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STALLO POLITICO E CAOS ISTITUZIONALE

La complicata situazione politica in Libia continua ad essere motivo di preoccupazione per la regione nordafricana, e mediterranea in generale, oltre che principale motivo del rallentamento nel processo disegnato dalle Nazioni Unite e supportato dai principali attori interessati al dossier libico. Con la nomina da parte della Camera dei Rappresentati (HoR) di Tobruk del nuovo premier Fathi Bashagha, che dovrà accompagnare il Paese alle prossime elezioni, e conseguente sfiducia ad Abdelhamid Dbebibah, la Libia pare essere ripiombata in quel caos politico che ha preceduto la formazione del Gnu lo scorso anno.

Da una parte, Dbeibah ha annunciato nei giorni scorsi il suo piano per lo svolgimento della tornata elettorale il prossimo giugno. Secondo l’imprenditore misuratino, tale processo prevede alcuni step necessari: la formazione di un comitato col compito di dare vita ad una legge elettorale nel breve tempo possibile da sottoporre all’HoR entro due settimane; lo svolgimento di un referendum costituzionale, in conformità con la Dichiarazione costituzionale del 2011 e con l’accordo raggiunto a Hurghada a inizio 2021; inoltre, un rapido aggiornamento del registro degli elettori e la possibile creazione di un sistema di voto elettronico nel caso in cui una delle forze presenti sul territorio impedisca ai cittadini, attraverso l’uso delle armi, di recarsi fisicamente a votare.

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Dall’altra parte, il neo premier Bashagha – anch’egli di Misurata – ha presentato ieri la sua squadra di governo alla Camera dei Rappresentanti per ottenere la fiducia. A causa del numero ridotto di parlamentari presenti, la sessione è stata rimandata. Come riporta Agenzia Nova, il nuovo esecutivo sarà composto dal primo ministro stesso, due vice-premier, 30 ministri e otto ministri di Stato. Tra i nomi indicati per i vari ministeri, spicca quello di Hafed Gaddour nominato ministro degli Esteri, ex ambasciatore libico in Italia e diplomatico molto apprezzato in Occidente. Bashagha, ex ministro dell’Interno durante il governo (Gna) guidato dall’allora premier Fayez al-Serraj, è stato scelto come nuova figura politica che possa unire Est ed Ovest in questa fase transitoria. Inoltre, il politico di Misurata ad oggi è sostenuto sia da Aquila Saleh, presidente dell’HoR, che da Khalifa Haftar, generale dell’Esercito nazionale libico (Lna) e uomo forte della Cirenaica.

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