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IG-IBD, pronta la sfida del 2022: programma educazionale su tutto il territorio nazionale per migliorare la gestione dei pazienti con Colite Ulcerosa e Malattia di Crohn.

Attenzione alla dieta delle feste per non stravolgere il microbiota

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Nonostante la disponibilità di nuovi approcci terapeutici farmacologici e chirurgici, è ancora deficitaria la diffusione a livello territoriale delle migliori pratiche cliniche nel campo delle MICI, e molti pazienti sono costretti a spostarsi per ottenere delle cure adeguate” sottolinea il Prof. Flavio Caprioli, neoeletto Segretario Generale IG-IBD

 

La salute si costruisce anche a tavola con un corretto stile di vita. Nei prossimi giorni le tavole natalizie metteranno a dura prova lo stomaco di molti italiani. Di fronte a tanta abbondanza concentrata in pochi giorni, la composizione della flora intestinale, il microbiota, rischia di mutare. Alcuni cibi, infatti, possono avere un effetto sull’apparato digerente, che è una delle aree più ricche di cellule anticorpali. In particolare, una dieta non propriamente corretta può provocare un peggioramento in chi soffre di patologie come le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali- MICI, Colite Ulcerosa e Malattia di Crohn, che appartengono all’alveo delle malattie immunomediate.

LE PROSPETTIVE PER I PAZIENTI AFFETTI DA MICI – Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – MICI, Colite Ulcerosa e Malattia di Crohn, sono in aumento in tutta Europa, Italia inclusa. Allo stesso tempo, nuovi approcci di natura medica e chirurgica permettono di avere a disposizione sempre più strumenti per affrontare queste patologie. Manca però una sanità di qualità di prossimità, cioè una vicinanza geografica dei centri specialistici ai cittadini. Proprio su questo vuole intervenire nel 2022 la società scientifica IG-IBD, come è emerso nel XII Congresso Nazionale, organizzato da HMG, che si è tenuto online a inizio dicembre.

Presto avremo nuovi farmaci per uso orale e dei nuovi farmaci biologici che miglioreranno le possibilità terapeutiche mediche nei pazienti con Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa – ha dichiarato il Prof. Flavio Caprioli, neoeletto Segretario Generale IG-IBD – Per usare al meglio questi farmaci avremo necessità di nuovi strumenti di natura metodologica per confrontarli, a partire da studi di Real Life che mettano in comparazione i vari approcci terapeutici sul campo per valutarne l’efficacia e la sicurezza nella vita reale. Dal punto di vista chirurgico, inoltre, stiamo assistendo all’avvento di nuove tecniche di resezione e ricostruzione della continuità intestinale L’avvento di nuovi approcci terapeutici a base di cellule staminali rappresenterà poi un importante ausilio per i pazienti con malattia di Crohn perianale. Tuttavia, manca ancora una diffusione delle migliori pratiche cliniche nel campo delle MICI a livello territoriale e regionale. Per questo per il 2022 IG-IBD si impegna in un programma educazionale a livello regionale e territoriale, al fine di permettere alla maggior parte dei pazienti affetti da malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa di essere gestiti in centri specialistici di buona qualità a breve distanza da casa. Una sfida impegnativa a fronte del probabile aumento del numero dei pazienti in Italia nel prossimo futuro”.

