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Disturbi comportamento alimentare, Abate (Gruppo Misto – Senato): Necessaria e non più procrastinabile l’apertura di un centro per DCA residenziale in Calabria

Ritengo anche io che sia necessaria e non più procrastinabile l’apertura di un centro per DCA residenziale (Disturbi Comportamento Alimentare) in Calabria.

Ho affiancato sin da subito la richiesta di Dalila Di Lazzaro e continuerò a sostenerla sempre e in ogni sede, facendo tutto quanto sia nelle mie possibilità per trovare una soluzione a questo problema che affligge, non soltanto tanti adolescenti, ma anche tanti adulti e che preoccupa quelle famiglie disperate che non sanno proprio come gestire delle situazioni estremamente difficili. Si tratta di fenomeni piuttosto gravi che colpiscono in modo subdolo e drammatico migliaia di giovanissimi, per lo più ragazze, fin dall’età puberale e mostra una continua evoluzione nelle modalità e nella tipologia di diffusione.

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Ora è il momento di dire basta. C’è bisogno di maggiore conoscenza del problema: non è un caso che al Senato in Commissione “Sanità” si sta lavorando ad una legge sui disturbi alimentari (Ddl 189). Io stessa ho chiesto di audire un luminare che opera alla Federico II di Napoli e che da quasi trent’anni si occupa di questi gravi disturbi del comportamento alimentare. È ormai necessario un intervento di legge a livello nazionale per indirizzare e aiutare le famiglie, la scuola e gli operatori sanitari a compiere tutti quegli interventi che permettono di aiutare le persone in difficoltà ad uscire da questo tipo di patologia e a renderlo meno vulnerabile.

Disturbi seri come questi non possono rimanere più nascosti e, soprattutto, la Calabria non può e non deve essere nuovamente fanalino di coda anche in questo caso. Ribadisco la mia massima attenzione e collaborazione. Intanto, segnalerò anche io, attraverso i canali ufficiali, la lettera aperta scritta da Dalila, Marco e Giuseppe e inviata al Ministro della Salute, Onorevole Roberto Speranza, al Commissario della Sanità Calabrese, Guido Longo, al Consiglio Regionale della Calabria e agli altri parlamentari Calabresi.

 

Rosa Silvana Abate (Gruppo Misto – Senato)

LETTERA APERTA

Al Ministro della salute, On. Roberto Speranza

Al Commissario della sanità Calabrese, Guido Longo

Al Consiglio Regionale Calabrese

Ai Parlamentari Calabresi

P.c.

Ai sottosegretari del Ministero della Salute, Pierpaolo Sileri e Andrea Costa

 

Necessità: apertura di un centro per DCA residenziale (Disturbi Comportamento Alimentare)

 

Egregio Ministro,egregio Commissario,egregi Consiglieri.

Vogliamo oggi portare alla vostra attenzione un grave problema sanitario che affligge migliaia di giovani, ragazze e ragazzi, di cui poco si parla ma che merita altrettanto un piccolo riflettore che non ha mai avuto.

La Calabria in campo sanitario, come già sappiamo, ha grossi problemi sotto vari aspetti che da tempo aspettiamo siano risolti, ma l’assenza di un centro residenziale per dca, non può essere ignorato.

Tante ragazze e ragazzi soffrono di disturbi alimentari: anoressia, bulimia e binge eating, che spesso, in modo superficiale, vengono associati dalla società a un problema puramente estetico. Ma non è così.

Dietro a questi disturbi si nascondono disagi esistenziali, che partono da una profonda fragilità della persona con conseguenze drammatiche se non trattate adeguatamente ed in tempi rapidi.

Specialmente in questo periodo che stiamo attraversando, con una pandemia in corso che ha portato isolamento e carenze sanitarie, questo tipo di problema richiede ancora più attenzione, in quanto come ogni patologia di natura psicologica, vengono accentuati i sintomi spesso con risvolti preoccupanti.

