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La legge sulla trasparenza degli atti della pubblica amministrazione è in vigore dal 1990 ma ad oggi, a distanza di trent’anni, non è ancora diventata prassi proprio nelle istituzioni che dovrebbero garantirne la corretta applicazione. Sono, invece, proprio quelle le prime ad eluderla, in molti modi.

Chi decide di vederci chiaro si trova quasi sempre di fronte un muro di gomma; di più, diventa il Problema. Per fronteggiare la minaccia costituita dal cittadino che cerca di esercitare un suo diritto, la tecnica ‘di difesa’ più diffusa da parte della P.A. è la “non risposta”: nei fatti, si punta allo sfinimento di chi cerca soltanto di far valere un diritto che la legge gli riconosce. Se poi l’autore dell’istanza è resistente, e non demorde, chi dovrebbe (per legge) concedere l’accesso agli atti passa alla modalità “risposta evasiva” o “risposta non pertinente”. Sanno bene, quanti seguono la mia attività come rappresentante dei cittadini in Senato, che il Ministero della cultura eccelle, nell’applicazione di queste strategie. Il suo primato, però, gli è conteso da un altro dicastero e, soprattutto, dagli enti che ad esso fanno riferimento: il MUR, e le Università italiane.

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Sulle prassi in uso nell’Ateneo di Bologna hanno già gettato uno sguardo alcune mie interrogazioni precedenti l’ultima, pubblicata dal Senato con data 9 marzo: è la n. 3-03151. Preoccupa molto dover constatare che anche una delle più grandi, e meglio organizzate, Università italiane, non riesce a garantire parità di trattamento a tutti i suoi membri (compresi a quelli ‘colpevoli’ di non piacere ai Baroni). Eppure, gli strumenti ci sarebbero, tutti. Forse a mancare è la volontà politica? O qualcosa non funziona nel sistema delle deleghe? O c’è qualche ostacolo all’interno dell’apparato amministrativo? Fatto sta che quello bolognese è un caso esemplare. Non è, però, e purtroppo, un caso isolato. Molte situazioni già denunciate da “Trasparenza e Merito” attestano che ciò che accade a Bologna si verifica anche in molti altri Atenei italiani. Sono, però, solo la punta di un enorme iceberg, che inquina la formazione dei nostri giovani e ruba il loro futuro.

 

Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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