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RIFORMA GIUSTIZIA: ALDROVANDI (OSS. SOSTEGNO VITTIME) E BENEDETTELLI, ‘RITO ABBREVIATO E PATTEGGIAMENTO ALLARGATI, SCONTI DI PENA AUMENTATI: UNO SCHIAFFO PER LE VITTIME’

Sulle proposte che circolano e che potrebbero essere inserite nella riforma della giustizia penale, c’è quella di estendere l’utilizzo dei riti alternativi per sgravare i carichi processuali. In proposito intervengono l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, e Barbara Benedettelli, giornalista e attivista per le vittime di reato: “Questi emendamenti prevedono di aumentare lo sconto di pena automatico dato dal rito abbreviato (che se chiesto dall’imputato va concesso) dal 30% al 50% per i reati puniti con pena massima fino a 5 anni, e quella di allargare la possibilità del patteggiamento (concesso all’imputato se il PM è favorevole) anche ai reati per cui si prevede una pena finale non superiore a 8 anni, con uno sconto anche qui del 50% della pena.”
“Ciò comporterà”, precisa Aldrovandi  “che molti reati gravi avranno più possibilità di essere puniti con pene sospese o misure alternative che, di fatto, significano nessuna pena, o comunque una pena che vedrà modificata, se non azzerata, la sua funzione afflittiva, retributiva e riabilitativa. Dall’altra parte”, prosegue l’avvocato, “si cercherà di valorizzare la parte riparativa della condanna, subordinando l’archiviazione del procedimento penale al risarcimento danni o a un’azione riparatoria da parte dell’imputato, avvilendo ancora di più il ruolo della vittima in ambito processuale, già ora considerata, a tutti gli effetti, una parte eventuale del processo, il quale si può svolgere anche in assenza di una sua partecipazione formale. Ma a un anziano truffato piuttosto che a una persona massacrata di botte o a una vittima di stalking o maltrattamenti in famiglia, giusto per citare qualche esempio, chi penserà? Se queste richieste saranno approvate e diventeranno legge, assisteremo a contro riforme inaccettabili e a un’involuzione giuridica e processuale, dopo anni di battaglie per le vittime e a piccoli grandi passi raggiunti, come il divieto del rito abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo.”
“Trovo inaccettabile”, interviene Benedettelli “che una società arrivata al lockdown e al coprifuoco – misure tipiche delle guerre, che comprimono al limite della legittimità le libertà personali – per tutelare la vita e la salute da un virus, possa pensare di ridurre la portata delle pene, dunque di ‘quel sensibile motivo che impedisce di commettere illeciti’ per dirla con Beccaria, per reati da gravi a gravissimi che ove commessi comportano una lesione della salute psicofisica delle persone. Reati che, se non opportunamente puniti, possono portare i rei a superare i limiti fino ad uccidere, come ben dimostra quanto accaduto dopo l’ultimo indulto.”
“Per questo”, chiosano Aldrovandi e Benedettelli “invitiamo tutte le forze politiche, soprattutto quelle che in passato hanno sostenuto importanti sfide per le vittime, a essere unite e coese nel contrastare queste proposte. Perché una vittima non vuole vendetta, ma semplicemente giustizia. E regalare sconti di pena a pioggia o mortificare ancor più il ruolo della vittima non è degno di uno Stato di diritto”.

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