Questa lettera ha lo scopo di denunciare e mettere in risalto un fatto grave.

In Calabria,nella nostra amata terra, non esistono centri specializzati residenziali per la cura dei disturbi alimentari, per cui chi ha bisogno di un ricovero per questo tipo di malattia, è costretto a curarsi fuori regione.

Tutto ciò genera due cortocircuiti nella gestione del problema:

  1. la regione Calabria deve pagare le cure al paziente in un’altra regione, con un conseguente esborso economico altissimo per ogni paziente trattato, per un periodo che può variare dai 3 ai 6 mesi se non ancora più a lungo;
  2. i tempi di gestione e le procedure di queste pratiche sono spesso lunghissime ed estenuanti per un paziente che ogni giorno vede aggravarsi la sua condizione nel totale abbandono da parte della sanità locale.

 

Ora immaginate ad esempio una persona affetta da anoressia nervosa, che arriva al punto di smettere quasi completamente di nutrirsi, con il rischio di un arresto cardiaco, e che in un attimo di lucidità riesce a trovare la forza di chiedere aiuto e rivolgersi ad un centro residenziale specializzato.

Immaginate a quel punto cosa significhi dover subire l’incubo dell’iter per poter ricevere le prime cure.

Il paziente deve cercare un centro fuori regione, fare le prime visite propedeutiche per l’inserimento in uno di questi, fare richiesta alle ASL e vivere mesi in attesa con l’ansia che la pratica venga rifiutata magari per fondi insufficienti per le cure fuori regione.

Alcune volte, in alternativa, l’asl  propone di seguire una terapia in un reparto DCA di qualche ospedale magari a svariati km di distanza 1 volta a settimana, che in molti casi si rivela inutile e controproducente.

Immaginate, mesi e mesi di ansia in cui il problema può aggravarsi o il paziente può cambiare idea con conseguenze che possono essere fatali o con il rischio di compromettere gli organi irrimediabilmente.

Immaginate se dopo mesi di attesa la pratica viene accolta, e un paziente che avrebbe bisogno di tutto l’aiuto possibile si trova davanti al bivio di dover rinunciare agli affetti per andare a centinaia di km di distanza a curarsi per mesi.

Tutto questo comporta il fatto che la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da tale disturbo rinunci alle cure con conseguenze catastrofiche.

Ricoveri ospedalieri, nutrizione forzata, danni irreversibili, condannandosi ad una vita da invisibile tra gli invisibili fino alla completa autodistruzione.

 

Pertanto chiediamo in nome di chi ha rinunciato a lottare ed in nome di chi continua a farlo che venga presa in esame la creazione di un centro residenziale per il trattamento dei disturbi alimentari e che ciò avvenga in tempo brevi e chiari.

Nessuno dovrebbe più rinunciare alle cure,ed alla propria vita per colpa di un problema che per troppi anni è stato ignorato o sottovalutato.

 

Distinti Saluti,

Dalila Di Lazzaro

Giuseppe Oriolo

Marco Mancuso

 

 

P.S.

In 2 giorni la lettera è stata sottoscritta da alcuni gruppi locali e 188 persone, fra liberi cittadini e uomini e donne delle istituzioni.

Tra i 188 sottoscrittori, troviamo le firme dell’ europarlamentare Laura Ferrara; alcuni parlamentari come: Silvana Rosa Abate, Paolo Parentela, Anna Laura Orrico e Bianca Laura Granato; il Consigliere Regionale Giuseppe Graziano; 3 consiglieri di Rocca Imperiale: Giuseppe Oriolo, Clelia Le Rose, Tiziana Battafarano e Liliana Zangaro – Consigliera del Comune Rossano Corigliano.

Mentre i gruppi sottoscrittori sono: “Corigliano in Movimento”, “Rossano in Movimento”, “Rocca Nel cuore”

“Associazione Rocca Bene Comune – Conoscere per cambiare”

“Circolo sostenitori M24A-ET di Corigliano-Rossano”

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