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SCREENING NEONATALE: FONDAZIONE TELETHON E REGIONE LOMBARDIA LANCIANO UN’INIZIATIVA PER INDIVIDUARE ALLA NASCITA LE MALATTIE GENETICHE

 

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Il progetto è stato lanciato con lo scopo di analizzare la sostenibilità e la realizzabilità di uno screening genomico neonatale, volto a identificare alla nascita malattie genetiche a esordio infantile, di definire il percorso diagnostico sperimentale e di valutare le ricadute sanitarie del processo di screening. 

 

Milano, 15 dicembre 2021 – Grazie agli avanzamenti della ricerca scientifica oggi è sempre più possibile e importante una diagnosi precoce per poter intervenire tempestivamente. Con questo obiettivo Regione Lombardia e Fondazione Telethon hanno deciso di dare vita a una pioneristica iniziativa per analizzare la sostenibilità e la realizzabilità di uno screening genomico neonatale. Obiettivi principali del progetto saranno sarà identificare alla nascita malattie genetiche a esordio infantile, definire il percorso diagnostico sperimentale e valutare le ricadute sanitarie del processo di screening neonatale. Il programma sarà supportato attraverso un finanziamento di oltre 470.000 € da parte di Regione Lombardia e di circa 245.000 € da parte di Fondazione Telethon. Un impulso importante per creare le condizioni affinché una ricerca scientifica di eccellenza viaggi insieme ai recenti e continui progressi nella diagnosi molecolare di malattie genetiche mediante tecnologie genomiche, aprendo così a nuove opportunità applicative, valutandone anche un impatto concreto in termini di sanità pubblica.

 

La gestione del programma è stata affidata dalla Regione Lombardia alla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica: i progetti finanziati vedranno protagonisti la stessa Fondazione Telethon, in collaborazione con UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare e l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e l’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Il coordinamento dell’attività clinica sarà affidato a Maria Iascone, responsabile della Sezione di Genetica Molecolare del Laboratorio di Genetica Medica dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che si occuperà di garantire l’esecuzione del sequenziamento dell’intero genoma (Whole Genome Sequencing – WGS) di una sessantina di bambini e dei loro genitori, in collaborazione con Giorgio Casari, professore ordinario di Genetica Medica presso l’Università Vita-Salute del San Raffaele, che effettuerà sia il sequenziamento sia dell’intero genoma che dell’esoma (la porzione più “informativa” del nostro patrimonio genetico) di 50 neonati e dei rispettivi genitori.

 

Le tecnologie di sequenziamento genomico sono diventate progressivamente sempre più avanzate e, parallelamente alla riduzione dei costi, è aumentata l’attenzione per il loro impiego routinario nel percorso di cura del neonato. Il sequenziamento dell’intero genoma (whole genome sequencing – WGS) offre molte potenziali opportunità in questo contesto, ma anche dei rischi: da qui la necessità di approfondirne l’applicabilità a programmi di screening di massa. In diversi studi, infatti, il WGS è stato in grado di fornire una diagnosi tempestiva per i neonati con malattie genetiche in condizioni critiche, razionalizzando e rendendo più efficiente il processo diagnostico. Tuttavia, è ancora poco esplorata la potenzialità del WGS nello screening neonatale, per identificare malattie potenzialmente trattabili in neonati ancora asintomatici. Tale approccio ha da un lato grandi potenzialità, ma dall’altro pone alti rischi di false diagnosi e quesiti etici di grande importanza. Proprio per questo sono necessari studi che esaminino sia gli aspetti tecnici e interpretativi del WGS che quelli organizzativi, etici e socio-economici, in modo che possano essere sviluppate le migliori pratiche per un’implementazione responsabile ed efficace.

 

“Questo progetto rappresenta un grande passo in avanti per sviluppare la capacità di prevenire malattie e prolungare al massimo il periodo sano della vita dei cittadinicommenta l’assessore all’Istruzione, Ricerca, Innovazione, Università e Semplificazione di Regione Lombardia Fabrizio SalaUna delle nostre aree strategiche è proprio la medicina di precisione, costruita in base alle caratteristiche del singolo, capace di definire risposte che anticipino l’insorgere delle malattie sulla base della storia genetica e clinica di ciascuno. Ecco perché – ha aggiunto Sala – abbiamo investito in questo studio, affrontando anche le questioni etiche che lo screening genetico dei nuovi nati solleva”, ha concluso Sala.

Il percorso, iniziato dalla Regione Lombardia nel 2018, è stato frutto anche di numerosi studi sotto l’aspetto etico da parte dei membri del Foro lombardo per la ricerca, costituito da dieci esperti di livello internazionale nel campo della ricerca e dell’innovazione che hanno compiti consultivi, propositivi e informativi.

 

“La ricerca scientifica e il progresso in diagnostica viaggiano veloci, ponendoci di fronte a quella che rappresenta allo stesso tempo una grande sfida e un’opportunità entusiasmante per poter mettere a sistema nuove e innovative tecniche per individuare prima e meglio uno spettro sempre più ampio di malattie genetiche rare e di poter intervenire tempestivamente – ha dichiarato Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione TelethonLo screening neonatale  è infatti fondamentale per iniziare il prima possibile una terapia in grado di prevenire o ridurre conseguenze gravi sulla salute del neonato, modificando significativamente la prognosi. Inoltre, una diagnosi precoce può evitare ‘l’odissea diagnostica’ che spesso coinvolge le famiglie di bambini con un sospetto di malattia genetica e che in alcuni casi può durare anni, con conseguente dispendio di tempo, energie e risorse, oltre alle pesanti implicazioni psicologiche”.

 

 

Fondazione Telethon

Fondazione Telethon è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare. La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale. Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti. Dalla sua fondazione ha investito in ricerca oltre 592,5 milioni di euro, ha finanziato 2.720 progetti con 1.630 ricercatori coinvolti e più di 580 malattie studiate. Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con l’industria farmaceutica. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. Un’altra terapia genica frutto della ricerca Telethon resa disponibile è quella per una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica, dal nome commerciale di Libmeldy. Questo approccio terapeutico è in fase avanzata di sperimentazione clinica per un’altra immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Altre malattie su cui la terapia genica messa a punto dai ricercatori Telethon è stata valutata nei pazienti sono la beta talassemia e due malattie metaboliche dell’infanzia, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1. Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

 

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