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DETRONIZZAZIONE PERICOLOSA

I tragici fatti ucraini, pur nella gran nebbia da cui sono avvolti a causa delle contrastanti presentazioni degli stessi, restano, come in ogni guerra, realtà.                                    La responsabilità delle crudeltà che stanno avvenendo in Ucraina si fa ricadere su Vladimir Putin, lo Zar di Russia definito “macellaio”, come il dittatore ceceno Ramzan Kadyrov che si dichiara suo fedelissimo.                                                      Ma noi vogliamo ripensare alla riflessione manzoniana, “La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio netto”, considerare quindi anche le molte trame celate dagli opposti mondi, i tanti interessi che, intersecandosi, generano complicazioni.                                                                                                                            Si è, purtroppo, giunti ancora una volta alla guerra, ad aggiungerne un’altra a quelle in corso altrove, e questa per diverse motivazioni, tra cui l’approvvigionamento delle fonti energetiche, riguarda più direttamente l’Ue, in particolare l’Italia.                                  Si è giunti alle atrocità della guerra, cui si vorrebbe, come viene annunciato, porre riparo. Per il Presidente ucraino Zelensky “è difficile avere trattative dopo il tanto male fatto dai militari russi”, ma aggiunge che “qualsiasi guerra deve finire”.               Certo, è sempre stato così, ogni guerra prima o poi finisce, bisogna solo accorciare il tempo della fine onde evitare l’escalation delle crudeltà, il folle uso di armi scellerate ad ampio raggio distruttive, letali. Sbandierare il possesso genera già terrore.                                                                                                                    Noi siamo dell’avviso che qualsiasi guerra non dovrebbe neppure iniziare, che si dovrebbe, proprio alle prime avvisaglie, incontrarsi, ricercare dei punti di convergenza, ridimensionare le ostilità. Queste sono, purtroppo, sempre in corso, come le brame, soprattutto di dominio. In ciò il problema.                                                                                                                   Si sarebbe dovuto già dagli ultimi mesi dello scorso anno, considerando quanto già da tempo preesisteva, prestare maggiore attenzione a quelle truppe russe ai confini dell’Ucraina, porre in atto colloqui perché la situazione non degenerasse (o la si voleva degenerata?) producendo i drammatici frutti di tutte le guerre.                             Pensiamo a quelle dei decenni scorsi, di 30 anni fa nei Balcani, a quelle in Africa e in Asia, tutte ugualmente con crudeltà sui civili, sui bambini, di cui tanto in questa guerra si parla. E, se andiamo indietro, a esempio alla seconda guerra mondiale, sappiamo che tante furono le efferatezze da tutte le parti, dall’inizio di essa sino alla fine: città distrutte, civili torturati, assassinati, bambini uccisi e, a guerra finita, violenze e stupri, in Italia tristemente noti quelli dei marocchini, di cui poco si diceva. Ne diede memoria Alberto Moravia nel romanzo “La ciociara” da cui Vittorio De Sica e Cesare Zavattini trassero spunto per l’omonimo film con protagonista Sofia Loren premiata con l’Oscar.                                                                                                                                         Nei millenni le guerre sono atrocità, bisogna evitare tutto ciò che porta ad esse, a quel bagno di sangue e rovine che è difficile far cessare.                                                     Cesserebbe la guerra in Ucraina se Putin fosse messo fuori gioco? Lo si dice preso or da uno or da altro male, anche non più gradito al suo “cerchio magico”, o almeno a taluni che sarebbero pronti a metterlo da parte, e si dice pure che vorrebbero eliminarlo fisicamente.                                                                                                 Chi potrebbe succedergli? Attorno allo Zar non c’è solo “il cerchio magico”, ruotano anche altri personaggi, alcuni ritenuti poco chiari, per non dire ambigui.                                     Da mettere forse da parte Alexander Dugin, il filosofo che aspira a ristabilire l’ordine in Ucraina e a costruire l’impero mondiale; come pure il violoncellista Sergei Roldergin che tiene al sicuro il favoloso conto di Putin; così Dimitri Peskov , portavoce del Cremlino e Igor Panarin, nonostante la sua potenza definita occulta. Resta Valery Gerasimov, capo delle Forze armate e dei Servizi segreti russi, in possesso dei codici nucleari (insieme a Putin e a Sergei Shoigou), di cui si è parlato a proposito di una misteriosa scomparsa e della riapparizione. Ma ci sono pure il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il Ministro della Difesa Sergei Shoigou, ugualmente scomparso e poi riapparso.                                                                                                                                 C’è soprattutto il Presidente e Dittatore della Cecenia, il 45enne in pieno vigore Ramzan Kadyrov , capo delle milizie sanguinarie. Guida la Cecenia col pugno di ferro ed è soprannominato “il macellaio di Grozny” perché ama torturare prima di ammazzare. Combatte per Putin e dichiara: “Non rinunceremo a Kiev, dopo il Dombass prenderemo la Capitale… e le altre città”. Kadyrov è inoltre di religione musulmana con una interpretazione rigorista dell’Islam, quindi mal sopporterebbe l’Occidente con la sua civiltà diversa, divenuta anche così fragile, così rinunciataria.                                                                             E’ un gran tizzo Ramzan Kadyrov, pronto a incendiare, e lo si sa già, non sta sotto la cenere.

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Antonietta Benagiano

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