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Chiuso l’anno de La Klass, il laboratorio di ricerca scenica di Gommalacca Teatro

Dopo la messa in scena degli esiti finali al Teatro Stabile di Potenza, gli allievi di tutte le età si sono ritrovati per una festa all’U-Platz, sede operativa della compagnia a Rione Cocuzzo

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POTENZA – Un altro anno è giunto al termine per La Klass, il laboratorio di ricerca scenica di Gommalacca Teatro a Potenza. Il traguardo raggiunto è stato celebrato con una festa finale, che si è svolta lo scorso 3 giugno presso U-Platz, spazio civico e teatrale e sede operativa della compagnia nel Rione Cocuzzo, con la partecipazione dei quattro gruppi di allievi di tutte le età che hanno seguito il percorso formativo annuale di educazione ai linguaggi della scena. Un’occasione per festeggiare insieme il ritorno a teatro, dopo due anni di pandemia, avvenuto con la rassegna di spettacoli “La Klass in scena!”, che ha portato sul palco del Teatro “Francesco Stabile”, dal 17 al 25 maggio, gli esiti conclusivi del laboratorio: “Fare la pace!” con La Klass 6-10 e La Klass 11-13, “Fare domande!” con La Klass 14-25, “Fare ridere!” con La Klass 25>.

La proposta formativa La Klass è continuativa sulla città di Potenza da quasi dieci anni e rappresenta nei fatti uno spazio di ricerca in cui nascono idee e nuove progettualità, alla base del lavoro incessante di sviluppo e innovazione portato avanti da Gommalacca Teatro, che sconfina l’ambito artistico per mettersi in dialogo con la città e i suoi abitanti, per individuare necessità, carenze e nuovi orizzonti culturali. Il laboratorio La Klass è pensato dalla compagnia per costruire una comunità teatrale appassionata ai linguaggi della scena ed è diviso in quattro fasce di età comprese tra i 6 e gli over 25 anni.

L’anno scolastico 2021-22 ha visto una nuova collaborazione con Fabio Pappacena, che insieme a Carlotta Vitale e Mimmo Conte ha accompagnato i nuovi allievi de La Klass, seguendoli nel lavoro di voce e pronuncia. Il ritorno al lavoro in presenza, per quasi tutto l’anno scolastico, ha permesso di ritrovare spazi di normalità. I temi degli spettacoli che hanno coinvolto i più piccoli sono stati gli stessi che riguardano la ricerca della compagnia: le relazioni, la comprensione delle differenze, il superamento delle barriere, la ricerca della pace, per andare verso le domande sempre più pressanti sulla vita comune, il rapporto con la comunità e la scuola, il futuro delle nuove generazioni. Con gli adulti, invece, il lavoro si è concentrato su alcuni classici della letteratura, come Dino Buzzati, Stefano Benni e Karl Valentin, spaziando tra letteratura italiana e straniera.

«L’approdo a teatro – racconta Carlotta Vitale, direttrice artistica di Gommalacca Teatro – è stato estremamente emozionante, per la possibilità di tornare a vivere quello spazio della cultura, quel luogo simbolico della città che rappresenta il Teatro “Stabile”. Un’opportunità importante per chi è appassionato e studia teatro, arrivata alla fine di un anno di ricerca e allenamento all’interno dei laboratori sulle tecniche e sui metodi di lavoro. Un’ esperienza che siamo riusciti a fare grazie al sostegno del Comune di Potenza e che ci ha permesso di riconnetterci attraverso la dimensione partecipativa, facendoci ritrovare occhi negli occhi.»

Tutti gli spettacoli sono stati anche l’occasione per sensibilizzare gli spettatori sulla condizione in cui si trovano ancora gli operatori dello spettacolo dal vivo in Basilicata, con la Regione che continua a rimanere silente rispetto alle esigenze del settore, senza fornire informazioni sulle assegnazioni passate e future.

«Gommalacca è una compagnia riconosciuta dal Ministero della Cultura, è in attesa del riconoscimento ministeriale triennale, ma non ha idea di quali siano i piani di sviluppo in regione per lo spettacolo dal vivo e questo è un danno enorme che continua a impoverire e aggravare la condizione degli operatori, i quali possono contare sul sostegno della comunità, ma non su quello della massima istituzione regionale, che con i propri finanziamenti dovrebbe contribuire alla ricerca, alla formazione e all’innalzamento della qualità e invece, nonostante il momento drammatico e l’aumento dei costi di gestione, continua sfacciatamente a essere assente.»

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