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 Un’importante struttura culturale e sociale che non può scomparire

Subito l’intervento del MIC, della Regione Campania e del Comune di Napoli

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            ” Dopo l’apertura, in questi giorni, di tre delle quattro sale cinematografiche ancora presenti sul territorio della municipalità 5, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, si ripropone la domanda che già fu alla ribalta delle cronache nei  mesi scorsi, dopo una serie d’interventi tesi a conoscere il destino della storica sala partenopea, tra i quali una petizione e un flash mob: quando riaprirà il cinema-teatro Acacia?  Il timore è che  la pandemia possa fare un’altra illustre vittima tra le poche strutture culturali e di socializzazione rimaste a disposizione dei circa 120mila residenti della municipalità collinari. Di recente infatti si era tornato a parlare di una diversa destinazione della struttura  di via Tarantino, nel cuore dell’area collinare, chiusa da mesi “. A rilanciare la notizia è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, impegnato da lustri nella riscoperta e nella valorizzazione delle tradizioni e della cultura presenti sulla collina della Città, il quale ha tentato anche di connettersi con la pagina del sito web dell’Acacia che però è apparsa completamente bianca ).

 

            “ Dopo notevoli lavori di restauro che avevano riguardato la sala, al fine di adeguarla alle nuove esigenze tecniche e di renderla più accogliente ad una vasta platea di spettatori, diventando così un importante punto d’incontro e di riferimento, l’Acacia aveva riaperto i battenti nell’anno 2005 – ricorda Capodanno -. Poi, negli anni seguenti, furono programmate diverse stagioni teatrali nel corso delle quali si alternarono compagnie teatrali di tutto rispetto, con artisti come Gino Rivieccio, Francesco Paolantoni, Manuel Frattini, Tullio Solenghi, Sal Da Vinci per ricordarne alcuni “.

 

            ” Successivamente, in occasione della stagione teatrale 2012-2013 – puntualizza Capodanno -, dopo che per alcuni mesi la sala era rimasta chiusa,  si diffusero allarmanti notizie circa la possibilità che venisse mutata la destinazione d’uso dei locali in supermercato o garage, così come peraltro già avvenuto per in altre strutture analoghe.  Ma, anche a seguito dell’intervento del Comitato Valori collinari e dell’interesse suscitato sulla vicenda attraverso i mass media, il 6 febbraio del 2013 l’attività teatrale riprese con lo spettacolo del fantasista Brachetti, in quella che ha rappresentato a Napoli la prima sala con duplice destinazione, concepita sia come sala cinematografica che teatrale, con 676 posti di platea e 225 di galleria, immaginata e realizzata dall’ing. Roberto Fernandez  subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando il Vomero era tra l’altro ancora considerato il “quartiere dei broccoli” con la presenza di pochi palazzi e di ampie zone ancora destinate alla coltivazione “.

 

            ” Negli anni successivi – aggiunge Capodanno – la struttura, grazie anche all’impegno della proprietaria Emma Naldi, nipote del costruttore, scomparsa l’anno scorso, la struttura aveva continuano a operare prevalentemente come sala cinematografica ma ospitando sovente anche altre attività, quali rappresentazioni teatrali, concerti e manifestazioni di arte varia “.

 

“ Il Vomero – sottolinea Capodanno – è stato da sempre considerato, a giusta ragione, la “cinecittà di Napoli” visto che agli inizi del novecento proprio nel quartiere collinare si trovavano due stabilimenti di produzione cinematografica. La “Partenope film” fondata nel 1910 da Roberto Troncone in via Solimena e la “Lombardo Film”, rilevata da Gustavo Lombardo e da cui sarebbe poi nata la “Titanus”, in via Cimarosa 186. In seguito videro la luce numerose sale cinematografiche a partire dalla prima, l’Ideal, che sorse in via Scarlatti nel 1913. Oggi al posto di quella bellissima sala, che i vecchi vomeresi ricordano ancora, si trova il megastore Zara “.

 

“ Agli inizi degli anni ’60, nell’ambito della sola municipalità collinare, si contavano ben dieci sale cinematografiche – continua Capodanno -. Di queste, negli ultimi lustri, hanno chiuso i battenti la metà. Oltre al già ricordato cinema Ideal, sono scomparsi l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini, l’Abadir,  già Orchidea, in via Paisiello, dove attualmente c’è un supermercato e, ultimo in ordine di tempo, il cinema Arcobaleno “ .

           

Capodanno lancia un nuovo pressante appello alle autorità competenti e agli organi d’informazione, per una mobilitazione che coinvolga anche associazioni, comitati, partiti politici, sindacati, rappresentanti della cultura e dello spettacolo, affinché uno dei simboli storici della cultura e dello spettacolo partenopeo non scompaia. Nel contempo lo stesso Capodanno sollecita l’intervento immediato del Ministero della cultura, della Regione Campania e del Comune di Napoli affinché intervengano mettendo in campo tutte le iniziative, di rispettiva competenza, tese a salvaguardare la destinazione d’uso del cinema-teatro Acacia e alla sua immediata riapertura.

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