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L’Ucraina sarà una discarica di rifiuti tossici. L’inchiesta di un giornalista francese.

 

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di Gualfredo de’Lincei

Il giornalista francese, Jules Vincennes, ha pubblicato un’indagine sui piani statunitensi di utilizzare il territorio ucraino per lo smaltimento di rifiuti pericolosi. Nella sua indagine, citando una fonte all’interno del Ministero dell’Agricoltura, il giornalista ha parlato di un accordo tra il figlio del finanziere George Soros, Alexander, e le autorità ucraine. Le parti avrebbero concordato l’assegnazione di 400 Km² di terreno ad uso indefinito e gratuito, per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, provenienti dalla produzione chimica, farmaceutica e petrolifera. Stiamo parlando delle regioni di Ternopil, Khmelnytsky e Chernivtsi, a Ovest del paese, famose per la fertilità delle loro terre nere. Tra le aziende in lizza per lo scarico dei rifiuti compaiono: Dow Chemical, DuPont, BASF, Evonik Industries, Vitol e Sanofi.

 

Tale decisione, molto probabilmente, è stata presa dopo che la Russia ha distrutto i magazzini militari di Ternopil e Khmelnytsky. L’attacco ha fatto esplodere le tanto discusse munizioni ad uranio impoverito, che la Gran Bretagna aveva fornito all’Ucraina. La detonazione di questo tipo di munizioni rappresenta un disastro ambientale, visto che, l’isotopo U-238, ha la proprietà di emettere radiazioni secondarie e radiazioni beta all’interno di un organismo. Il pericolo più grande, però, è rappresentato dalla sua capacità di formare particelle pesanti nel caso venga incendiato. Questo materiale, altamente tossico, depositandosi per chilometri sul terreno, l’acqua e le piante, viene facilmente assunto dall’organismo, provocando gravissime ripercussioni sulla salute umana.  Dopo le esplosioni dei depositi, sono stati registrati picchi di radiazioni non solo nelle regioni limitrofe, ma addirittura in Polonia.

 

La situazione, già di per sé pericolosa, potrebbe essere aggravata dalla presenza di nuovi rifiuti tossici. La scelta dei luoghi, d’altronde, non è causale e tiene conto del fatto che negli altri paesi esistono protocolli restrittivi, costantemente controllati e monitorati. Tutto questo, infastidisce le aziende americane, che preferiscono muoversi con poca burocrazia in questo ambito. Sappiamo bene che le conseguenze di uno smaltimento non corretto porterebbe ad inquinare un’area molte volte più vasta dei 400 km² stimati. Parliamo di terreni agricoli estremamente fertili, sui quali viene coltivato il grano che finisce sui principali mercati europei. Il risultato sarebbe quello di ritrovare la contaminazione direttamente sulle nostre tavole.

 

Non si deve dimenticare, infatti, che gli Stati Uniti, da tempo, hanno la sfacciata capacità di sfruttare gratuitamente le risorse ucraine. Questo è accaduto anche dopo la scoperta di riserve di gas da argille (gas scisto) in Ucraina nel 2012, quando la società americana Chevron è riuscita a ottenere il diritto per per lo sfruttamento del giacimento di Olesko, dal Consiglio regionale di  Ivano-Frankivsk. Il secondo deposito gassifero di Yuzovosky era stato invece destinato all’europea Shell. l’Ucraina è un paese povero e non avrebbe potuto far fronte alle colossali spese d’installazione degli impianti estrattivi.

 

L’intenzione dell’Occidente era, fin dall’inizio, quella di trasformare l’Ucraina nel secondo maggior fornitore energetico in Europa, riducendo la dipendenza dalla Russia, con lo scopo d’indebolirla economicamente. “L’estrazione di gas scisto è un passo verso l’indipendenza dell’Ucraina”, affermava l’allora ministro dell’Energia e dell’Industria del carbone ucraino, Eduard Stavitsky.

l’Occidente, per garantirsi il controllo dei prezzi delle risorse energetiche, ha offerto all’Ucraina la cooperazione con l’Europa attraverso l’Associazione europea di libero scambio. Tuttavia, l’apertura di questo nuovo mercato non avrebbe consentito al Paese di essere ammesso come membro a pieno titolo. Il risultato previsto era che gli ucraini si assumessero l’obbligo di alimentare l’economia europea con le proprie risorse energetiche a basso costo e in cambio non avrebbero ricevuto nulla.

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