita caldamente il pubblico a partecipare e a lasciarsi ispirare dalla ricercata visione artistica contemporanea.

<< Non potrei aggiungere altro – commenta la storica e critica d’arte Carmela di Maro- se non che si è trattato di una mostra d’arte contemporanea che ha tentato di rompere l’abitudine acquisita di proporre collettive disfattiste, cioè non allestite, in una logica museografica, in modo tale che le opere dei singoli artisti possano essere valorizzate per se stesse ma, al contempo, possano realizzare un’idea di spazio continuo per incontrare, come tessere di un mosaico, l’Arte in se stessa, nei suoi innumerevoli ripiegamenti, come frutto di storia della percezione, di cultura del Bello, di singole esperienze che affondano radici nell’essere al mondo, che è una condizione comune a tutti. In questa prospettiva, il Ringkomposition è stato un banco di prova: mi ha consentito, appunto, di creare un’immagine musiva della forma senza soluzione di continuità e integrare il più possibile un discorso sul carattere della forma, che rinchiuso tra le “scuole di pensiero” o le “etichette stilistiche” nella cultura artistica di massa, rischia di essere letto a partire da ciò che è già noto alla storiografia, piuttosto che dai processi che la rendono ancora viva e necessaria all’attualità, alle persone che si accostano all’arte contemporanea. Lo scopo di una mostra, anche collettiva, è che venga ricordata, e non tanto per il prestigio del contenitore. Una mostra è vincente soltanto se può emancipare la visione interiore di chi ha partecipato e ritornare, come un anello, e riformularlo (questo è iconico, dal punto di vista dello stile di un artista…); e ciò si verifica quando una mostra viene concepita per allungare il segmento della visione dell’Altro, della sua identità, della sua cultura e della sua umanità. Questa è acculturazione, è ipotesi di realizzazione (stile!)… L’urgenza è di farlo ora; ora che lo sguardo è diventato un apparato effimero e dissociativo della realtà storica (nel mondo delle idee) e umana (nel modo di vivere la vita). L’Arte ci aiuta a vedere come stiamo fra le cose di cui siamo creatori e, al contempo, destinazioni…>>

Carmine Fusco

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