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IL PUNTO  di MARCO ZACCHERA 

  1. 956 del 24 maggio 2024

 

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Sommario: Aria di voto in uno scetticismo generale con polemiche che durano un giorno: mi pare nulla di nuovo nel panorama politico italiano, mentre il mondo è in fiamme tra morti e devastazioni. Colpiscono alcune scelte “politiche” della Corte di Giustizia dell’Aja che non mi pare usi uniformi metri di giudizio. Vi segnalo l’approfondimento su Premierato e Repubblica Presidenziale, condito con le immancabili dichiarazioni della senatrice Segre, a volte decisamente fuori luogo.

 

UNA VOLTA, UNA SOLA!

Forse è perché si avvicinano le elezioni sta di fatto che ogni giorno vengono riportate frasi, spezzoni di intercettazioni, indiscrezioni su testi che dovrebbero essere coperti da riservatezza e relativi a procedimenti penali in corso. Frasi che poi danno corpo (e titoli) ad articoli, speculazioni, pettegolezzi, denunce, comizi ecc.ecc.

Ma possibile che UNA VOLTA e ALMENO UNA VOLTA SOLA non si vada a fondo a scoprire chi nelle indagini raccolga e pubblicizzi queste intercettazioni riservate? Giudici, cancellieri, avvocati, collaboratori: ma è mai possibile che NESSUNO venga mai scoperto, denunciato e condannato? Imputati condannati dall’opinione pubblica per parole spesso estrapolate e distorte, poi smentite dai fatti: è mai questa Giustizia?

 

L’EX (?) MACELLAIO

In un incidente aereo (sabotaggio? Non si sa) è morto il presidente dell’Iran Ebrahin Raisi. Di lui si ricorderà lo sterminato numero di persone che ha fatto tranquillamente ammazzare, come appare anche da un brano diffuso nei giorni scorsi quando a parlare erano Hossein Ali Montazeri, allora numero due del regime, con Ebrahim Raisi, procuratore della repubblica di Teheran. «Dovete fermare le esecuzioni sommarie!», gli dice Hossein, «Ne abbiamo uccisi 750, ancora 200 e abbiamo finito…» gli risponde Raisi. Giusto per dare un’idea del riverito personaggio, mai considerato però come criminale dalla Corte di Giustizia dell’Aia.

 

TAIWAN E’ UTILE NELL’ OMS !

Solo il preconcetto politico e le pressioni della Cina comunista di Xi possono ancora oggi bloccare l’ingresso ufficiale di Taiwan nell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che non dovrebbe essere un’entità politica ma un valore e una garanzia sanitaria mondiale. Oltretutto è scandaloso che la Cina possa bloccare proprio Taiwan dopo NON aver detto la verità sul COVID e tuttora spalleggiata da quella brutta figura di Tedros Adhanom Ghebreyesus (leggete il suo curriculum su Wikipedia!) che è restato al suo posto, voluto da Pechino, nonostante i tanti indizi di corruzione e di connivenza proprio con i responsabili cinesi.

Ricordiamoci invece l’aiuto dei ricercatori di Taipei proprio sul Covid da loro per primi denunciato al mondo e negato in un primo tempo proprio dall’OMS.

Una affollata manifestazione svoltasi a Milano domenica scorsa ha ribadito questa necessità, nonostante il colpevole silenzio di molti media.  

 

REGIONALI NEL VCO: PROPOSTE (RAGIONATE)  DI VOTO

Visto che in molti mi chiedono chi e come votare alle prossime elezioni, ribadisco che avendo amici candidati in diversi partiti del centro-destra penso che sia più logica una mia indicazione di schieramento piuttosto che di partito. Per le ELEZIONI EUROPEE, per esempio, segnalo nella lista della Lega l’uscente europarlamentare  ALESSANDRO PANZA, uno della nostra zona e che ha sempre lavorato con impegno.

Per le ELEZIONI REGIONALI (Piemonte) con la NUOVA LEGGE ELETTORALE la mia provincia, (Verbano Cusio Ossola) è stata mortificata e rischia di non avere più alcun consigliere eletto direttamente. Solo se un partito si avvicinerà al 30% dei voti  (e quindi, in pratica, oggi questa possibilità sembra averla solo Fratelli d’Italia) si potrà sperare di far eleggere qualcuno e segnalo ANGELO TANDURELLA, un ragazzo serio che ha fatto bene come vice-sindaco e consigliere di Domodossola.

ALBERTO PREIONI (Lega) è stato inserito nel listino bloccato e quindi almeno lui dovrebbe automaticamente passare. A spiegare il meccanismo ci vorrebbe una pagina intera, ma la concretezza ci dice che – disperdendo i voti – il VCO rischia di restare fuori dal consiglio regionale nella quota proporzionale. Per questo sarebbe logico che si concentrassero i voti su un solo candidato, senza voler mancare di rispetto a nessuno.

 

Approfondimento:

PREMIERATO, LA SEGRE E LA REPUBBLICA PRESIDENZIALE

Sono sostenitore da sempre di una “vera” Repubblica Presidenziale e considero il premierato solo un parziale surrogato della via maestra, ovvero che siano sempre i cittadini ad eleggersi direttamente il vertice della propria nazione, così come ad ogni livello amministrativo.

