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Operazione mediatica in grande stile quella che ieri ha sigillato la conclusione dei lavori di restauro e risanamento funzionale (definizione contestata dalla Direzione ma coerente con la natura dell’intervento) condotti dall’autunno scorso nel Parco archeologico di Elea-Velia, in comune di Ascea (SA), per trasformare i resti del teatro ellenistico-romano in un nuovo spazio per spettacoli che propongo di battezzare PALA PARMENIDE, rendendo così omaggio al celebre filosofo eleate.

Oltre che al comunicato stampa, la presentazione al pubblico del risultato dei contestatissimi lavori è stata affidata ad un video che dà al direttore uscente, dott. Zuchtriegel, l’opportunità di ribadire “la versione di Gabriel”, cioè la sua, circa l’intera operazione. Le immagini però, consentono a chiunque lo desideri di valutare autonomamente, a posteriori (proprio come la direzione ha sempre preteso), la qualità dell’intervento. Detta valutazione, che ha confermato tutti i timori espressi in corso d’opera da tecnici e associazioni di cittadinanza attiva, è purtroppo l’unica possibile, perché l’intervento è stato condotto senza che il progetto, neppure in forma di bozza (come pure consente la normativa), fosse sottoposto al Comune, sub-delegato dalla Regione, per ottenere l’autorizzazione paesaggistica, previo parere della Soprintendenza competente per territorio.

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E che dire degli incarichi di progettista, direttore lavori e RUP, assegnati a personale interno senza i titoli e l’esperienza richiesti, prima di essere trasferiti gli uni ad un architetto e l’altro allo stesso Direttore, che essendo stazione appaltante, non poteva attribuirseli, tanto più in presenza di soluzioni alternative che evitassero il conflitto di interessi? Che dire dell’affidamento diretto, anzi direttissimo, dei lavori ad una ditta di Eboli pre-scelta nonostante sia nata nel 2019 e non vanti esperienze in materia di restauro di monumenti?

La direzione del Parco, spalleggiata dalla Direzione generale Musei del Ministero della cultura, retta dal prof. Massimo Osanna, a Velia non ha solo esercitato l’autonomia speciale riconosciuta a questo istituto (di direzione non generale) ma si è auto-concessa l’ONNIPOTENZA, e con essa, l’IMPUNITA’, complici, nella loro indifferenza, entrambe le Direzioni generali ‘interessate’. Il dott. Zuchtriegel, del resto, recentemente promosso alla guida di Pompei, è lo stesso archeologo che nel 2015 ebbe un contratto, nella Segreteria del Grande Progetto Pompei, contestato dall’ANAC di Raffaele Cantone all’allora Soprintendente Osanna, Presidente di commissione e RUP ma anche docente e cofirmatario di articoli scientifici con Zuchtriegel, per la mancata segnalazione preventiva del suo palese conflitto d’interessi. E non c’è casella del “grande gioco” lasciata vuota da Osanna che a Zuchtriegel, da allora in poi, non sia stato subito concesso di riempire.

A pagare il prezzo di questa nuova frontiera dell’italico familismo amorale sono naturalmente il patrimonio culturale e i cittadini, poiché la bussola comune rappresentata dalla Costituzione è giornalmente ignorata o calpestata, nel Ministero affidato alle cure di Franceschini, per mettere i beni pubblici a servizio della vanagloria dei suoi cortigiani.

 

Margherita Corrado (Senato Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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