L’IMPORTANZA DELLE RETI E DEGLI STUDI DI REAL LIFE. L’ESPERIENZA SICILIANA – Per far fronte al nuovo impegno e all’incremento di pazienti con MICI previsto per i prossimi anni, sarà fondamentale sviluppare una rete nazionale tra i centri gastroenterologici di riferimento, coinvolgendo anche quelli minori, che producono comunque un’ampia mole di dati scientifici. “Le reti rappresentano il futuro del management di queste malattie, perché raccogliere dati con un unico software può aumentare il denominatore dei dati raccolti e dal punto di vista sia epidemiologico che dell’efficacia dei trattamenti possiamo ottenere dati scientifici più completi ed effettuare monitoraggi e comparazioni – sottolinea Ambrogio Orlando, Comitato Educazionale IG-IBD e Responsabile UOSD MICI AO Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo – L’auspicio è di una condivisione unica dei dati epidemiologici su larga scala per uniformare l’appropriatezza prescrittiva tra i vari pazienti. Un modello di rete è quello basato sugli “Hub and Spoke”, con la concentrazione della casistica più complessa in un limitato numero di sedi Hub (centri di eccellenza) affiancati da centri periferici Spoke, dove vengono inviate le persone che hanno superato una certa soglia di complessità. In Sicilia abbiamo sviluppato un’esperienza quasi decennale: nata inizialmente come forma di monitoraggio sull’efficacia dei farmaci, è diventata una forma di attenzione rivolta a tutte le MICI. Da due anni abbiamo istituito una coorte dei casi incidenti che ci darà informazioni importanti sul decorso della malattia. Dovremo valorizzare tutte le realtà regionali del Paese e uniformare i dati”.

Elemento essenziale per un’analisi completa dei dati epidemiologici e dell’efficacia terapeutica sono diventati gli studi di Real Life, che si aggiungono ai trials clinici – sottolinea Sara Renna, Consiglio Direttivo IG-IBD – Gli studi di Real Life ci permettono di estrapolare dati concreti dalla popolazione di pazienti con MICI che quotidianamente gestiamo nei nostri ambulatori, con caratteristiche cliniche e fragilità spesso differenti rispetto ai pazienti inclusi nei trial clinici, a cui oggi facciamo ancora per lo più riferimento per le nostre scelte terapeutiche. In Sicilia esiste una buona esperienza in questo ambito, frutto della collaborazione dei centri della Rete Siciliana, che ci ha permesso di raccogliere dati su un’ampia casistica di pazienti trattati con diverse terapie ed effettuare sia una valutazione della efficacia e della sicurezza dei singoli trattamenti, sia un confronto tra i diversi farmaci. In futuro gli studi di Real Life ci forniranno dati più interessanti rispetto ai trial clinici e gli studi di confronto tra diversi farmaci, in particolare, ci permetteranno di capire quali sono le categorie di pazienti che rispondono meglio ad un farmaco piuttosto che ad un altro”.

LE NOVITA’ DELLA CHIRURGIA – Nelle MICI la parte chirurgica è molto rilevante, per le soluzioni che può offrire e per le ricadute che può provocare se mal eseguita. “La percentuale di pazienti affetti da colite ulcerosa che ricorre alla chirurgia è del 20-25%, perché la maggior parte risponde bene alle terapie oggi a disposizione dei gastroenterologi – sottolinea il Prof. Gianluca Sampietro, Direttore della Divisione di Chirurgia Generale ed Epato-Bilio-Pancreatica, ASST Rhodense, Milano – La chirurgia che viene offerta oggi ai pazienti è risolutiva, in quanto va a rimuovere il colon e il retto che sono gli organi bersaglio, ricostruttiva, permettendo di evitare il confezionamento di una stomia definitiva, e anche mini-invasiva, eseguita cioè con tecniche laparoscopiche che riducono le complicanze e migliorano i risultati e la qualità della vita. Per la malattia di Crohn la maggior parte dei pazienti tra i 10 e i 20 anni di durata della malattia ha bisogno di almeno un intervento chirurgico, in quanto questa patologia si caratterizza per la formazione di restringimenti dell’intestino, fistole e ascessi che possono essere risolti solo chirurgicamente. L’intervento in questo caso non è curativo, ma è teso soltanto a risolvere le complicanze attraverso le rimozione dei segmenti di intestino malati. Diversi pazienti (circa il 50%) vengono operati due volte; il 25% anche tre. Anche per la malattia di Crohn gli interventi devono essere svolti per via laparoscopica ed è anche importante che il chirurgo sia il più conservativo possibile nel rimuovere i tratti malati”.

 

Salvo Cagnazzo

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