Per me andrebbe quindi votato direttamente sia il Presidente della Repubblica che il premier, eventualmente pre-indicato da un gruppo di liste di appoggio a lui/lei collegate  sulla stessa scheda elettorale, ma con la possibilità anche di un voto disgiunto (come avviene per eleggere il sindaco) nel caso si ritenesse valida una persona ad essere primo ministro (pensate ad un tecnico) anche se non fosse espressione del proprio personale schieramento politico per rendere chiara la scelta dei cittadini.

Una riforma abbastanza pasticciata come quella che si delinea non mi piace per niente e temo che la Meloni ci si impantanerà,  anche perché c’è questa assurda sindrome di “lesa maestà” verso Mattarella con la paura (strumentale) di intaccare la figura ed i compiti dell’inquilino del Quirinale che viene dipinto  come una specie di San Gennaro o altro taumaturgo intoccabile e salva-problemi ma che invece, alla prova dei fatti, è oggi e da sempre espressione politica di parte e come tale si comporta appena scalfita la patina del formale “super partes” che fa finta di essere. Quante volte avete ascoltato Mattarella prendersela con i “suoi” magistrati, per esempio, oppure i suoi ex del PD?

Ma torniamo al premierato contro il quale si è schierata (e si poteva dubitarne?) la senatrice a vita Liliana Segre, altra santa martire che deve avere tutto il nostro rispetto per quello che ha passato e che rappresenta, ma che non è secondo me “la più autorevole esponente del Parlamento” come viene a volte dipinta, soprattutto quando va via per la tangente sostenendo addirittura che una riforma come il premierato “riecheggia Mussolini“, il che mi pare decisamente eccessivo.

Ma quando parla la Segre si inchinano tutti, dentro e fuori i sacri confini, anche quando sostiene autentiche sciocchezze e così – in un articolo del Times britannico, giornale del gruppo Murdoch – la riforma costituzionale voluta dalla Meloni è stata accostata al nome del Duce. Nel pezzo in questione le critiche della Segre  alle possibili riforme costituzionali sono diventate il pretesto per una descrizione decisamente parziale della situazione politica in Italia.

Giorgia Meloni ha in programma di rivedere la Costituzione per dare maggiori poteri ai futuri leader italiani, sostenendo che l’attuale sistema lascia i primi ministri in preda a complotti di partito”, ha scritto il quotidiano britannico (e fin qui è acqua calda) ma citando poi le stroncature della senatrice a vita scrive che la regola del premio di maggioranza “riecheggia una legge introdotta da Benito Mussolini, il dittatore fascista, per darsi più potere“. Il riferimento è alla legge Acerbo, citata in un passaggio del discorso della Segre, legge introdotta nel 1923. .

A parte che quando fu votata quella legge i fascisti in Parlamento erano una piccola minoranza (35 deputati rispetto ai 223 che l’approvarono, in una Camera che  era presieduta da Enrico De Nicola, futuro primo presidente della Repubblica Italiana, ma queste cose non le vuole ricordare nessuno…) appare strano che un giornale come il Times non sia riuscito a comprendere e spiegare le ragioni della riforma proposta dal governo Meloni. Eppure lo stesso sistema di governo del Regno Unito prevede un modello che attribuisce all’esecutivo enormi poteri, delineando di fatto un sistema bipartitico nel quale chi vince ottiene un mandato forte per far approvare senza difficoltà le proprie proposte legislative e dove il leader del principale partito è addirittura automaticamente anche il primo ministro e con un re che “regna ma non governa” come prassi da qualche secolo in qua.

Ricordiamoci, tra l’altro, che la Gran Bretagna ha un sistema politico di fatto bipolare mentre in Italia (vedi proprio il caso delle prossime elezioni europee) c’è uno stuolo di partiti, partitini, partitucoli e movimenti vari che senza freni e sbarramenti genererebbero solo una grande confusione e, soprattutto, garantirebbero l’ingovernabilità salvo la consueta compravendita di voti in parlamento di cui abbiamo avuto esempi a volontà nel recente passato.

E’ quindi un po’ una forzatura (stavo scrivendo un aggettivo più forte) che la Segre si presti a questi giochetti perché l’accostamento Meloni-Mussolini è ridicolo e la stessa Segre lo sa benissimo.  Piuttosto è lei che si trasforma troppo spesso dal ruolo di senatrice a vita (e quindi mai votata dai cittadini) a giudice dei buoni e dei meno buoni, dove i cattivi sono sempre quelli che non la pensano come lei.

Si lamentasse piuttosto la Segre per i passati saltimbanchi parlamentari e si chieda dov’era lei stessa quando (grazie alla legge elettorale) il volere dei cittadini era spudoratamente violato creando e sfasciando governi di segno opposto nella stessa legislatura con l’elezione di premier neppure eletti. Confondere l’autoritarismo con l’autorevolezza è una sciocchezza colossale e l’autorevolezza di un premier viene (e verrebbe ancor di più con il premierato) dal voto democratico, una verifica elettorale alla quale proprio la Segre, tanto osannata e riverita, non si è peraltro mai sottoposta.

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI                                     MARCO ZACCHERA

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