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La società civile marocchina si è stretta , lo scorso 17 Giugno , per ricordare  Martin Maluza, presidente dell’ONG “CIRAC” e Maurice Katala, presidente dell’ONG “AIPD- GL”. Due grandi difensori dei diritti umani che hanno portato la voce del Regno del Marocco a Ginevra e a Banjul.  Questi due attivisti sono stati ferventi difensori del Marocco e della sovranità delle provincie meridionali all’interno delle Nazioni Unite a Ginevra e a New York, ma anche all’interno dell’Unione africana e della Commissione africana per i diritti umani e dei popoli.

La difesa dell’integrità territoriale del Marocco e la promozione degli sforzi del Regno per lo sviluppo delle province meridionali..

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Il ricordo e l’esempio di questi due uomini ci chiama alla necessità di considerali esempi per coloro che hanno cuore la pace, lo sviluppo e il dialogo tra i popoli. Oggi viviamo in mondo che sembra voler fare dell’Africa ancora una volta il terreno di lotta di “guerre per procura” , sembra ancora una volta che la visione dell’Africa come terreno di scontro delle vecchie e nuove superpotenze non sia tramontata. Ma il mondo è cambiato, la società africana è cambiata e per questo figure come Martin Maluza e  Maurice Katal ci chiamano a raccolta moralmente per lottare in modo civile e pacifico per sostenere un africa che sia soggetto e non oggetto internazionale. In questo contesto il pieno riconoscimento della sovranità marocchina sulle provincie meridionali rientra in questa visione. Un Africa libera da ogni forma di neocolonialismo , in grado non solo di provvedere a se stessa ma anche di saper gestire da sola le proprie ricchezze . L’unità nazionale del Marocco è parte di questa visione di vedere un Africa protagonista e non passiva alle grandi sfide del mondo per questo ribadisco la necessità per l’Italia di essere protagonista , alla pari con le nazioni africane, riprendere il suo ruolo mediterraneo e sostenere il Regno del Marocco nella sua causa nazionale che è una causa per il bene dell’Africa . All’inizio del mese un partito politico italiano, appena formato , “Democrazia e Sussidiarietà” si è fatto carico di una petizioni per l’apertura di un consolato o di una antenna consolare nel Sud del Marocco. Una scelta coraggiosa che va sostenuta. L’appello ha superato le 300 firme portiamolo ancora avanti per il bene delle nostre comunità.
Qui è ancora possibile firmare l’appello

Marco Baratto

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