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Caso Liguria, Sabella (magistrato) a Radio Cusano: “Sono stato più volte a un passo dal suicidio per colpa di una magistrata genovese, ma difendo operato magistrati”

 

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Ospite della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus, programma di attualità condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani il magistrato Alfonso Sabella ha fatto una lucida analisi sul recente caso in Liguria: “Stiamo marciando e continuiamo a marciare ormai da decenni in una direzione che è quella della sostanziale esaltazione della disonestà e delle scorciatoie. Gli uomini passano e le istituzioni restano, paradossalmente io adesso mi trovo a difendere l’operato dei magistrati di Genova lì dove sono stato più volte a un passo dal suicidio per colpa loro”, ha detto Sabella tracciando un profondo quadro del proprio passato da uomo e magistrato. “La mia vita è stata rovinata, ma sarebbe troppo lungo da spiegare, da un provvedimento gratuito di una magistrata di Genova. La mia vita è tuttora rovinata da certi atteggiamenti persecutori della magistratura contabile, schierata contro di me in maniera compatta come un plotone d’esecuzione, spingendomi quasi al suicidio. Ma io tutto questo non lo farò, oggi ho maturato per l’ennesima volta, dopo l’ennesimo affronto che ho subito, di resistere e di combattere perché io credo in questo paese, credo nelle istituzioni e credo appunto che le istituzioni siano più forti degli uomini, ma questi sono gli uomini”, ha sottolineato Sabella. “Noi – ha proseguito – perdiamo ad esempio una montagna di tempo in inutilissime udienze predibattimentali. Tutti sappiamo che sono inutili, però le dobbiamo fare e perdiamo tempo e risorse preziosissime. La collega che ha scritto questa ordinanza, sono sicuro, per poterla fare in appena 5 mesi ha dovuto lavorare probabilmente non a Natale e Capodanno, ma anche a Santo Stefano e all’Epifania. E addirittura il ministro della Giustizia si permette di criticare mentre lui stesso sta introducendo una norma che prevede che dovrebbero essere 3 i magistrati a scrivere le custodie cautelari; di conseguenza a questo punto ce ne vorrebbero 15 di mesi, non 5. Il problema – ha tuonato Sabella – è il meccanismo: noi cerchiamo di fare tutto il possibile però la realtà processuale è purtroppo questa. Prima eravamo rapidi, ora il GIP non può copiare quello che ha scritto il PM, pena la nullità del provvedimento. Giustamente deve analizzare, valutare carta per carta, deve riflettere, pensare e in più deve fare tutto quello che ha da fare: le liquidazioni ai periti, agli interpreti, il gratuito patrocinio”. E alla domanda sulla magistratura politicizzata Sabella non ha avuto dubbi: “Che ci possa essere qualcuno che sfrutta la sua posizione di potere ai propri fini nella magistratura certamente sì, come tantissimi nella politica. Io ho imparato l’etica, sono nato con l’etica del magistrato che mi accompagna da quando ero assessore a Roma. Per esempio, non ho mai frequentato una terrazza romana e sono stato 4 mesi a Ostia, non sono mai andato a mangiare in uno stabilimento balneare, non ho avuto rapporti con le persone con cui poi mi dovevo confrontare su determinate scelte amministrative. Ma questa è la mia sensibilità di magistrato, un politico tutto questo se lo può permettere? Probabilmente no, perché comunque ha bisogno di voti, io non cercavo voti, ha bisogno di finanziamenti per la sua campagna elettorale, io non cercavo finanziamenti, non avevo campagne elettorali quindi per me è stato tra virgolette facile fare il diverso”, ha concluso il magistrato Sabella.

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