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Diego Minoia, “I Mozart, come erano”. Volume primo: “Una famiglia alla conquista dell’Europa. I viaggi, la musica, gli incontri, le curiosità. Il contesto storico-sociale, la famiglia, l’infanzia e l’adolescenza di Wolfgang Amadeus (1747 – 1763)”.

 Diego Minoia è pianista e compositore, noto anche per testi e pubblicazioni musicali.

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Del resto, la lettura del testo suggerisce che chi lo ha realizzato non possa che appartenere al mondo della musica, in quanto, nell’insieme dell’opera (complessa ma nient’affatto disarmonica), si respira una preparazione di settore che non avrebbe potuto appartenere ad uno storico che, pur massimamente competente, difettasse di una struttura conoscitiva di stampo musicale.

In merito alla motivazione alla base del volume, c’illumina lo stesso autore nella sua Presentazione: “Perché questo libro? Perché non c’era! Ho cercato per anni un libro sulla famiglia Mozart con queste caratteristiche. Non avendolo trovato, come ho sempre fatto con i miei libri, l’ho scritto io.”

Effettivamente, di pubblicazioni su Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), per quanti vogliano indagare l’esperienza di vita dell’artista, se ne possono trovare molte. Anche di film, come quello straordinario “Amadeus” di Miloš Forman, interpretato così magistralmente da Tom Hulce da far sì che difficilmente si possa offrire un’immagine più confacente di quell’eccezionale musicista, che qualcuno descrisse come “sboccato, gaudente e volgare, (che) incantò con l’originalità e la grandezza della sua musica la corte illuminata di Giuseppe II

 Ebbene, quel genio era di statura piccola, con un corpo esile, una grande testa e l’orecchio sinistro un po’ deforme (la parrucca che indossava serviva anche a celarlo alla vista). Il nostro Wolfgang, quindi, non aveva certo il fisico che, nell’immaginario collettivo, evoca il concetto di genio incantatore delle platee.

Tuttavia, le incantava!

 Chi fosse davvero Mozart possiamo comprenderlo leggendo il lavoro di Diego Minoia. Non mente quando asserisce: “Racconterò quindi di com’erano veramente i Mozart, di come si viveva e pensava nel secolo XVIII aggiungendo, ogni volta che mi è parso utile per il lettore, curiosità e brevi approfondimenti relativi a situazioni o argomenti legati strettamente a ciò che videro, fecero, pensarono i Mozart quando stavano a Salisburgo, quando viaggiavano nel “tour europeo”, quando vennero per ben tre volte nell’amata Italia etc.”. Una promessa mantenuta!

Occorre dire che non è opera da prendersi alla leggera. Non è un romanzo e neanche una veloce biografia colorita: al termine del viaggio, il lettore non ritroverà intatta la figura mitica suggerita dall’ascolto di uno dei suoi innumerevoli capolavori. Nemmeno s’imbatterà in frivoli stralci di narrazioni favolistiche: il lavoro di cui stiamo parlando non lascia nulla alla fantasia.

Sostiene l’Autore: “Per cominciare, si occupa dell’intera famiglia Mozart, non solo di Wolfgang. Poi, non contiene analisi musicali delle composizioni e la biografia è ricostruita in gran parte estraendo le informazioni dalla fonte più diretta e autorevole: l’epistolario mozartiano. Infine, è ricchissimo di argomenti non presenti nelle altre pubblicazioni sui Mozart: informazioni sulla loro epoca, sul modo di pensare e di vivere, curiosità su eventi e situazioni che li videro protagonisti, etc.”.

Nel testo si fa la conoscenza del padre, Johann Georg Leopold Mozart (Augusta, 1719 –Salisburgo, 1787). La conclusione è che, senza quest’uomo – anch’egli musicista: abile violinista – consapevole del genio del figlio, non avremmo raccontato di alcun W. A. Mozart. In una lettera del 1777, Johann chiarisce: “Sfruttare i talenti: è lo stesso Vangelo che ce lo insegna“. Allo scopo di assicurargli la gloria che meritava – per fruirne egli stesso, e non solo disinteressatamente – questo padre mise in gioco la sua intera esistenza ed anche quella della moglie (Anna Maria Walburga Mozart, Pertl -Sankt Gilgen 1720 – Parigi, 1778) e dell’altra figlia (musicista anch’ella) rimasta in vita di sette che erano, la quartogenita Maria Anna Walburga Ignatia Mozart ( … – … ).

Scrive l’Autore: “Leopold inizierà a chiedere lunghi permessi retribuiti per portare in tournée i due figli, in veste di bambini prodigio. Dedicò la sua vita alla formazione musicale e al successo dei figli, esaltandosi e forse eccessivamente insuperbendosi con i salisburghesi per i primi successi ottenuti (e da lui abbondantemente evidenziati nelle lettere che si premurava di inviare al suo datore di lavoro e ai suoi concittadini)”.

Non è opera che possa lasciare spazio a oscurità e, certamente, concretizza ciò che promette ed anche di più: “Con questo lavoro vorrei fornire uno strumento nuovo, meno specialistico e di certo non musicologico ma più ricco di informazioni e spunti che permettano di immergersi, a tutto tondo, nel modo di vivere e pensare del secondo ‘700”.

Quanto alla grandezza di Mozart, non possiamo che… chinar la fronte al Massimo Fattor: scrisse la sua prima melodia a quattro anni e la sua prima opera a dodici; morì nel 1791, a soli trentacinque anni, in circostanze ancora misteriose e il suo corpo fu seppellito in una fossa comune. Nel mezzo, un’esistenza brevissima che ha inondato di luce immensa la storia della musica. Tant’è, che l’Autore stesso si domanda se, “umanizzando” i Mozart, non abbia, forse, “svilito il soggetto” ma chiarisce di avere inteso “scrivere un libro che fosse interessante e leggibile con facilità e divertimento sia da parte dei musicisti […] sia da parte dei musicofili”.

 Il volume narra, senza esitazioni né approssimazioni, la genesi della famiglia Mozart, la nascita dei figli e le prime uscite da Salisburgo per farli conoscere come bambini prodigio, il Grand Tour europeo, i tre viaggi in Italia e poi gli ultimi tentativi a Vienna e Monaco, compiuti da Wolfgang insieme al padre. In tal senso, l’autore precisa: “Nel libro sono presenti parti con sfondo grigio. Si tratta di informazioni e approfondimenti che completano la trattazione ed ampliano la comprensione sugli argomenti immediatamente prima trattati. Pur essendo lecito saltarle per non interrompere la lettura delle vicende strettamente legate alla famiglia Mozart (ritornandoci magari in altro momento), mi auguro che vengano apprezzate come contributo a inserire ogni situazione narrata nel suo contesto storico e sociale”.

Diego Minoia ha composto un’opera in cui non si lascia davvero nulla di intentato per consegnare al Lettore una reale conoscenza della famiglia Mozart – non solo di Wolfgang – grazie alla perfetta contestualizzazione di personaggi ed eventi. Un lavoro originale e molto ben curato, ricco di aneddoti e Storia, cui vale la pena di dedicare tutta l’attenzione che merita.

 

Bianca Fasano

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