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BERLUSCONI E QUANTO PENSO SU DI LUI.

Dico subito che, sin dalla  cosiddetta “scesa in campo” di questo Cavaliere, ormai ossidato fortemente dalle sue performance sociali, politiche e familiari, non ho fatto altro che preoccuparmi, mettendo nero su bianco il mio pensiero anche su diversi libri, tra l’altro, supportato dalle varie riflessioni di Indro Montanelli su “La Voce”,  su cui sono intervenuto parecchie volte negli anni successivi  al riguardo.

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Forse contrariamente a tanti analisti della politica che ne sapevano certamente più di me ho sempre detto che la mentalità da commerciante di Berlusconi  non poteva neanche lontanamente conciliarsi con un pensiero politico stante la distanza di anni luce fra l’obiettivo della politica e quello di chi fa commercio: il primo infatti mira alla gestione del bene comune, il secondo, anche in capo alla persona più onesta di questo mondo, scivola giocoforza  verso l’interesse personale e, se vuoi, indirettamente verso le aziende di proprietà, come nella fattispecie berlusconiana, invocando, ma sarebbe meglio dire giustificando giustamente il mantenimento  di tanti posti di lavoro nell’interesse di tante famiglie. Esattamente come ha fatto Berlusconi, costringendo il suo personale a votarlo per non perdere l’impiego.

Ora, solo il sentir parlare di Berlusconi politico, con tutto il rispetto per la persona che vorrebbe sedere al posto di Mattarella, mette a disagio me e, almeno lo spero, anche lo stesso attuale Presidente della Repubblica Italiana in quanto una comparazione fra i due costituirebbe una grave offesa, presente, passata e futura, per tutti gli Italiani. Per fortuna si tratta di una barzelletta che trova alimento nelle prime calure di questo turbolento estate.

Berlusconi, in questo momento, si vuol solo divertire incamerando gratificazioni a spese degli Italiani che sono stati da lui affossati nella precarietà del buon senso, dei sentimenti, delle risorse finanziarie ed economiche, della ragionevolezza, della legge, facendo allora credere attraverso le sue televisioni, frutto di trattative fra Craxi, Sindaco di Milano di allora ed altri, tutti imparentati politicamente, ma soprattutto finanziariamente attraverso Fininvest, che la neve fosse di color nero…

Non ho più fiato da spendere, dopo migliaia e migliaia di pagine scritte  su questo personaggio sul conto del quale, almeno da quanto è a mia conoscenza avendo lavorato  a Milano nella cosiddetta stanza dei bottoni, per cui non posso che confermare appieno quanto scrive Marco Travaglio e, soprattutto, quanto ha scritto Indro Montanelli prima di morire.

Vorrei finire con una boutade che è la seguente. Se Berlusconi dovesse diventare presidente della Repubblica, non farò altro che ringraziarlo, in quanto ciò mi permetterà di sostituirlo con…Uccio De Santis per ridere sulla condizione di questo nostro povero ma meraviglioso Paese, capace anche di fornire inimmaginabili sorprese, alla faccia di tante persone serie che governano l’Italia, senza riuscirci a causa di personaggi di cui in questo pezzo ho parlato anche troppo..

Arnaldo De Porti   classe 1935

Belluno-Feltre

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