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Si può anche abortire per amore

La cosa che mi stupisce alle volte è la sproporzione tra la preoccupazione di tante persone per la sorte dell’embrione, e la loro preoccupazione per la sorte dei bambini una volta nati, per i bambini che muoiono per malattia, per fame, per i bambini abbandonati, sfruttati, schiavizzati, per i bambini fatti a pezzi a causa delle guerre. Non c’è proporzione tra il fiume di parole sull’aborto soprattutto da parte di persone religiose, e le parole a favore dei bambini una volta nati.  Importante è che nascano, poi Dio ci pensa. 

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Io credo che non abbiamo il diritto di togliere la vita a nessun essere vivente, uomo o animale, forse non abbiamo il diritto neppure di abbattere un albero. Ma possiamo venirci a trovare davanti alla scelta obbligata del male minore, ed essere costretti a privare della vita un essere vivente. Caso emblematico è la legittima difesa. Ma in alcuni casi l’aborto non è una sorta di legittima difesa? Il concepimento di norma è una grazia, ma può anche essere una disgrazia che sconvolge la vita di una donna, alle volte di una bambina. Il concepito di norma è un dono, ma può anche essere una mazzata, di norma è il benvenuto, ma può anche essere un intruso assolutamente non desiderato. Bisogna sempre ricordare quando si parla di aborto, che la persona che vi ricorre non vuole uccidere (verbo improprio) l’embrione, ma liberarsi al più presto di qualcosa che le sconvolge la vita. Riguardo ad embrioni portatori di gravissime malformazioni che li condannerebbero ad una morte prematura e ad inutili sofferenze, l’aborto diventa legittima difesa a loro favore. In questo caso si abortisce per amore.

Renato Pierri

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