Advertisement

Sabato 26 marzo alle ore 16.00 inaugura a “Le Scuole” di Pieve di Cento, la mostra “RADICI AEREE” di VICTOR FOTSO NYIE a cura di Ada Patrizia Fiorillo, Massimo Marchetti e Valeria Tassinari.

All’evento, oltre all’artista e ai curatori, sarà anche presente la violinista Elicia Silverstein che accompagnerà i visitatori con una sua esibizione.

Advertisement

Victor Fotso Nyie, artista camerunense che vive e lavora a Faenza, è vincitore della terza edizione della Biennale d’Arte “Don Franco Patruno”.

Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento e con il patrocinio del Comune di Cento e della Diocesi di Ferrara-Comacchio, la Biennale si rivolge a giovani artisti emergenti e prevede che all’artista vincitore del primo premio venga dedicata una mostra personale allestita in importanti sedi istituzionali, al fine di sostenere l’avvio della sua carriera e di dare visibilità alla sua ricerca.

 

Come dichiarato dall’artista il tema individuato “è quello della “riappropriazione” del patrimonio culturale africano da parte delle nazioni d’origine. I miei antenati sono stati privati dai coloni occidentali di oggetti molto importanti per le loro funzioni sociali, politiche e religiose perché considerati “souvenir” esotici. Il grande problema dell’esportazione coattiva di questi strumenti e della loro alienazione in altri Paesi sta affliggendo più che mai le nuove generazioni. La gioventù africana è costretta a venire in Europa per conoscere la propria storia, per vedere da vicino cose di cui ha solo sentito parlare o di cui ha letto nei libri. […] Di conseguenza essi hanno il dovere di custodirli ed esporli, incuranti dell’irreversibile processo di disidentificazione e devalorizzazione che hanno innescato. Il mio lavoro intende dar voce a questa necessità di riscoperta identitaria e di riscatto morale”.

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteNel primo giorno di primavera, Giornata Mondiale della Poesia, la lirica inno all’amore e alla primavera del poeta ungherese Gyula Juhàsz nella traduzione della scrittrice Antonella Casaburi
Articolo successivoParte “Baldi giovani in Tv” la trasmissione ideata da Samigo e Zetatielle, conduce Annalisa Baldi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui