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IL PUNTO   di MARCO ZACCHERA

  1. 955 del 17 maggio 2024

Sommario: L’attentato a Fico in Slovacchia, possibili spiragli per l’Ucraina, le assurde regole elettorali per le regionali nel VCO, il silenzio sulle indagini a Verbania ed un approfondimento sul caso Toti. Intanto l’“eroina” Salis va (finalmente) ai domiciliari: esultiamo, ma giriamo pagina perché nel mondo ci sono altre migliaia di italiani in galera e quelli non se li fila nessuno.

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PACE IN UCRAINA, ATTENTATO A FICO

Durante la sua visita in Cina, Putin ha dichiarato di essere disponibile ad un piano di pace purché consideri “gli interessi di tutte le parti in campo”. Formula diplomatica e nebulosa, ma indizio di una possibile apertura. Conviene cercare di allargarla e di vedere se il leader russo bluffa o fa sul serio oppure bisogna invece subito stroncare tutto, come sembrano voler fare l’UE e gli USA?

Ma perché tutti i personaggi nazionali ed esteri che ci ripetono quotidianamente “Armiamo l’Ucraina, ma solo perché vogliamo la pace” poi non cercano di approfittare di ogni spiraglio ed occasione per tentare concretamente di costruirla ed intanto puntare almeno ad un “cessate il fuoco” che in questo momento converrebbe forse anche all’Ucraina?

Intanto in Slovacchia il premier Robert Fico è stato vittima di un grave attentato, doveva morire ed è tuttora in pericolo di vita.

Fico dissente da Bruxelles su molte cose e soprattutto sull’invio di armi a Kiev. Tante condanne verbali, ma si insinua (Corriere della Sera) che comunque Fico era “populista e divisivo”. Qualcuno invece si chiede se a spingere l’attentatore non ci sia qualche pressione dei movimenti che in Slovacchia sono finanziati da George Soros, il miliardario che con le sue “donazioni” incide molto sulle politiche europee ed in particolare nelle nazioni dell’Est.  Il ruolo oscuro di Soros e dei suoi contributi miliardari, destabilizzanti e pericolosi, sia alla politica americana (Biden) che europea, sarebbe tutto da indagare, eppure non lo fa (e non lo scrive) quasi nessuno.

 

ELEZIONI REGIONALI NEL VCO: LE REGOLE DEL GIOCO 

In molti mi chiedono chi e come votare alle prossime elezioni, ma avendo amici candidati in diversi partiti del centro-destra penso che sia più logica una indicazione di schieramento (per me, appunto, di centro-destra) scegliendo poi le persone prima ancora che il partito. Vale per le elezioni europee mentre con LA NUOVA LEGGE ELETTORALE DELLA REGIONE PIEMONTE il Verbano Cusio Ossola è stato mortificato e rischia di non avere più alcun consigliere eletto direttamente. E’ un meccanismo complicato ed infernale, ma in buona sostanza solo se un partito supererà il 25% dei voti (e quindi, in pratica, oggi questa possibilità sembra averla solo Fratelli d’Italia) potrà sperare di far eleggere qualcuno, con più speranze salendo oltre il 30%.

Nulla da fare per gli altri, anche se il Alberto Preioni (Lega) è stato inserito nel listino bloccato e quindi almeno lui dovrebbe automaticamente passare. A spiegare il meccanismo ci vorrebbe una pagina intera, ma la concretezza ci dice che, disperdendo i voti, il VCO rischia di restare fuori dal consiglio regionale.

 

INDAGINI A VERBANIA: ASSORDANTE SILENZIO

Lo ripeto, visto che ho davanti un muro di gomma: arrivare alle elezioni comunali a Verbania senza sapere l’esito delle denunce di mobbing contro il sindaco da parte della segretaria generale del comune (poi licenziata con voto di giunta) è una questione grave, che inficia e condiziona l’esito elettorale visto che a sinistra sono candidati due ex assessori. Non è possibile che scorrano così tanti mesi e le indagini non siano ancora terminate o, perlomeno, che non se ne sappiano le conclusioni. Perché questo silenzio? Tutti i partiti dovrebbero avere il coraggio e la volontà di chiedere chiarezza.

 

Approfondimento: CASO TOTI E DINTORNI

Che Toti sia (stato?) un governatore di centro-destra non conta nulla, non mi interessa qui la sua appartenenza politica, ma è il suo caso in sé che deve farci riflettere, almeno alla luce delle notizie disponibili. In buona sostanza una amministrazione regionale che sembrava funzionasse bene viene ribaltata, un presidente è arrestato ma nessuno ha capito che cosa abbia effettivamente combinato, anche perché se è vero che i 70.000 e rotti euro di un contributo erano stati anche dichiarati, dov’è il reato?

