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Il DL “Taglia prezzi – Ucraina 2” conferma la volontà del Governo Draghi di infliggere un colpo mortale alla piccola e media impresa agricola e della pesca.

Nella notte è stato concluso nelle commissioni competenti l’esame degli emendamenti presentati al suddetto decreto dai parlamentari ed è stato mandato ai relatori a riferire oralmente all’Assemblea del Senato. Il provvedimento, così, in settimana dovrebbe approdare in aula per l’approvazione definitiva (e sul quale probabilmente verrà apposta l’ennesima fiducia). Delle tante proposte di modifiche presentate per tentare di correggere il tiro di questo decreto legge (che non aiuta di certo le pmi) ne sono state approvate una manciata ma che non vanno ad influire sulla sua nefasta efficacia originaria.

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Tra gli emendamenti che sono stati respinti ve ne erano cinque presentati da me a prima firma ma elaborati insieme al Copoi (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani) e ai pescatori, in rappresentanza di tutti quegli imprenditori agricoli e della pesca – da Nord a Sud – che non si sentono rappresentati dalle associazioni rappresentative di categoria e tantomeno dal Governo Draghi. Certamente non saranno aiutati nemmeno da questo ultimo decreto-farsa che va ancora una volta in aiuto dei grandi gruppi produttivi e delle multinazionali.

In particolare, nella seconda fase di esame del provvedimento alle commissioni, avevamo deciso di segnalare due emendamenti all’articolo 18 “Contributo, sotto forma di credito d’imposta, per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca”. Il primo chiedeva un rifinanziamento della “cambiale agraria” gestita dall’Ismea, uno strumento che era stato tanto apprezzato dagli imprenditori agricoli ma che non è stato più riproposto. Il secondo, invece, doveva servire ad assicurare la necessaria liquidità alle piccole e medie imprese dei settori agricolo e della pesca per fronteggiare gli effetti dei rincari del settore energetico, introducendo la possibilità per le suddette imprese di accedere, in alternativa al credito d’imposta contenuto nel decreto, un contributo a fondo perduto di pari importo. Questo secondo emendamento, trattandosi di un beneficio alternativo e d’importo equivalente rispetto al credito d’imposta già previsto, non sarebbe stato nemmeno oneroso ma il Governo Draghi anche in questo caso, con la complicità del Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, ha tirato dritto per la sua strada.

Ribadisco che, ancora una volta, ci troviamo davanti a provvedimenti che raccontano ed aiutano una “agricoltura di palazzo” mentre Draghi e Patuanelli dovrebbero scendere nei campi o sui moli per capire di cosa hanno davvero bisogno gli agricoltori e i pescatori italiani. Il loro disegno è ormai chiaro: uccidere e nascondere il cadavere delle piccole e medie imprese per tutelare e dare i fondi stanziati ai grossi gruppi di settore e alle lobby. Tutto questo nel silenzio assordante delle associazioni rappresentative che pensano solo ad orientare i soldi del Pnrr in agricoltura. Ma il malcontento raccolto da me e dal Copoi ormai è troppo grande e gli agricoltori e i pescatori da Nord a Sud sono pronti a scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso contro questa politica che svende le piccole e medie imprese ai grandi gruppi commerciali di settore e alle multinazionali dell’energia.

 

 

Rosa Silvana ABATE – Senato Gruppo Alternativa / Commissione Agricoltura

Marco Dallera – Segretario nazionale COPOI – Coordinamento Produttori Ortofrutticoli Italiani.

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