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In occasione dell’anniversario della “Marcia Verde”, Sua Maestà Mohammed VI ha indirizzato al proprio popolo un messaggio ricco di significato e che apre a diverse considerazioni. Sua Maestà , infatti ha sottolineato come in merito alle provincie meridionali , il Regno ha “fatto progressi in questi mesi, con calma e serenità, nell’azione intrapresa per difendere il Sahara marocchino. A questo proposito, il Re ha salutato le Forze Armate Reali che, il 13 novembre 2020, hanno ripristinato la libera circolazione di persone e merci al valico di Guerguerat, collegando i due Paesi fratelli, Marocco e Mauritania.

Il Sovrano ha anche dichiarato che questa ferma azione pacifica ha posto fine alle provocazioni e aggressioni che il Marocco aveva già segnalato alla comunità internazionale come serie per la sicurezza e la stabilità della regione.

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In modo così costruttivo, il Re ha apprezzato la crescita e l’amplificazione del sostegno concreto di cui gode la Giusta Causa marocchina. A questo proposito, la decisione sovrana degli Stati Uniti d’America di riconoscere la piena sovranità del Marocco sul suo Sahara è per il Marocco motivo di orgoglio. È il naturale corollario del costante sostegno delle precedenti amministrazioni americane e l’illustrazione del loro contributo costruttivo al processo di risoluzione della questione Sahara.

 

Questo orientamento conferma la natura irreversibile del processo politico in corso: è dedicato a porre in essere una soluzione finale basata sull’Iniziativa per l’Autonomia, sotto la sovranità marocchina. Inoltre, la decisione di oltre ventiquattro Paesi di aprire un consolato a Laâyoune e a Dakhla conferma l’ampio sostegno di cui gode la posizione marocchina, soprattutto all’interno dell’ambiente arabo-africano del Paese. Questa è senza dubbio la migliore risposta legale e diplomatica a chi sostiene che il riconoscimento del carattere marocchino del Sahara non abbia visibilità franca e concreta sul terreno.
La risoluzione della crisi di Guerguerat è stato un’esempio della volontà marocchina di agire sempre nel rispetto delle regole della politica internazionale e di non lasciarsi trascinare in provocazioni che avevano lo scopo di creare un casus belli trascinando il Regno in una guerra non voluto e non auspicata. Aggiungo che una operazione militare brutale, anche se formalmente legale, avrebbe dato una legittimazione morale ai miliziani che, usufruttando i mezzi di comunicazione di massa sarebbero passati agli occhi di molti dalla parte della ragione.

Nella sostanza il Marocco ha agito con calma e freddezza di ragionamento nel riaffermare i propri diritti sovrani minacciati da questa azione con grande intelligenza non prestandosi a giochi che avrebbero causato problemi ben maggiori al Regno stesso.

L’ atteggiamento del Marocco è stato rispettoso delle Nazione Unite, continuando la sua politica estera sempre nel quadro delle Nazione Unite e agendo ora solo per esercitare dei propri diritti che le stesse nazioni unite garantiscono a ciascuno Stato. Il Marocco non ha mai smesso di pensare al ben dei propri vicini. E mentre si attendeva la risposta delle Nazioni Unite ha permesso alle merci e alle persone dirette in Mauritania di utilizzare la via marittima in luogo di quella terrestre. Segno evidente di un atteggiamento legalistico e sicuro delle proprie ragioni .

 

In conclusione cosa possiamo trarre da questo fatto. Ancora una volta si può affermare che il Marocco agisce solo nell’abito delle proprie pregative statuali, che la questa Nazione capisce che , molto di più delle nazioni europee, che la stabilità delle provincie meridionali non è solo un affare marocchino ma potremmo dire africano ed anche europeo.
Quarto aspetto l’azione delle forze armate marocchine, il cui capo supremo è Sua Maestà, hanno agito in modo pacifico e seppur senza una copertura giuridica da parte delle Nazioni Unite, Sua Maestà nell’ispirare l’azione ha svolto questa operazione con le stesse regole che normalmente operano i contingenti nell’ambito delle Nazioni Unite. Quindi in un contesto che legalmente non ha nulla da eccepire.

la prova è che questa azione delle forze armate reali non ha portato a nessuna vittima ma ha ristabilito il diritto di circolazione nella zona rispettando il mandato ONU sul cessate il fuoco nella regione, prova di una politica estera improntata al rispetto delle norme internazionali.

 

Se non viene garantita la stabilità di queste provincie marocchine , l’intera africa ne soffrirà ma anche l’Europa visto che i grandi flussi migratori dall’Africa centrale verso la Libia passano per le provincie meridionali e solo la loro tranquillità, il loro sviluppo all’interno del Marocco permetterà un futuro migliore per tutti.

 

Marco Baratto

 

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