Forse Toti avrebbe favorito qualcuno con qualche pratica, ma quando, in che termini e come, ancora non si sa. Di sicuro per documentare il castello accusatorio ci sono state una infinità di intercettazioni che proseguivano da anni, ma questo non è (sarebbe) contro la legge? Se poi una rete di intercettazioni pluriennale si allarga a dismisura è ovvio che diventa fondamentale decidere come scegliere certe telefonate dal mucchio, scartandone magari altre che invece chiariscono o ridimensionano la portata dei fatti. Un potere discrezionale enorme in mano ai magistrati e il “caso Toti” diventa inquietante per la lunghezza quinquennale delle indagini e l’uso di migliaia o addirittura forse di decine di migliaia di intercettazioni senza che nessuno sappia quante centinaia (o migliaia) di altre persone siano state intercettate negli anni.

Per il caso Liguria il cittadino avrebbe il diritto di sapere subito soprattutto se il quadro che ne esce, alla fine, sia sostanzialmente corruttivo oppure no, perché al limite tutto può avere forma o fine di corruzione. Secondo me lo è solo se e quando c’è un diretto tornaconto economico personale o di partito, ma è ovvio che chi fa un piacere a qualcuno spera poi di riceverne almeno una amicizia, se in futuro ne avrà necessità: dove finisce la positività di un intervento e dove comincia la corruzione? E’ questo che ci manca per Genova e se dopo 5 anni di indagini il quadro non è chiaro è ovvio che crescano i dubbi sui fatti, ma anche sui tempi dell’inchiesta giudiziaria.

Con orgoglio posso personalmente sostenere che in decenni di attività politica non solo non ho mai chiesto un centesimo, ma nessuno me lo ha neanche offerto “in cambio di”, ma se un sindaco chiede a un deputato di aiutarlo a trovare i soldi per sistemare una strada è “corruzione”? E se poi quella persona, magari anni dopo, ti aiuta alle elezioni? Ogni legge alla fine aiuta qualcuno, ogni delibera, ogni atto amministrativo. Alzi la mano chi in vita sua non ha chiesto un aiuto, una raccomandazione, una segnalazione a qualcuno che fosse il parroco, il sindaco o un personaggio più o meno ritenuto influente, politico o meno.

Ma torniamo all’uso (e abuso) delle intercettazioni che da anni si vogliono contenere, ma con la più ferma opposizione di parte della Magistratura.

Il vero problema in indagini lunghe ed a macchia d’olio è che più il brodo si allunga più non solo si scoprono nuovi “filoni” (o presunti tali), ma nasce il problema di decidere quali seguire (al bivio, giro a destra o a sinistra?) e quali abbandonare oltre alla questione dei costi.

Intercettare infatti costa moltissimo, ma se dopo mesi come magistrato non “pesco” nulla sono comunque spinto ad insistere perché magari qualcosa alla fine troverò a giustificare la spesa. Che figura fa un inquirente che resta senza pesci in mano, come e quando può (deve) interrompere la sua pesca? Quanti inquirenti ammetterebbero che magari gli “indizi” iniziali erano inconsistenti e che ha lavorato e fatto lavorare per niente? Per questo è meglio continuare sperando, nel tempo, di pescare il pesce grosso, ma è giusto come sistema?

Anche perché mentre si impiegano tempo, uomini e risorse su questi temi si lasciano perdere migliaia di altri casi ben più pericolosi. Toti è agli arresti, ma non lo era per esempio Hasan Hamis, l’uomo che ha gravemente accoltellato l’agente Cristian De Martino a Milano. Hamis era arrivato in Italia nel 2002, è sempre stato irregolare, fermato una trentina di volte aveva fornito 22 nomi diversi, sempre rimesso in libertà aveva precedenti per rapina aggravata, furto, lesioni personali, droga e sequestro di persona. Che ci faceva ancora in giro, quali Magistrati hanno firmato per la sua libertà, sono tutti senza responsabilità? Ecco quello che si chiede la gente e non solo i “qualunquisti”.

Io non so se Toti sia stato o meno corruttore e corrotto, so che ad oggi ciò che appare è concretamente ben poco e forse per questo il GIP ha aspettato cinque mesi a deciderne l’arresto. Anche questa un’altra questione inquietante, visto che la carcerazione preventiva ha tempi e limiti precisi che non si colgono nell’indagine genovese, ma intanto i contraccolpi politici sono stati immensi e alla sinistra serviva assolutamente un “caso Liguria” per impattare quello in Puglia in vista del voto, e questo è un fatto, con una perfetta scelta temporale.

Perché alla fine torniamo sempre al punto dolente, quello di una Magistratura che sembra scegliere le indagini in base all’ “audience”, rischia di non essere mai indipendente e libera da condizionamenti politici, così che subito si va vedere chi siano gli inquirenti, come la pensino politicamente, se siano al di fuori della mischia e/o non aspirino a promozioni perché le loro decisioni e il clamore mediatico che sollevano hanno comunque conseguenze ben al di là delle sentenze finali.

Per esempio, che succedeva in Liguria prima di Toti? Perché non se lo ricorda più nessuno, ma proprio Toti aveva rotto uno schema politico e clientelare di sinistra consolidato da decenni a livello regionale e questo a molti aveva dato e dava fastidio.

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI                                            MARCO ZACCHERA

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