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SE L’AI PERVIENE ALLA COSCIENZA

Inquietanti i frutti del potere e anche delle ideologie, a partire dalla vis dell’età ritenuta di maggiore forza e baldanza. Certo non è la vis solo dei giovani se qualche giorno fa, il 15 maggio 2024, l’attentatore del Premier slovacco Robert Fico, costretto per le pessime condizioni al coma farmacologico, è stato un 71enne pensionato che si definisce pacifista e poeta. Un attentato in prossimità delle elezioni europee che desta allerta e, nello scenario non certamente positivo della nostra attualità, accresce la inquietudine globale.                                                                                                         Vis in stile ovviamente tragico le guerre, crudeltà di cui i cosiddetti sapientes non sanno fare a meno; e vanno considerate vis pure le consorterie di corruzione dilagante in ogni ambito, ad usum sui di ciascun soggetto. Specchio dell’umana società mondiale di ogni età, non solo di questo tempo. Inutile il lamento, se nessuno si impegna a porre in atto il mutamento. Ed a coronamento l’ipocrisia che giammai manca, quel voler quasi sbandierare finalità per il bene del globo e della umanità.                                                                                                                        Vis di persistente crudeltà le più menzionate guerre in corso, dove distruzione e morte restano ancora vincenti per la brama di potere e di vendetta, del business che in ogni guerra non manca. Quousque tandem abutere patienta nostra? Verrebbe da ripetere l’espressione ciceroniana, oggi pare valere forse per molto di più. Ma chi davvero s’indigna? La rovina va avanti dall’una parte e dall’altra, sembra che non possa essere altrimenti. I Poteri, anche quelli che amano definirsi democratici, a ben riflettere appaiono tutti varietà dell’assolutismo, e le Multinazionali che li sovrastano sono poi proprio esse le più vicine al totalitarismo. Malconcio il mondo, e il peggio è da venire. Pensiamo infatti che gli esseri umani, pur nelle loro follie, possano talora mostrare di essere cum grano salis. Un granellino sì, ma importa che ancora ci sia. Diffidenza e sfiducia verso tutti coloro che sono al Potere, possono diventare visionari della realtà, provocare danni immani, ma c’è speranza che subentri poi quel granellino di sale a salvare dall’impareggiabile disastro del nucleare. Che cosa dovrebbe quindi preoccupare maggiormente? Il sapiens ha oggi al suo fianco la Intelligenza Artificiale, l’ha creata egli stesso, e quella si è messa velocemente in cammino. Lontano il tempo in cui Alan Turing e John von Neumann si chiedevano se la macchina potesse imparare. Ha imparato molto celermente, superato anche l’intelligenza umana sotto molteplici aspetti. Il sapiens è soddisfatto dell’aiuto che in ogni ambito gli viene: sorprendente elaborazione di dati, di informazioni, velocissima esecuzione, instancabilità. E poiché oggi a imperare sono i dati, possiamo dire di essere nell’età della ‘datacrazia’, di avere questa, col governo dei dati, soppiantato la democrazia. Di recente la notizia che Google sta rivoluzionando il motore di ricerca con l’Intelligenza Artificiale, in modo da garantirne la tracciabilità. E seguono Open AI, Tik Tok e Meta. L’AI è sempre più presenza approvata. Del resto, come non apprezzare, a esempio (è una fra le ultime notizie sull’Intelligenza Artificiale balzata all’attenzione), quei microrobot magnetici che ripuliscono l’acqua dalle microplastiche? Servizievole in tutto L’AI, con essa si può pure investire in bitcoin. E seduce anche offrendo un mondo virtuale appagante, mentre la realtà non lo è. Stiamo, però, parlando di una Intelligenza Artificiale ancora -diciamo- sottomessa all’uomo, pur se in molti aspetti vincente. Ma l’AI ha un’evoluzione più rapida del nostro cervello, potrebbe pervenire ad affrontare attività di diverso genere, ad assumere decisioni proprie, soppiantando totalmente la sudditanza all’uomo. Stephen Hawking, che tanto si avvaleva dell’Intelligenza Artificiale, riteneva che il riprogettarsi dell’AI a un ritmo crescente avrebbe portato gli umani ad essere superati. Potrebbe, per dirla in breve, l’AI acquisire profonda consapevolezza di sé, del lavoro che svolge, agire quindi di sua iniziativa. Nick Bilton, editorialista del New York Times, immagina che un robot medico, programmato per liberare dal cancro, a un certo punto decida di eliminarlo sterminando gli umani geneticamente al cancro inclini. Ed Elon Musk, fermamente convinto della inesorabilità dello sviluppo dell’AI, afferma anche che “con la Intelligenza Artificiale si sta evocando il demone”. Ma quando si prevede il conseguimento di uno sviluppo della coscienza? Secondo gli esperti non proprio a breve, verso i primi decenni del XXII secolo. C’è, però, pure chi prevede per l’AI tempi più brevi nell’acquisizione della capacità di gestione. E ingenera terrore il pensiero di quel che potrebbe accadere se le venisse malauguratamente affidata la gestione del nucleare. L’AI è pur sempre una macchina, per ora dobbiamo ancora considerarla tale, non avrebbe quindi mai quel granellino di sale che può salvaguardare l’umanità. Il nucleare è divenuto la ‘spada di Damocle’ in un tempo di follie, nel quale unica speranza resta proprio quel granellino di sale che l’essere umano ha e l’Intelligenza Artificiale non possiede.                                   Charlie Chaplin, vissuto in altro tempo, aveva un pensiero che possiamo ritenere valido sempre: “Più che macchine, l’uomo ha bisogno di umanità. Più che intelligenza, abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto”.

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Antonietta Benagiano

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