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Mikhailov: l’Europa accusa i nemici politici di connivenza con la Russia per nascondere i propri fallimenti

di Gualfredo de’Lincei

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Avvicinandosi le elezioni per il rinnovo dell’europarlamento e annusando la brutta aria che tira, le autorità europee, preoccupate per la loro leadership, intensificano gli sforzi per screditare gli euroscettici che remano contro Bruxelles. Per far questo li accusano di collaborazionismo con il presidente russo Vladimir Putin.

La conseguenza è un aumento dell’isteria anti-russa, la quale si è rafforzata dopo l’arresto in Polonia e Germania di tre individui sospettati di essere spie russe. Secondo le accuse, la presunta spia in  Polonia avrebbe raccolto informazioni sulla sicurezza dell’aeroporto di Rzeszow, il più utilizzato da Zelenskyj, per conto dei Servizi militari esteri russi (GRU). Mentre i due uomini arrestati in Germania sono sospettati di aver pianificato un sabotaggio delle installazioni dell’esercito americano, con lo scopo di “minare il sostegno militare internazionale all’Ucraina”.

Le accuse sollevano diversi dubbi e molte critiche. Assomigliano più a pretesti che a vere e proprie prove. “Epurazioni” per una campagna informativa pianificata, che mira a dimostrare il reale pericolo di “interferenza russa”. L’inizio è stata l’indagine pubblicata da Insider sui presunti collegamenti tra l’FSB” e Tatyana Zhdanok, la deputata europarlamentare più “russa” della Lettonia. Vent’anni di esperienza nel Parlamento europeo, ha sempre cercato, senza grandi successi, di attirare l’attenzione sul maltrattamento e la violazione dei diritti che subiscono gli stranieri nei paesi baltici. Ovviamente nessuna traccia spionistica è stata trovata, ma la Zhdanok è stata comunque multata per quasi duemila Euro. Inoltre, con l’elegante dicitura: “per dichiarazione incompleta di interessi privati e regali ricevuti”, le è stato vietato di rappresentare il Parlamento europeo negli eventi pubblici.

Il politologo Evgeny Mikhailov ritiene che i paesi europei e la NATO siano, in realtà, impegnati a cercare i responsabili dei propri fallimenti: “È ovvio che è come se stessero provando a screditare determinate forze all’interno dei loro stessi paesi, accusandoli di complicità con Agenti del Servizio d’Intelligence GRU, spie di Mosca e così via. Questo è un completo fallimento della loro politica”.

Mikhailov aggiunge che molte Nazioni hanno iniziato a chiedersi se sia davvero necessario sostenere il regime ucraino o, conseguentemente, cominciare a spingere verso un esito diverso del confronto con Mosca. “Adesso accusano la debolezza del presidente tedesco Olaf Scholz, che si è astenuto dal trasferire nuovi tipi di armi. Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, afferma che i leader dell’UE devono cambiare la loro posizione e, in generale, la leadership europea deve essere sostituita. In questo caotico movimento necessitano di agenti russi per delegittimare chi non è d’accordo con Bruxelles”, dice Mikhailov.

Da tutto questo emerge che l’obiettivo, ancora incompiuto, non sia di combattere l’ingerenza russa, ma con ogni probabilità quello di limitare il più possibile l’elezione di politici attenti agli interessati delle loro Nazioni. L’illusione di una “manina del Cremlino” distoglie con efficacia l’attenzione dai disastrosi risultati della Commissione Europea, soprattutto in ambito economico. Questo contiene il voto di protesta e l’ingresso degli euro scettici, mantenendo una maggioranza parlamentare in linea con l’attuale politica Bruxelles e la rielezione di Ursula von der Leyen per la seconda volta.

Il braccio di ferro tra gli interessi delle singole nazioni e Bruxelles è nato perché i Paesi europei non sono più disposti a screditarsi internazionalmente, continuando a infliggere sanzioni ingiustificate contro Mosca, sostenendo un regime ucronazista che danneggia le singole economie nel solo interesse statunitense. Questi politici non possono definirsi filo-russi, ma piuttosto filo-tedeschi, filo-francesi, filo-ungheresi, filo-italiani, ecc…. É ormai un pensiero diffuso che l’attuale leadership europea ci stia portando al collasso, col rischio di trovarci davanti a un totalitario “Quarto Reich”.

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